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A fine lezione, la campanella suonò e gli studenti cominciarono ad alzarsi per raccogliere i loro libri. Jobe e Katherine erano ancora intenti a chiacchierare, completamente immersi nella conversazione. Katherine sorrise a Jobe con quel sorriso che, come al solito, faceva battere forte il cuore di lui. Il suo sguardo era rilassato e naturale, ma allo stesso tempo c’era qualcosa di magnetico, un'energia che non poteva fare a meno di attirarlo.

"Ci vediamo dopo, Jobe," disse Katherine, con un sorriso malizioso che lo fece arrossire. "Non dimenticare la promessa di darmi una mano con il compito di storia."

"Ah... sì, certo," rispose Jobe, balbettando, mentre cercava di sembrare calmo. Ma il suo viso tradiva un'emozione che non riusciva a nascondere: un sorriso stupido che gli aveva preso il volto, come se avesse appena ricevuto il regalo più grande del mondo.

Katherine lo guardò un’ultima volta, facendo un cenno con la testa e un piccolo ondeggiare della mano. "A dopo," disse, e con grazia si girò per uscire dalla classe.

Jobe la guardò allontanarsi, gli occhi fissi su di lei, mentre il sorriso rimaneva immobile sul suo volto. Non poteva fare a meno di pensare che il suo mondo fosse appena diventato più luminoso, come se tutto fosse più bello con Katherine che c’era.

Ma quella scena fu interrotta bruscamente.

"Jobe, andiamo!" disse Elena, avvicinandosi a lui con Katia e Evelin. "Siamo in ritardo per il prossimo corso!"

Jobe si svegliò dal suo sogno ad occhi aperti e si girò verso Elena, vedendo il suo volto teso. Evelin aveva un’espressione che tradiva la sua frustrazione, e Katia, pur sorridendo, sembrava consapevole della tensione che aleggiava tra i due.

"Ah, sì, scusate," disse Jobe, ancora un po’ stordito, mentre si alzava. Ma i suoi occhi rimasero fissati su Katherine per un attimo, finché non uscì dalla porta.

Elena fece un passo avanti e, con una mano sulla spalla di Jobe, lo spinse gentilmente verso l'uscita della classe. Evelin, che lo stava guardando con occhi gelidi, lanciò un'ultima occhiata a Katherine prima di seguirli. "Ehi, Jobe, non è che stai facendo tutto un po' troppo facilmente, eh?" disse, con un sorriso forzato che cercava di sembrare innocente, ma che rivelava più di quanto volesse mostrare.

Jobe si fermò un istante, non sapendo bene come rispondere. Evelin lo stava guardando con un'espressione che tradiva una certa dose di gelosia, anche se cercava di nasconderla. Il suo sorriso non raggiungeva mai gli occhi.

"Non è come pensi," rispose Jobe, cercando di giustificarsi, ma senza riuscirci. L’immagine di Katherine che se ne andava lo faceva sentire come se fosse ancora intrappolato in quel momento.

Nel frattempo, Elena stava cercando di distrarlo, ma non poté fare a meno di notare la tensione crescente tra Evelin e Jobe. E mentre si dirigevano verso il corridoio, Elena vide che Evelin non faceva che lanciare occhiate di fuoco nella direzione di Katherine, come se volesse bruciarla con lo sguardo.

Mentre camminavano, Jobe rimase in silenzio, e ogni tanto si girava per guardare Katherine, che ormai si stava allontanando. Ogni volta che i suoi occhi incontravano i suoi, Jobe sentiva quelle farfalle nello stomaco tornare, ma ogni volta Evelin e Elena lo riportavano alla realtà.

"Jobe, sei sicuro che stai bene?" chiese Elena, notando quanto fosse distratto.

"Eh?" rispose Jobe, scuotendo leggermente la testa. "Sì, sì, tutto ok..."

Ma il suo sorriso imbarazzato tradiva il suo cuore che batteva più forte per Katherine. E Evelin, nonostante cercasse di mascherarlo, non poté fare a meno di notare quanto Jobe fosse ancora preso da quel bacio, da quei momenti con Katherine.

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