Capitolo 2

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Mi svegliai alle prime luci dell'alba, era stata una notte agitata, lui se ne era andato con quel viso segnato dai sensi di colpa e ora che sono sveglia mi sono resa conto di quella verità, del quale ignoravo l'esistenza. Jane era morta, il suo primo amore non c'era più. La mia mente inizia a credere che per lui, io sia stata solo uno svago, per non pensare a lei. Ma, a quanto pare, si è reso conto del suo errore. E anche se ci conoscevamo poco e niente, il mio cuore mi impedisce di dimenticarlo. Da quando l'ho visto per la prima volta a New York, ho iniziato a sentirmi sempre più strana, soprattutto trovandomi di fronte a lui. Cercai di alzarmi da quel letto che era diventato la mia prigione, mi faceva pensare a lui. Con gli occhi pieni di lacrime non versate, andai in bagno e mi vidi in quello specchio che mostrava il mio volto infranto, con una smorfia amara che lo deformava invece che del solito sorriso. Mi sentivo più sola che mai. Non riuscivo a respirare, mi mancava l'aria. Avevo paura di svenire, ma feci un gran respiro e tenendomi forte al lavandino, riacquistai un po' le forze che mi erano mancate. Mi sentivo meglio fisicamente, ma mentalmente ero distrutta, credevo che i mille pezzi dentro di me si sarebbero sparsi per tutto il mondo e pregavo perché qualcuno li raccogliesse e mi desse quell'affetto del quale avevo bisogno. "Piangi di notte quando nessuno ti vede. Piangi in silenzio per non far rumore. Piangi, ma di mattina sii forte, mostrati sorridente e magari queste ombre spaventate dalla tua luce se ne andranno" pensai speranzosa e iniziai una nuova giornata sperando che fosse piena di luce.

La spada di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora