Jobe camminava nei corridoi con un sorriso che non riusciva a cancellare dal viso. Il suo cuore batteva ancora forte, come se fosse appena uscito da un sogno. Non riusciva a smettere di pensare al bacio con Katherine e a come lei lo avesse fatto sentire speciale, come se fosse l'unica persona che contava in quel momento. Le parole di Elena, che aveva cercato di farlo ragionare, non gli risuonavano più nella testa. Era come se tutto quello che Elena gli dicesse non potesse toccarlo, non ora.
Si sedette su una panchina vicino a una delle entrate della scuola, guardando distrattamente il pavimento, persa nei suoi pensieri. Il suo sorriso non svaniva mai. Sapeva che qualcosa stava cambiando tra lui e Katherine, qualcosa che non poteva ignorare.
Proprio in quel momento, Elena si avvicinò a lui. Aveva l'espressione preoccupata, quasi esasperata. "Jobe..." iniziò, il suo tono morbido ma fermo, come se volesse convincerlo a vedere la realtà delle cose. "Tu non vedi cosa sta succedendo, vero? Katherine non ti guarda come pensi. Ti sta solo usando. È una persona che gioca con i sentimenti degli altri, e tu... tu sei solo una pedina nel suo gioco."
Jobe la guardò, ma non riusciva a comprendere appieno le sue parole. Il suo cuore e la sua mente erano lontani, troppo presi da tutto ciò che Katherine gli aveva fatto provare. La guardò negli occhi, ma non riusciva a credere che le sue parole potessero avere ragione.
"Non è così, Elena," rispose Jobe con una calma che lo sorprese, anche se il suo tono tradiva una leggera sfumatura di confusione. "Katherine non è come dici tu. Io sento che tra di noi c'è qualcosa di vero."
Elena sospirò, abbassando lo sguardo. Sapeva che Jobe stava vivendo qualcosa che non riusciva a vedere, ma non riusciva a fare a meno di preoccuparsi per lui. "Jobe," iniziò di nuovo, ma non ebbe il tempo di finire la frase, perché in quel momento sentì dei passi rapidi avvicinarsi.
Katherine apparve davanti a loro, il sorriso furbo dipinto sulle labbra. Si fermò davanti a Jobe, che sollevò lo sguardo con un'espressione che non riusciva a nascondere il suo affetto. Katherine, vedendo che Elena era lì, decise di divertirsi un po' e si avvicinò a Jobe in modo sensuale.
Con un movimento veloce e deciso, Katherine prese il viso di Jobe tra le mani e lo baciò rapidamente, un bacio a stampo, con quel gesto che sembrava tutto tranne che casuale. Un bacio che lasciò Jobe senza fiato e con il cuore che accelerò il battito, come se avesse appena ricevuto una scossa elettrica. La sua mente si svuotò, rimanendo bloccato in quel momento.
Poi Katherine si staccò lentamente, mantenendo un sorriso divertito e soddisfatto sul volto. Si girò lentamente verso Elena, che stava osservando la scena con una smorfia di disappunto e preoccupazione. Katherine non sembrava preoccuparsi minimamente di come Elena stesse reagendo, e con uno sguardo di superiorità, le lanciò una frecciatina: "Sai, Elena, a volte sarebbe meglio pensare di più a ciò che si dice e a come si agisce, piuttosto che cercare di rovinare ciò che è evidente."
Jobe rimase immobile, con lo sguardo ancora perso in Katherine. Non riusciva a capire completamente ciò che stava accadendo, ma il fatto che Katherine fosse così sicura di sé, così presa dal momento, gli dava la sensazione che ci fosse qualcosa di più, qualcosa che non aveva ancora capito.
Elena, sebbene arrabbiata, cercò di mantenere la calma, ma non riusciva a nascondere la delusione nel suo sguardo. "Non è una questione di parole, Katherine. È che tu stai facendo il gioco delle apparenze," disse, cercando di mantenere un tono fermo, ma il suo cuore era pesante.
Katherine alzò le spalle con indifferenza. "Gioco delle apparenze? No, Elena. È solo che non hai capito niente." Poi si voltò verso Jobe, come se il resto del mondo non esistesse, e gli sorrise di nuovo, questa volta in modo più intimo. "Vieni, Jobe. C'è qualcosa di più che dobbiamo fare."
Jobe la guardò, ancora confuso ma incapace di ignorare il magnetismo che sentiva per lei. Guardò per un momento Elena, ma non riusciva a trovare le parole giuste. La sua mente era sopraffatta da tutto ciò che stava succedendo.
Elena, vedendo la determinazione negli occhi di Jobe, capì che ormai era troppo tardi. La sua preoccupazione per lui non era mai stata più forte, ma sentiva anche che non poteva fare nulla per impedirgli di seguirla.
Jobe si alzò, seguendo Katherine mentre lei si allontanava con un passo deciso. Ogni passo che faceva lo allontanava da Elena e dalla realtà che lei aveva cercato di mostrargli. Ma, per quanto stesse cercando di ragionare, Jobe non riusciva a fare a meno di sentire che in quel momento Katherine era l'unica persona che contava.
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fall in love
FanfictionJude bellingham si innamora della sorella della sua migliore amica