Sono passati ormai tre giorni da quando Thor non è più nella mia vita. Loki, che ormai può andare ad Asgard a suo piacimento, mi ha detto che è ritornato il Thor menefreghista di un tempo. Si ubriaca tutti i giorni e, non è sicuro, ma crede di averlo visto entrare in una delle stanze del palazzo con una donna. Sono ormai arrivata al nono mese di gravidanza, non so come hanno fatto a sopravvivere i miei bambini con una madre sciocca come la loro. La mia amica viene ogni giorno per convincermi ad andare da Thor a scusarmi. Ma io mi sento in colpa per come l'ho trattato, non voglio vedere la delusione o il disprezzo sulla sua faccia quando mi guarderà. Ho rovinato tutto, lo so. Mi giro verso il cellulare e vedo chi è che mi chiami, beh chi poteva essere? È la mia amica, testarda come al solito non vuole rinunciare. <<Pronto?>> <<Vestiti subito ti aspetto fuori dalla porta>> e con quelle parole criptiche mi chiude la conversazione in faccia. Controvoglia mi vesto e aprendo la porta vedo la mia amica con un sorrisetto malizioso. La guardo sospettosa mentre mi trascina nella terrazza di casa mia. Mi lascia e si sposta così da poter farmi vedere Loki che tiene con forza Thor. Thor alza lo sguardo e ci guardiamo con nostalgia avvicenda. Io mi avvicino a lui e con una lacrima che scende dai miei occhi gli dico tutto quello che volevo dirgli <<Scusami, ti prego perdonami. Lo so che non merito il tuo perdono, ma...io ti amo ancora>> la lacrima si è trasformata in un fiume che sgorga dai miei occhi. Mi porto le mani al viso e piango mentre le spalle mi tremano per i singhiozzi. Sento Thor che mi afferra i polsi e me li allontana dal viso <<Anche io ti amo ancora, ma ci siamo feriti avvicenda troppe volte. E questa ferita è più profonda delle altre...mi hai spezzato il cuore, Hope>> <<Lo so e ti darò tutto il tempo che ti serve. Mi basta sapere che mi ami ancora.>> <<Non ho mai smesso>> mi confessa e proprio in quel momento i bambini mi danno un forte calcio e io mi piego in due dal dolore gridando. Guardo in basso e vedo che ho le gambe bagnate, mi si sono rotte le acque. Fisso Thor terrorizzata e lui capisce tutto, mi prende in braccio e si mette a correre per arrivare poi in strada, cerca la macchina e quando la trova ci fa entrare tutti di forza. Io faccio come mi ha insegnato il dottore, respirando ed espirando velocemente. Arrivati in ospedale, Thor mi porta in sala d'aspetto, dove cerca un'infermiera. Tutto scorre così veloce, sono già in una stanza ospedaliera, mentre con Thor accanto, il dottore dice che sono ancora poco dilatata e che devo evitare di spingere. Io urlo sempre più spesso per le dolorose contrazioni, mentre Thor cerca di aiutarmi in qualche modo. Torna di nuovo il dottore e stavolta mi dice che siamo pronti a far nascere i bambini. Mentre Thor se ne va per poi ritornare con un camice ospedaliero e mettersi di nuovo accanto me tenendomi la mano che io puntualmente stritolo. Le contrazioni sono violente, quando il dottore mi dice <<Dai forza Hope sei bravissima si vede già la testa, manca poco, spingi forza>> e con un urlo viene al mondo il nostro primo bambino <<È un maschio, congratulazioni! >> e lo porge ad un'infermiera che provvede a pulirlo mentre la mia tortura continua e finalmente viene al mondo anche la nostra bambina <<Ed ecco una femminuccia!>> mi portano i miei bambini per averli poi uno in ogni braccio e con il loro padre accanto che mi abbraccia e bacia la testa dei nostri piccoli tesori, diamo il benvenuto al mondo ai nostri bambini <<Vi abbiamo aspettato tanto, tesorini miei...Tristan e Freya sono felice che finalmente siete qui con me, vi voglio già un mondo di bene>> e bacio come il padre la loro testolina, annusando il loro meraviglioso profumo di neonato. I miei piccoli sono perfetti e bellissimi, proprio come l'immaginavo. Sarò una madre migliore d'ora in poi, com'è giusto che sia.

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La spada di fuoco
Fanfiction(IN REVISIONE) Hope era una vivace ragazza che si era da poco trasferita all'estero insieme alla sua amica di sempre. La sua vita, agli occhi degli altri, sarebbe potuta sembrare perfetta, se non fosse per un grosso problema, causato proprio da que...