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La sera della festa era finalmente arrivata, e la casa di Topper era illuminata da luci colorate e musica che si sentiva già dall’esterno. Jobe, vestito in modo più elegante del solito, indossava una camicia bianca perfettamente stirata e un paio di pantaloni scuri. I capelli erano pettinati con cura, e il suo profumo fresco era appena percettibile.

Elena, al suo fianco, sembrava visibilmente a disagio. Indossava un maglione nero e un paio di jeans semplici. Jobe l’aveva praticamente trascinata lì.
"Non ci posso credere che mi hai fatto venire," borbottò Elena mentre entravano.
"Dai, sarà divertente," rispose Jobe, sorridendole. Ma dentro di sé, sapeva di essere lì solo per una ragione: Katherine.

La festa era già in pieno svolgimento. Le persone ridevano, ballavano e parlavano in piccoli gruppi sparsi per il soggiorno ampio e lussuoso. Ma Jobe non dovette cercare a lungo. Katherine era al centro dell’attenzione, come sempre. Indossava un vestito corto color rosso scarlatto, che abbracciava perfettamente il suo corpo slanciato e lasciava intravedere le sue gambe toniche. I capelli biondi ondeggiavano mentre rideva con un gruppo di amici, e ogni movimento sembrava studiato, perfetto, come se fosse uscita da un film.

Jobe la guardò, incapace di distogliere lo sguardo. Per lui, sembrava una modella che camminava su una passerella. Elena, accanto a lui, notò il modo in cui i suoi occhi brillavano mentre la fissava e sospirò.

Katherine li vide quasi subito. Si staccò dal gruppo e si avvicinò, camminando con una grazia naturale che sembrava catturare l’attenzione di tutti nella stanza.
"Jobe," disse con un sorriso radioso, i suoi occhi chiari che lo fissavano. "Wow, stai benissimo. Non ti avevo mai visto vestito così."

Jobe sentì il sangue affluire al viso, e un leggero rossore si fece strada sulle sue guance. "Grazie," rispose timidamente, grattandosi la nuca. "Anche tu... sei incredibile."

Katherine rise leggermente, come se fosse abituata a ricevere complimenti, ma per un attimo sembrò apprezzare quello di Jobe più degli altri. Elena osservava la scena in silenzio, cercando di non mostrare il disagio che provava.

Jobe stava per dire qualcosa, forse un commento su quanto fosse bella o un tentativo goffo di iniziare una conversazione, ma non ebbe il tempo. Topper si avvicinò, con il solito sorriso arrogante stampato sul volto. Mise un braccio intorno alla vita di Katherine e la tirò delicatamente a sé.
"Ehi, scusate l’interruzione," disse, guardando Jobe con un sorriso sottile che sembrava un avvertimento. "La rubo per un attimo."

Katherine guardò Jobe con un’espressione quasi dispiaciuta, come se volesse restare, ma non disse nulla. Si lasciò trascinare via da Topper, che si girò a lanciare a Jobe uno sguardo indagatore, come per ricordargli chi comandava.

Jobe rimase immobile, la sensazione di vuoto che si faceva largo nel suo petto. Elena lo osservò e poi sospirò, cercando di mascherare il fastidio.
"È sempre così, lo sai," disse piano.
Jobe si girò verso di lei, cercando di sorridere. "Non importa. Siamo qui per divertirci, no?"

Elena scosse la testa, ma non disse nulla. Sapeva che Jobe si stava solo illudendo, e sapeva quanto sarebbe stato doloroso quando tutto sarebbe crollato.

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