❝ Quindi alla fine sei venuta veramente, benvenuta allo Shiratorizawa ❞
❝ ci ho messo una settimana a scegliere se accettare la borsa di studio sportiva o quella accademica, nel dubbio farò un anno uno e un anno l'altra ❞
✧˖°💌 𐙚 🏐⋆ ˚｡⋆ ☁︎
⩇⩇:⩇⩇...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
November 11th 2024 ┏━━━━━━━━━━━━┓ ·˚₊꒰: ̗̀➛┊❝ Capitolo 17❞┊✧ ೃ༄ "Punto di svolta"
La palla rotolò lentamente fuori dal campo, come a decretare la fine dell'ultima speranza a cui le ragazze del Seijoh si appigliavano prima di realizzare che era finita. Il suono del fischio dell'arbitro ruppe quel momento sospeso, annunciando ufficialmente la vittoria del Dateko.
In un istante, tutte le ragazze del Seijoh si lasciarono andare al peso della sconfitta: una dopo l'altra, si accasciarono a terra, incapaci di trattenere le lacrime. Qualcuna si coprì il viso con le mani, altre si abbracciarono le ginocchia, singhiozzando piano, mentre l'eco delle loro emozioni risuonava per tutta la palestra. La fatica, il dolore e la delusione si mescolavano, lasciando ciascuna di loro a fare i conti con quella ferita appena aperta.
Ma Reina no.
In mezzo a quel mare di sconforto, Reina fu l'unica a restare in piedi. Lentamente, quasi con riluttanza, si sollevò dal pavimento, osservando le sue compagne sedute attorno a lei, sconfitte e in lacrime. Il suo sguardo era serio, duro, e rifletteva una reazione diversa da quella della squadra. Con il viso contratto, come scolpito nella pietra, Reina sembrava distante, quasi immune da quell'esplosione di emozioni che aveva travolto le altre.
Taiga alzò gli occhi, erano lucidi, non aveva versato lacrime, ma era evidente che ormai non ma cava molto al cedimento, guardò Reina con una punta di stupore e incredulità.
La figura di Reina in piedi, sola tra le compagne inginocchiate a terra, le dava un'aria imponente, quasi irraggiungibile. C'era un'energia trattenuta in ogni linea del suo corpo, qualcosa che bruciava al di sotto della superficie, e che si opponeva fermamente all'idea di cedere alla sconfitta come le altre.
Ma Reina non sembrava neanche notare gli sguardi delle compagne. Il suo viso, immobile e teso, era rivolto verso Sakurai, che dall'altro lato della rete la osservava con un sorriso soddisfatto, quasi di scherno. Per un lungo momento, i loro sguardi si incrociarono: Sakurai sorrideva trionfante, mentre Reina rispondeva con un'espressione dura e inflessibile.
Nei suoi occhi c'era rabbia, ma una rabbia fredda, controllata, che non le permetteva di lasciarsi andare come le altre. Le labbra serrate, i pugni stretti lungo i fianchi, Reina sembrava l'incarnazione della determinazione che si rifiuta di arrendersi anche di fronte all'evidenza. Non avrebbe pianto, non avrebbe ceduto alla sconfitta, non le avrebbe mai dato quella soddisfazione, dopotutto faceva parte di Reina, Taiga ricordava fermamente di poter contare sulle dita di una sola mano le volte in cui aveva visto Reina piangere.
La scena era surreale: tutte le ragazze del Seijoh abbattute e in lacrime a terra, avvolte da quel dolore condiviso, mentre Reina, solitaria e silenziosa, rimaneva in piedi, lo sguardo fisso su Sakurai. E in quel silenzio carico di tensione, la sua presenza sembrava quasi urlare più forte delle lacrime delle sue compagne.
