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Elena fissava il suo quaderno, ma le parole sul foglio sembravano danzare senza senso. Non riusciva a concentrarsi sulla lezione. Ogni volta che alzava lo sguardo, lo trovava attratto inevitabilmente verso Katherine e Jobe, seduti insieme.

Katherine era impeccabile come sempre: ogni suo gesto sembrava calcolato per catturare l’attenzione. Si sporgeva leggermente verso Jobe, mostrando quel suo sorriso perfetto, oppure giocava distrattamente con una ciocca dei suoi capelli ondulati, avvolgendola attorno al dito. Ogni tanto si mordeva delicatamente il labbro mentre scriveva, lanciando a Jobe uno sguardo da sotto le ciglia.

Jobe, da parte sua, sembrava ipnotizzato. Anche se cercava di concentrarsi sul libro di matematica aperto davanti a lui, ogni volta che Katherine si avvicinava per chiedere qualcosa, diventava visibilmente nervoso. Lei gli sfiorava la mano "accidentalmente" mentre prendeva la penna, o si avvicinava abbastanza da farlo arrossire.

Elena sospirò, sentendo una stretta al petto. Non era gelosia, o almeno non del tipo romantico. Era più la consapevolezza che Jobe fosse così preso da qualcosa che non avrebbe mai potuto dargli ciò che cercava.

Dal suo posto, Evelin stava assistendo alla stessa scena, ma la sua reazione era tutt’altro che silenziosa. Lanciava occhiate di fuoco verso Katherine, le labbra serrate in una linea dura. Ogni volta che Katherine ridacchiava o si chinava verso Jobe, Evelin stringeva il pugno sul banco.

"Ma guarda questa," sibilò a bassa voce, abbastanza forte perché Katia accanto a lei potesse sentirla.
Katia sollevò un sopracciglio divertito. "È Katherine. Fa così con tutti. Non prenderla sul personale."

"Non è solo con tutti," ribatté Evelin, il suo tono pieno di rancore. "Sta facendo apposta. Guarda come lo manipola. Come se non avesse già Topper."

Katia scrollò le spalle. "Beh, forse non si accontenta. O magari le piace vedere come reagiscono gli altri."

Evelin incrociò le braccia, continuando a fissare Katherine come se stesse cercando di fulminarla con lo sguardo. Elena poteva sentire la tensione crescere nell’aria, anche senza voltarsi.

Il professore chiamò il suo nome, tirandola fuori dai suoi pensieri. "Elena, hai capito il passaggio?"
Lei balbettò, cercando di trovare una risposta. "Ah, sì, certo... stavo solo... riflettendo."

Ma era chiaro che non stava prestando attenzione. Il professore sospirò, proseguendo con la spiegazione, ma Elena sentì il peso dello sguardo di Evelin e Katia su di lei. Si sentiva in trappola, come se fosse parte di un gioco che non aveva scelto di giocare.

E proprio in quel momento, Katherine scoppiò in una risata cristallina per qualcosa che Jobe aveva detto, attirando di nuovo l’attenzione di tutti. Anche il professore si fermò per un istante, osservando la scena con un sopracciglio alzato. Katherine sembrava non accorgersene, continuando a sorridere a Jobe, che le restituì un sorriso timido.

Elena abbassò lo sguardo, cercando di ignorare il nodo che sentiva crescere nel petto, mentre Evelin sembrava pronta a esplodere.

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