capitolo 19

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Restammo solo io e Justin dopo che loro se ne andarono e per via di quel silenzio imbarazzante che si formò fra noi, mi resi conto che quando chiesero della nostra relazione io non versai una parola, ma lui parlò anche per me.  Non mi era mai capitato di avere un ragazzo, non sapevo come ci si doveva comportare e tutte quelle domande che facevano mi imbarazzavano, ma sembrava che Justin sapeva cosa dire e la cosa non gli dispiaceva affatto.

«allora che vuoi fare?» mi chiese interrompendo i miei pensieri

«con quante ragazze sei stato?» chiesi, poi mi misi la mano sulla bocca, ragionando su quello che gli chiesi, lui sbuffò frustrato e alzò gli occhi al cielo, ma mi rispose ugualmente

«ti ho gia detto, l'unica ragazza che ho avuto é stata Ashley, se si piú definire cosí, lei diciamo non é una ragazza da relazione, ma ci abbiamo provato, siamo usciti per una settimana, poi mi resi conto che lei non mi trasmetteva nulla, nulla di quello che adesso tu trasmetti a me, quindi ci siamo allontanati, ma lei tornava sempre, non per una relazione, ma per venire a letto con me, cosí mi lasciai andare e la usai solo per quello» io sbattei le palpebre e mi leccai le labbra

«per quanto é andata avanti?» sussurrai

«per due anni, ma adesso siamo amici, solo perche lei fa parte del gruppo con cui giro» finito di parlare mi guardò negli occhi, ma io distolsi lo sguardo

«che ti prende?» mi chiese

«n-niente, poi c'é altro?» chiesi guardandomi le mani

«le ragazze per me erano solo oggetti, oggetti da usare e lasciare dopo, ero abituato ad una botta e via capisci?» io annui non sapendo cosa dire, queste informazioni mi sorpresero, mi aveva detto che Ashley lo soddisfava, ma non pensavo che per lui le ragazze erano 'oggetti'

«I-io non ti posso dare questo, non sono un oggetto, non credevo che pensassi questo, io credevo che veramente fra noi ci fosse qualcosa» lui mi prese la mano ma la allontanai

«sai anche te che non lo penso... Non di te» mi disse avvicinandosi a me.

*Lo sapevo? Certo che no*

«Credo che tu debba andare» dissi allontanadomi, ma lui mi prese il braccio girandomi, cercai di liberarmi, ma lui strinse la presa

«Sai che c'é?» gli chiesi e lui allentò la presa, ma mi tenne ancora

«cosa?» chiese con tono basso

«mi stavo innamorando davvero di te, credendo che fossi un altra persona, mi facevi ridere e grazie a te mi svegliavo con il sorriso, ma da quello che hai detto non so piu cosa dire, se non solo una cosa, io e te siamo persone troppo diverse, quando mi hai baciato sentivo le farfalle nello stomaco, quando mi prendevi la mano sentivo una scossa, quando mi hai detto che ti sei innamorato la felicità che sentivo non posso descriverla perche era tanta, ma adesso come faccio io a sapere che tu non hai fatto ciò per entrarmi nei pantaloni?» dissi tutto ad un fiato, come se le parole una volta pensate sarebbero scomparse, continuò a tenere la testa china in avanti e non versò una parola «come immaginavo» dissi, strattonando il braccio per staccarmi da lui e stranamente mi lasciò andare

«quando ti dico che sono innamorato di te é cosi, le miei labbra sapevano che il loro posto erano da sempre attaccate alle tue e quando ti ho baciato, l'ho capito anchio, dovresti credermi e basta, perche se veramente ti vorrei usare, ti avrei gia abbandonata, dato che nei tuoi pantaloni ci sono gia entrato» disse alzando il viso per scontrare il mio sguardo che poi distolse

«sei incredibile» dissi portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio

«ti voglio» disse io sgranai gli occhi

«cosa?!?» urlai, ma lui restò impassibile

«ti voglio mia, ti voglio per me, ti voglio coccolare e baciare sotto alle coperte mentre guardiamo un film e asciugarti le lacrime quando c'é una scena drammatica o commovente, non voglio che nessuno ti tocchi apparte me, impazzisco all'idea delle tue labbra appoggiata su altre che non siano le mie» venne verso di me e mi prese una mano baciandola «ti prego resta con me, ti dimostrerò che non sono quello che ero»

Non sapendo cosa fare, perché in fondo a me non aveva fatto nulla, misi una mano sulla sua guancia e lui per la prima volta mi guardò

«non deludermi» i suoi occhi si illuminarono e un sorriso comparve sul suo dolce viso, come quello di un bambino alla vigilia di natale, mi si avvicinò e appoggiò le labbra sulle mie, prendendomi alla sprovvista, ma poi contraccambiai, le nostre lingue si scontrarono danzando insieme un ritmo lento e dolce, mi prese in braccio portandomi sul divano dove si sdraiarò, disponendomi sopra di lui, ci staccammo per guardarci negli occhi

«guarda cosa mi fai provare» disse riferendosi alla sua erezione che toccava la mia gamba e subito una sensazione nuova si fece sentire nel basso ventre.

Ero a cavalcioni su di lui e la sensazione si fece sentire ancora di piu quando la sua erezione toccò la mia parte sensibile, cosí involontariamente mi ritrovai a struscicarmi su di lui, ma mi fermai subito capendo cosa stessi facendo, lui mi guardò e con la mano che aveva sulla mia schena la fece scivolare sul mio sedere dove lo strinse per continuare il movimento che io avevo iniziando, cosí mi lasciai andare.

«p-piccola, fermati, non vorrei venire nei pantaloni, ma in altro modo» mi sussurrò gemendo, io mi fermai di scatto

«andiamo a letto» dissi e lui sgranò gli occhi

«S-sicura? Io pensavo che-» lo baciai per zittirlo e arrossì

«dovrò pure ricambiare il favore che tu hai fatto» cosí mi alzai e lui mi seguí in camera mia.

«Siediti» ordinai «perfavore» arrossi e lui sorrise sedendosi sul letto, cosí gli slacciai la cintura, tolsi i pantaloni e i boxer, portandoli alle caviglie, appena portai l'attenzione in alto, ingoiai la saliva vedendo il suo membro duro sotto i miei occhi, mi leccai le labbra, cosí lo presi in mano e pompai piano

«p-piccola ti prego» riusci a dire prima di chiudere gli occhi, cosí pompai piú veloce guardandolo gemere, mi avvicinai e lo presi in bocca «oddio piccola» disse cosí iniziai a muovermi leccandolo e succhiandolo, Justin portò una mano sulla mia nuca accarezzandola «p-piccola fermati, sto per venire, non voglio venire nella tua bocca» mi avverti, ma continuai, pochi secondi dopo Justin urlò il mio nome seguito da uno strano liquido caldo, salato, che scese lungo la mia gola, ingoiai e mi alzai leccandomi le labbra

«D-dove hai imparato a farlo?» mi chiese sgrandando gli occhi

«io... Non...» mi portò un dito sulle labbra

«é stato bellissimo, vieni qui» mi disse cosí mi avvicinai e lo abbracciai


 

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