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Il giorno successivo, Jobe ed Elena erano in cortile, seduti sul bordo di una panchina mentre Evelin e Katia erano accanto a loro, animate in una conversazione che sembrava girare sempre attorno a Jobe. Evelin, in particolare, sembrava impegnarsi per attirare la sua attenzione.

"Allora, Jobe," iniziò Evelin con un sorriso smagliante. "Hai pensato a quello che ti ho detto ieri sera? Magari potremmo uscire insieme, tipo per un gelato o qualcosa del genere?"

Jobe sembrava sorpreso dalla proposta e stava per rispondere, ma Elena, che era seduta di lato e osservava la scena, si rese conto di quanto Evelin fosse infastidita dal bacio tra lui e Katherine. Evelin non lo diceva apertamente, ma era evidente: ogni volta che qualcuno accennava al gioco della bottiglia o al bacio della sera precedente, il suo sorriso si incrinava leggermente, e il tono della sua voce diventava più rigido.

Elena incrociò le braccia, sospirando tra sé. Evelin non sembrava intenzionata ad arrendersi, nonostante fosse chiaro che Jobe avesse occhi solo per Katherine.
"Non so, Evelin," rispose Jobe educatamente. "Questa settimana sono un po' impegnato con gli allenamenti, ma magari un’altra volta."

Evelin non si diede per vinta, ridendo con un'aria affabile. "Va bene, ma fammi sapere quando sei libero."

In quel momento, un brusio attraversò il cortile. Katherine e Topper erano appena passati, circondati da un piccolo gruppo di amici. Katherine era radiosa come sempre, i suoi capelli ondulati catturavano la luce del sole, e il suo sorriso perfetto sembrava ipnotizzare chiunque la guardasse. Topper camminava accanto a lei con la solita aria di superiorità, ma la maggior parte degli sguardi erano rivolti a Katherine.

Jobe, inevitabilmente, si girò verso di loro, il cuore che gli batteva più forte solo vedendola. Non poteva farne a meno. Katherine era semplicemente magnetica.

Mentre il gruppo passava, Katherine si voltò leggermente, come se avesse percepito lo sguardo di Jobe. I loro occhi si incontrarono, e per un istante, tutto sembrò fermarsi. Quel semplice contatto visivo bastò a far riaccendere le farfalle nello stomaco di entrambi.

Jobe trattenne il respiro. Katherine rimase immobile per un attimo, poi distolse lo sguardo, tornando a sorridere al gruppo che la circondava. Il momento era stato breve, ma aveva lasciato un’impronta indelebile su entrambi.

Elena notò tutto. Il modo in cui Katherine si era girata, il modo in cui Jobe era rimasto senza parole, e anche quel leggero rossore sulle guance della sorella quando si era voltata verso Topper. Elena strinse le labbra, sapendo che Jobe era ancora più perso di prima e che Katherine, nonostante tutto, non sembrava così indifferente come voleva far credere.

"Stai bene?" chiese Katia, interrompendo i pensieri di Elena.
"Sì, certo," rispose Elena, distogliendo lo sguardo da Katherine e tornando a concentrarsi sulla conversazione. Ma dentro di sé, non poteva fare a meno di chiedersi dove avrebbe portato tutta quella tensione tra sua sorella e Jobe.

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