Capitolo 41

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Aria osservava la sala con pazienza, le braccia incrociate e l'espressione impassibile.

I presenti parlavano a bassa voce tra loro, lanciandole occhiate furtive come se fosse un animale esotico. Un'anomalia.

Era chiaro che la sua presenza fosse un problema.

Da quando erano entrati, nessuno aveva ancora affrontato la questione principale: le creature della notte, le anomalie nel mondo, i cambiamenti inspiegabili. Invece, tutti sembravano più interessati a pesare le parole, a evitare che le loro informazioni arrivassero a lei.

Fece scorrere lo sguardo sui presenti. Uomini e donne potenti, maghi, studiosi, stratega. Persone che sapevano. Persone che stavano perdendo tempo.

Prese un respiro profondo e si spinse in avanti, appoggiando le mani sul tavolo.
Il gesto fu sottile ma calcolato.

I sussurri cessarono.

"Siete tutti molto bravi a evitarmi e a parlare a denti stretti" disse, la voce ferma. "Ma io non sono qui per rubare i vostri segreti o per intralciare i vostri giochi politici. Sono qui per lo stesso motivo per cui lo siete voi: voglio delle risposte".

Qualcuno sbuffò, un altro incrociò le braccia in modo ostentato.

Aria non si scompose. Li conosceva, tipi del genere.

"Vengo dal Nord" continuò. "E so che non è un dettaglio irrilevante. Ma questo mi rende più utile che pericolosa. Ho vissuto cose che voi potete solo immaginare. Ho visto le creature della notte, le ho combattute. Ho delle supposizioni, delle teorie con dei fondamenti. Sono pronta a condividerle, se qualcuno di voi è disposto a fare lo stesso con me".

Il silenzio che seguì non era di quelli comodi.

Aria sentì il peso degli sguardi su di sé, come coltelli pronti a colpirla.

Poi scoppiò il caos.

"Del Nord? Siete impazziti!".

"Dobbiamo davvero condividere informazioni con lei?".

"Cosa ci garantisce che non stia solo raccogliendo dati per poi portarli al suo re?".

Aria strinse la mascella. Oh, come avrebbe voluto spaccare qualche naso.

Sentì Kaelen ridere piano, un suono basso, pericoloso.

Il caos si interruppe.

Lui non alzò la voce, non fece alcun gesto teatrale. Si sistemò la camicia, il movimento rilassato.

"Interessante" disse, con una calma che era più spaventosa di qualsiasi minaccia. "Quindi siamo passati dall'essere la città più libera e aperta, a un circolo di vecchie comari diffidenti? Mi sono perso qualcosa?".

Alcuni abbassarono lo sguardo, altri si irrigidirono.

Kaelen fece scorrere lo sguardo sulla sala, una sfida silenziosa in quegli occhi castani che sapevano essere letali.

Il silenzio che seguì fu ancora più pesante di prima.

Aria lo guardò, il battito che accennava a un ritmo irregolare.

Come diavolo faceva? Come faceva a prendere il controllo in quel modo?

Come faceva a farle venire voglia di ascoltarlo e strappargli i vestiti di dosso?

Si schiarì la gola, raddrizzandosi. Non era il momento per quel genere di pensieri. Ma l'immagine era già impressa nella sua mente.

Una voce femminile ruppe il brusio della sala, calma ma carica di disprezzo. "Siete così accecati dall'odio verso il Nord che avete dimenticato una cosa fondamentale".

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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