Kaelen girava il boccale tra le dita, il pensiero perso tra le parole di Janelle — perché sì, Jena aveva avuto il coraggio e l'autostima di chiamare sua figlia Janelle — e gli occhi puntati sul liquido ambrato.
Janelle gli diede un colpetto sul braccio. "Ti sto annoiando?".
Si voltò verso di lei con un sorriso ironico. "Non mi annoio mai in tua compagnia, peste".
Lei gli lanciò un'occhiata esasperata. "Sei sempre il solito idiota".
Kaelen sorrise, ma in realtà non stava affatto ridendo dentro di sé.
Il motivo? Era tutto il giorno che non vedeva Aria. E non perché non volesse. Anzi, aveva persino pensato di andarla a cercare.
Ma Alas lo aveva sequestrato subito dopo il torneo per parlargli di questioni politiche della città.
E lui aveva anche pensato che lasciarle spazio fosse la cosa giusta da fare. Farle fare amicizia, farle incontrare nuove persone.
Non avrebbe sempre potuto contare su di lui, giusto? Doveva darle tempo per trovare il suo posto.
Ma ora che si guardava attorno, sentiva che qualcosa non quadrava.
La percepì prima ancora di vederla. Quella sensazione strana che gli pizzicava la pelle ogni volta che lei era nei paraggi. Si voltò verso l'ingresso della sala, ed eccola lì.
Smise di respirare. Aria era entrata nel salone, il mento alto, gli occhi brillanti alla luce dei candelabri.
Il vestito che indossava aveva uno spacco che lasciava vedere le gambe snelle quando camminava. Maledizione se le stava bene.
La vide girarsi verso un uomo, inclinare la testa e ridere.
E fu lì che gli venne voglia di prendere a pugni qualcuno.
C'era un tizio accanto ad Aria, un sorriso stampato in faccia come se avesse appena trovato un sacchetto d'oro. Troppo compiaciuto.
Ed erano vestiti coordinati.
Coordinati.
Kaelen strinse il boccale tra le mani così forte che temette di spaccarlo.
Era uno scherzo, vero? Non esistevano coincidenze così perfette.
Non solo Aria era bellissima, non solo aveva trovato compagnia maschile, ma aveva anche pensato di abbinare il suo dannato vestito a quello di un altro.
"Oh" mormorò Janelle, sorseggiando il vino con calma. "Interessante".
Kaelen si costrinse a girare la testa verso la sua amica. "Cosa?".
Indicò Aria con un cenno del mento. "La tua amica. È arrivata".
Si concesse di guardare di nuovo Aria. Sì, era arrivata. Ed era anche molto vicina a quel tizio. "Chi è?".
Janelle trattenne a stento una risata. "Oh, quindi lo noti solo ora?".
Le lanciò un'occhiata torva.
Lei sollevò le mani in segno di resa, divertita. "Si chiama Lysander. È uno dei nuovi arrivati. La tua amica l'ha aiutato sulla torre, ricordi?".
Sgranò gli occhi. "Lysander?".
"Esatto".
Kaelen sbuffò, scuotendo la testa. "Che nome di merda".
Scoppiò a ridere. "Kael, sei geloso?".
Si girò verso di lei, le sopracciglia sollevate. "Di chi? Del povero Lysander?"
Janelle sorrise. "Sì. Del povero Lysander".
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La Sentinella del Gelo
FantasyIn un continente spezzato da faide millenarie, una fragile tregua crolla sotto l'ombra di un nuovo nemico. Ariadne, un'assassina addestrata dal gelido regno di Frosthelm, fugge dal suo passato con un potere che non comprende e un desiderio di vende...