Mystique è una ragazza introversa, sognatrice e con la testa sempre tra le nuvole.
Senza memoria dei suoi genitori vive rinchiusa in un castello, circondata dal lusso, ma intrappolata dalla mancanza di libertà.
Con lunghi capelli malva e occhi lill...
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Sono seduta a tavola insieme alla mia sorellastra Aeris e a Madame Elspeth.
Il silenzio regna nella stanza dagli alti soffitti dipinti di rosa cipria, nemmeno le posate osano produrre rumore, ogni movimento è calibrato e controllato.
Non ci è consentito parlare fino a quando non finiamo tutto quello che ci viene servito, la schiena inizia a dolermi per la postura innaturale che la mia matrigna ci costringe a mantenere.
I gomiti ben distanziati e la testa in linea con la spina dorsale, non dobbiamo abbassare troppo il mento o sembreremo "sgraziate" agli occhi di chi ci osserva.
Mi pulisco con il tovagliolo di lino pregiato stando attenta a non esagerare con i movimenti.
«Ti sei di nuovo mangiata le unghie, Mystique?» dice con tono severo prendendomi la mano e esaminando le ferite ancora fresche.
Abbasso lo sguardo colpevole, si sono riaperte e mi hanno macchiato il vestito con qualche gocciolina di sangue.
Lascia andare la mia mano delusa, si pulisce subito nella salvietta, come se potessi attaccarle qualche malattia.
Porta il pollice e l'indice alle tempie e se le massaggia, lo fa sempre quando cerca di trattenersi dall'urlarmi contro, se faccio qualcosa che è fuori dagli standard dell'alta aristocrazia di Valleyborn.
Sento la reincarnazione del male di fronte a me sogghignare, nascondendo la sua espressione dietro al tovagliolo.
I lunghi capelli corvini acconciati in morbide onde e gli occhi vispi e profondi da cerbiatto la rendono la ragazza ideale per ogni uomo in cerca di moglie, peccato che nasconda un animo crudele.
Non ho mai conosciuto i miei veri genitori, mio padre prima di morire ha pensato bene di darmi in affidamento a Madame Elsphet.
Non girano belle voci sul suo conto, non che io possa sentirle visto che sono rinchiusa qui da...sempre.
Però mi è capitato di origliare qualche conversazione tra domestici, si riferivano a lei con il nomignolo di "strega", posso immaginare il motivo.
«Puoi andare in camera tua, Mystique. Io devo parlare con la mia adorata figlia» si gira nella sua direzione, venerandola silenziosamente.
Aeris alza la testa orgogliosa, come se fosse già la regina di questa terra, non passa giorno in cui mi ricordi la nostra differenza; lei è intelligente, bella e socievole.
Ha il portamento giusto, la schiena dritta e gli occhi di un intenso color nocciola caramellato, abbinati ai capelli e alla pelle leggermente rosata, ma soprattutto è libera, forse la cosa che le invidio più di tutto.
Mi alzo facendo un inchino di saluto, mi dileguo, lasciandole sole a farfugliare.
Lo so cosa starete pensando: deve essere una noia vivere costantemente così, ma io ci ho fatto l'abitudine.