Si mise alla ricerca della stanza della necromante; lo stucco bianco della pareti e i l'architettura sempre non rendevano facile orientarsi, ma grazie ad alcune memorie d'infanzia ci riuscì... Non sapeva quale fosse la stanza di Serin, ma per fortuna, un comodo nastrino viola legato al pomello glielo rivelò. Il chierico bussò.
«Serin! Hai finito di fare la valigia? Ti sei persa dei bei momenti in famiglia.»
Era decisamente... Inebriato. Non parlava a voce alta, ma ogni parola aveva una strana allegria dietro.
«Ovviamente sono qui per vantarmi. Credo che i tuoi mi adorino.»
Serin, nel sentire la sua voce, si affrettò ad aprire la porta, lo afferrò per il braccio, e con una forza celata dalla rabbia lo trascinò dentro, curandosi che nessun domestico si aggirasse. Purtroppo per lei erano i primi ad avere occhi, orecchie... E bocche con cui spettegolare soprattutto. La stanza di Serin era diversa dal resto della casa. Presentava un elegante affresco sul soffitto che raffigurava delle pecore sbranate e uccise da un lupo. Le pareti, invece erano rivestite con una strana tappezzeria nera, paragonabile a quella di una camera mortuaria decorate con delle boiserie dorate, mentre i pesanti tendaggi – neri anch'essi - Tony poteva essere sicuro di averli visti solo in qualche chiesa... Nell'angolo accanto all'armadio, invece, vi era un'inquietante scheletro tenuto in piedi da un'asta metallica. Un'occhiata più arguta però avrebbe potuto constatare che quello altri non era che la riproduzione di uno scheletro, uno di quelli che si poteva trovare negli studi medici.
«Shhh! Se ti dovessero sentire, il viaggio è ancora in tempo ad essere annullato. Cosa ti serve?»
Quello strattone improvviso arrivò quasi a fargli perdere l'equilibrio, riuscì solo per miracolo ad aggrapparsi al pomello della porta con l'altro braccio ed evitare di collassare sopra a Serin; per altro, come effetto secondario di questo salvataggio, la porta si era chiusa con un discreto rumore. Tony imprecò sottovoce, pregando che non si fosse sentito nella sala principale, per poi dare uno sguardo collerico alla minuta Ambervale.
«Per il Divino, Serin! Smettila di strattonarmi il braccio ad ogni occasione!»
Serin, al sentire quelle parole una volta entrata, lo aiutò a richiudere lentamente la porta e a non caderle addosso reggendolo anche dall'altro braccio.
«Ti darei anche ragione, se non fossi così ubriaco da non reggerti neanche in piedi.»
L'Aasimar diede una rapida occhiata al decoro della stanza... Era esattamente come se l'era immaginato. Aveva visto più colori durante certe processioni funebri alla cattedrale, anzi, a dirla tutta era abbastanza sicuro che certi chierici della morte fossero meno cupi e ossessionati di lei. Nonostante la luce lunare, che per un essere dotato di scurovisione come lui illuminava con chiarezza pari ai raggi del Sole, continuava a vedere solo tonalità di grigio scuro e nero. L'oro della boiserie era l'unico stacco degno di nota.
«Mh... Ti facevo più una donna da argento che da oro. E ci avrei scommesso che il tuo decoro sarebbe stato da autistica in iperfissazione.» commentò, con un tono rilassato e molto meno bellicoso del solito. Non sembrava un tentativo di essere crudele. Uno sprazzo di colore riflesso sull'oro catturò la sua attenzione e gli fece alzare lo sguardo, rivelando l'affresco. Il chierico non poté fare a meno di ridacchiare.
«Sei modesta.» ironizzò, tra una risatina e l'altra.
Di nuovo, il suo solito astio era assente. Tony sembrava genuinamente divertito e rilassato, come se per una volta si fosse davvero sciolto. Volse nuovamente lo sguardo verso Serin e si rese conto appieno di quanto era bassa rispetto a lui. Nel suo stato inebriato lo trovò divertente, ma non era lì per prenderla in giro, gli era passata la voglia. Era lì per riferire com'era andata la cena.
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Elonia
FantasyNell'impero di Elonia, durante una delle sue investigazioni, la detective necromante Serin, che verrà affiancata dal giovane chierico Tony, scopre un macabro macchinario capace di trasformare gli umani in feroci bestie; ma il giorno dopo, quando ri...