𝟸𝟺♥︎ 𝙳𝚊𝚛𝚔𝚗𝚎𝚜𝚜

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Cinque anni fa

Il delirio, questo è quello che vedo, che mi travolge.

Le urla di paura, gente che corre in tutte le direzioni, un fulmine che squarcia il cielo illuminando la notte oscura.

I miei occhi che sbattono in continuazione senza riuscire a mettere correttamente a fuoco le immagini; un volto infuriato, quello di Alaryc.

L'odio, lo sgomento, il panico.

La tensione sotto pelle, l'adrenalina alle stelle e la nausea che striscia nel mio stomaco.

Il mio amico che si allontana a fatica e io che gli corro dietro quando lo vedo crollare con le ginocchia nel terreno; la mia spalla come supporto, la mia razionalità come amica, aiuta, in questi casi.

Tutto sembra bloccato, dondolante in quel tempo librato nell'aria.

Dapprima lento, per poi correre alla velocità della luce quando tutte le immagini iniziano a rincorrersi velocemente.

Prendo il braccio di Midnight e me lo faccio passare sopra alle spalle, lui si lamenta, ma mi asseconda con fatica.

«Se lo segui nemmeno tu potrai tornare qui!», sento urlare alle mie spalle, una voce carica di disprezzo e odio.

Lo ignoro, penso solo a camminare, a tratti corro con il sangue pulsante nelle vene, ho solo un obbiettivo: sopravvivere.

«Lei dov'è?» sento mormorare, «dobbiamo tornare indietro» lo strattono con forza, intravedo il suo sguardo perso e le mani che tremano.

«Dobbiamo scappare o ci uccideranno» sarebbe stato così, se non lo avessi trascinato lontano con la forza «Mystique dov'è?» continua a chiedere in uno stato di shock evidente.

Non l'ho mai visto così, con la pelle quasi violacea che spunta dal colletto della camicia, le labbra spaccate e l'andamento barcollante.

«Non ci pensare ora», mi impongo con convinzione; oltre le mie spalle, noto solo sagome lontane, polvere e fumo che mi impediscono la vista.

«Lei...» mi spinge con forza, staccandosi da me, afferra la mia camicia in un pugno stretto «dov'è?», la pelle del viso è più tirata sulle ossa, da risultare ancora più chiara e sottile; puntando lo sguardo verso la notte noto che l'oscurità ha inghiottito ogni luce.

«Amico, calmati...», le ferite e gli ematomi che gli ricoprivano gran parte del collo e del torace si stanno riemarginando davanti ai miei occhi, ad una velocità mostruosa «io non mi calmo proprio per niente» stringe con più veemenza il pugno e serra la mandibola con forza.

•𝓜𝔂𝓼𝓽𝓲𝓺𝓾𝓮•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora