⋆ Chapter 50

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La stanza era avvolta dal silenzio, interrotto solo dal lieve brusio proveniente dal corridoio. Helena, seduta sul letto, teneva il telefono vicino all’orecchio mentre aspettava che qualcuno rispondesse. Dopo pochi secondi, dall’altro lato arrivò una voce familiare.

“Hola, Mat! Come stai?” chiese con un sorriso, sentendo immediatamente un senso di conforto.

“Todo bien, hermana,” rispose Matteo. “E tu? Cosa mi racconti?”

Helena si sistemò meglio sul letto, cercando di rilassarsi. “Ho cantato il mio inedito oggi... Oltre le stelle. Il pubblico mi ha messa seconda in classifica.”

“¡Increíble! Complimenti! Sei contenta, no?”

“Sí… cioè, sì, però…” esordì, lasciando la frase in sospeso.

“Però cosa?” chiese Matteo, preoccupato. “Hermana, parla chiaro.”

“Non lo so,” ammise Helena. “A volte sembra che non basti mai quello che faccio. Anche quando sono felice per un risultato, dentro di me penso che potrei fare di più, o che devo dimostrare ancora qualcosa.”

“Helena, ascoltami,” rispose lui con tono deciso. “Sei sempre stata troppo dura con te stessa. Sei lì perché sei brava. E il pubblico ti ha messa seconda perché lo sa anche lui.”

Helena sorrise debolmente, stringendo il telefono. “Grazie, Mat… è solo che a volte è difficile crederci davvero.”

“Beh, allora ricordalo: noi ti crediamo. Io, Sofia… sempre. Sai quanto sono orgoglioso di te?”

“Sofia,” mormorò Helena, sentendo un nodo stringerle la gola.

“Sì, Sofia,” riprese Matteo con dolcezza. “Lei è con te ogni volta che canti, ogni volta che sorridi. E io sono qui per ricordartelo.”

“Te quiero mucho,” disse lei con voce rotta, ma carica di affetto.

“Anch’io ti voglio bene, piccola. Non dimenticarlo mai,” concluse Matteo.

Helena si prese un momento per riprendersi prima di chiudere la chiamata. Proprio mentre posava il telefono accanto a sé, la porta si aprì e Trigno entrò nella stanza.

“Disturbo?” chiese con tono calmo, osservandola mentre si passava una mano tra i capelli.

“No, tranquillo,” rispose Helena, alzando lo sguardo verso di lui.

“Parlavi con tuo fratello?” domandò, avvicinandosi con un’espressione curiosa.

“Sì,” ammise lei, abbozzando un sorriso. “Matteo è... sempre bravo a farmi sentire meglio.”

“Posso immaginarlo,” disse Trigno, sedendosi sul bordo del letto accanto a lei. “Ma perché avevi quella faccia quando sono entrato?”

Helena sospirò, abbassando lo sguardo. “È solo che… ogni tanto sento di dover fare di più, dimostrare di essere abbastanza.”

“Helena,” disse lui, guardandola dritto negli occhi. “Tu non hai niente da dimostrare. Sei brava, e lo sai anche tu. Non lasciare che questi pensieri ti consumino.”

Lei alzò gli occhi verso di lui, sorpresa dalla sua sincerità. “Grazie,” mormorò, un lieve sorriso che iniziava a comparire sul suo viso.

“Non c’è bisogno di ringraziarmi,” rispose Trigno con un piccolo sorriso. “Ma la prossima volta che pensi di non essere abbastanza, ricordati di come ti vedono le persone che ti vogliono bene. E ricordati anche di come ti vedo io.”

Helena lo fissò per un momento, il cuore che batteva un po’ più forte. Poi annuì. “Ci proverò,” disse con voce bassa.

“Bene,” concluse lui, alzandosi. “Ora andiamo. Gli altri staranno già inventando storie su di noi visto quanto ci mettiamo.”

Helena rise, alzandosi anche lei. “Sì, meglio non dar loro altre idee.”

E insieme lasciarono la stanza, il peso sul cuore di Helena che sembrava essersi alleggerito.

Questione Di Sguardi| TrignoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora