capitolo 9

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Dopo aver riso come matti per tutta la sera, sentí il telefono squillare, ma non ebbi il tempo di rispondere che misero giu, così guardai lo schermo

10 chiamate senza risposta: mamma
5 chiamate senza risposta: papà
3 chiamate senza risposta: casa

Mi ero totalmente scordata di loro, guardai l'ora erano le 11:33, cosi composi il numero e chiamai

"Pronto" era mia mamma, ma la sua voce era disperata

"Mamma, sono io" gli dissi, dall'altro capo del telefono si sentirono dei rumori forti, segno che si era alzata e corsa da qualche parte

"Oh grazie a Dio tesoro ci hai fatti preoccupare" mia mamma era arrabbiata, ma allo stesso tempo rassicurata

"Dove sei stata signorina?" una voce fredda prese parte della discussione, la riconobbi subito era mio padre

"Marco perpiacere" ma mio padre la interruppe

"no Lucia! É da un ora che la stiamo cercano, delle spiegazione é il minimo che ci deve! Quindi dove sei stata?" il suo tono cosí freddo mi fece venire i brividi, Justin se ne accorse e mi prese la mano rassicurandomi

"Sono andata con Stephanie" gli mentii, ma come sempre non sembrava funzionare

"Sono stufo delle tue bugie, dimmi chi é lui!" mi disse urlando, Justin prese il telefono e lo mise in modalità "vivavoce"

"Scusi signor Tood, ho chiesto io a sua figlia se gentilmente poteva venire a farmi compagnia dato che ero da solo, ed essendo che pure lei lo era mi rispose che sarebbe stata una grande idea, cosí la portai qui a casa mia, cenammo e ci dedicammo allo studio, dato che sua figlia é molto piu intelligente di me"una risatina scappó dalla mia bocca e pure dall'altro capo del telefono si sentivano delle risatine da parte di mia mamma "cosi dopo aver studiato, abbiamo pensato di vedere un film, che per giunta era noiosissimo e cosi ci addormentammo e il suono dell'ultima vostra chiamata fu la nostra sveglia" nessuno disse nulla per quelle che sembravano ore, ma invece erano un paio di secondi

"D'accordo, ma lei é?" mio padre chiese tranquillamente

"Mmm io sono Justin, Justin Bieber" io gli sorrisi e lui ricambiò

"Bene signor Bieber, mi portí cortesemente mia figlia che abbiamo molto di cui parlare, ma prima mi piacerebbe discutere di alcune cose pure con lei" i miei occhi si dilatarono

"Va bene signor Tood, dieci minuti e siamo li" e con questo terminò la chiamata.

«Speravo in un momento migliore per incontrare i tuoi» mi disse alzandosi e apri la porta che inizialmente pensavo fosse il bagno, ma in realtà si rilevò una cambina armadio

«cosa posso mettere per incontrare i tuoi?» mi chiese

«qualsiasi cosa, sarai perfetto ai loro occhi come se perfetto si miei» io appena mi resi conto di ciò che avevo detto mi misi una mano davanti alla bocca e arrossí

*Cosa ho detto?
Ma lui é troppo bello
Basta Vale stai diventato pazza*

Lui si avvicinò e mi mise una mano sul viso

«tu sei sempre perfetta» e dopo scomparí dentro ad un altra porta che si trovava nella cambina armadio.
Sentii l'acqua scorrere segno che si stava facendo la doccia.

Dopo che uscì mi prese la mano e mi portò fuori dalla sua enorme casa, salutai il maggiordomo con una mano

«ciao Brude» gli urlai dalla macchina e lui con segno professionale si limitò a sorridere, Justin si avvicinò a lui e gli strinse la mano

«ciao Brude, fra un po' torno, se vuoi tu vai in camera, io prendo le chiavi» lui sorrise

«tranquillo, l'aspetto qui, a dopo capo» e cosí Justin aprí la portiera e partimmo.

Arrivammo a casa in poco tempo e sull'uscio della porta intravidi mio papà che ci stava aspettando.

Ci avvicinammo e mio padre, che scrutò dalla testa ai piedi Justin, poi sorrise

«Vale vai in camera, con te parlo domani mattina» cosí salutai Justin e andai in camera mia

#Justin

«Siediti pure non mordo» suo padre era un uomo di circa 40 anni, alto e robusto.

Senza farlo aspettare, obbedì e mi  sedei vicino a lui

«allora...» mi disse guardandomi «sei il fidanzato di mia figlia?» io ingoiai la saliva e mi leccai le labbra

«beh non proprio, diciamo che ci sto provando» lui sorrise

«mia figlia non é una ragazza cosí facile, non a mai avuto un fidanzato e spero per te che non la farai soffrire» io portai una mano fra i capelli tirando le punte

«oh no signore non é mia intenzione farla soffrire, lo giuro» sembrava rassicurarsi alle mie parole

«dimmi un pò di te» io non sapendo cosa dire, decisi di dire le prime cose che mi vennero in mente

«ho 19 anni, mia mamma si chiama Pattie mio papà Jeremy ho due fratellini di nome Jaxson e Jazmyn» lui sorrise

«che lavoro fanno i tuoi?» io mi leccai le labbra

«mia mamma é avvocato, mentre mio papà ha delle agenzie sue sparse un pó per il mondo» lui annui

«bene quindi non sei messo cosi male» io risi

«no non proprio» cosi feci ridere pure lui, notai che aveva gli stessi occhi di Valeria e lo stesso tratto del viso

«ci assomiglia» lui mi guardò non capendo

«cosa?» mi chiese

«ci assomiglia a Valeria» annui

«si ci assomigliamo, ma il suo carattere é tutto quello di sua mamma« io sorrisi «beh signor Bieber é stato un piacere parlarle, se vuole può tornare quando vuole e per mia figlia... Beh faccia quello che crede sia giusto... Solo una cosa le chiedo di fare...» fece una pausa dove io annui incitandolo a continuare «la faccia felice e non soffrire» io annui per la decima volta quella sera

«senz'altro» detto questo lui entrò in casa e io mi diressi verso la mia macchina e parti verso casa mia.

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