⋆ Chapter 51

114 3 0
                                    

☆⋆。‧_____________‧。⋆☆

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

☆⋆。‧_____________‧。⋆☆

La sala comune era piena di chiacchiere e risate. La settimana era stata intensa, tra prove, confronti e piccoli drammi. Helena sedeva in disparte su un divano, il quaderno degli appunti aperto sulle ginocchia. Da giorni si era tenuta occupata con la scrittura, evitando troppo contatto con gli altri. Non perché non volesse socializzare, ma perché sentiva di dover mettere a fuoco qualcosa dentro di sé.

"Sei sempre lì, immersa nei tuoi pensieri." La voce di Trigno interruppe il suo flusso mentale.

Helena alzò lo sguardo e lo vide in piedi accanto a lei, con le mani infilate nelle tasche e quel sorriso sicuro che lo contraddistingueva. "E tu sempre in giro a disturbare chi vuole stare tranquillo," rispose lei con una mezza risata.

"È un talento," replicò lui, sedendosi accanto a lei. "Che scrivi?"

Helena esitò, chiudendo leggermente il quaderno. "Solo pensieri... e qualche verso. Sto cercando l'ispirazione per un nuovo pezzo."

"Ti serve una mano?" chiese Trigno, spostandosi un po' più vicino.

Lei lo guardò, un sopracciglio sollevato. "E da quando sei un poeta?"

"Non lo sono, ma so ascoltare," disse lui con calma. "E magari posso aiutarti a mettere ordine in quel caos che hai lì dentro." Indicò la sua testa con un sorriso divertito.

Helena ridacchiò, anche se sapeva che c'era un fondo di verità in quelle parole. "Ok, allora. Sto lavorando su un'idea... riguarda il tempo. Sai, quella sensazione di voler afferrare ogni istante, ma sentire che ti scivola sempre dalle mani."

Trigno annuì, serio per una volta. "Capisco. È qualcosa che conosco bene."

"Davvero?"

"Certo. Tutti sentiamo il tempo scorrere troppo veloce, soprattutto quando cerchiamo di dimostrare qualcosa. Come se il tempo fosse il nostro giudice più severo."

Le sue parole fecero eco ai pensieri di Helena, e lei si ritrovò a scrivere qualcosa senza nemmeno accorgersene. Trigno osservava in silenzio, come se stesse aspettando il momento giusto per dire qualcosa di più.

"Però sai," aggiunse, "a volte bisogna smettere di correre e semplicemente... lasciarsi andare. Lascia che sia la musica a raccontare, non tu."

Helena lo fissò per un attimo, colpita da quella semplicità. "Hai ragione," disse infine, chiudendo il quaderno con un sorriso. "Forse mi preoccupo troppo di trovare le parole giuste, quando invece basterebbe sentirle."

Trigno si alzò, guardandola dall'alto con un'espressione complice. "Finalmente cominci a capire. Ora vieni. I ragazzi stanno provando una cosa nuova, e tu non puoi perderla."

Helena scosse la testa con un sorriso, ma si alzò, seguendolo. Per qualche ragione, la sua presenza le dava una calma che non riusciva a spiegare.

Mentre camminavano fianco a fianco verso la sala prove, Helena si rese conto che, forse, Trigno non era solo il ragazzo un po' arrogante che sembrava. Forse era anche quello di cui aveva bisogno: qualcuno che sapesse vedere oltre i suoi silenzi.

Questione Di Sguardi| TrignoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora