Capitolo 21

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Emma povs

Continuo a tracciare linee a random. Spesso é dal caso che nascono le più grandi opere d'arte. É questo che provo in questo momento: confusione! Le linee, da leggere, diventano sempre più spesse e marcate. Premo forte la matita sul foglio, fino a spezzarne la punta. So di sembrare una pazza nevrotica... Ma é quello che provo. Scosto di pochissimo lo sguardo. Lo vedo. Quel cuore.
Qualche giorno fa, io e Mattia abbiamo inciso sul banco un cuore. Simile a quello sul tronco dell'albero. Scende una lacrima, riga la guancia e cade sul foglio, mischiandosi alla grafite della matita. A quanto pare, Mattia se ne accorge. Abbassa la testa per guardarmi in viso. Ho lo sguardo basso, non posso farmi vedere così debole!
Chiedo alla prof se posso andare al bagno, lei acconsente. Chiusa la porta della classe, mi metto a correre verso il bagno. Appena entro, chiudo la porta a chiave e vado a rannicchiarmi in un angolo.
Non mi sono mai sentita così sola in vita mia...
Dopo un quarto d'ora, sono ancora lì, rannicchiata in quell'angolo. Credo sia il momento di tornare in classe...
Una veloce sciacquatina al viso e via.
Fortunatanente, appena entro in classe, la campanella suona. Con Francesca, mi dirigo in mensa.

A pranzo

Ed eccomi qua. Seduta al solito tavolo. Tina é assente. Francesca é tornata in classe a prendere il cellulare.
La mia unica compagnia, é una mela. Tanto per cambiare, non ho fame. Fisso la mela, reggendo la testa su una mano.
Solo ora mi rendo conto, di quanto sia vuota la mia vita senza Mattia. Vorrei soltanto capire per quanto tempo andrà avanti così. Quando farà meno male.
Credo che dovrei mangiare... Sono a digiuno da ieri. Mi sento debolissima. Ma penso che, neanche una grave malattia, possa far più male di ciò che provo in questo momento.
Immersa nei miei pensieri, noto lui, seduto dall'altro lato della mensa. Anche lui non mangia, anche lui fissa una mela. E adesso, anche lui mi guarda. Anche se é lontano, percepisco nei suoi occhi, un filo di tristezza. NO EMMA! NON PUOI PERDERTI PROPRIO ORA NEI SUOI OCCHI!

Mattia povs

La guardo, i suoi occhi da cerbiatta sono rossi e gonfi. Ha pianto. Sono stato un vero e proprio coglione. Avevo finalmente trovato qualcuno che mi amasse per quello che ero. E da grande cretino, come sempre, ho rovinato tutto. Improvvisamente la vedo che si alza e corre fuori dalla mensa. Senza pensarci, mi metto ad inseguirla. Corre davvero veloce, ma so di poterla raggiungere! La vedo entrare in una stanzetta. Entro. É buio pesto! Cammino, facendo attenzione a non far cadere nulla. Noto che delle grandi tende rosse, filtrano i raggi del sole, lasciando entrare dalla finestra, una luce fioca, e un raggio di sole. Quel minuscolo fascio di luce, cade su un pianoforte, illumindando il viso di lei: Emma.
Ascolto la dolce melodia proveniente dallo strumento. Una musica dolcissima, ma allo stesso tempo malinconica. D'un tratto, alla melodia si aggiunge una voce, la sua voce. Qualcosa di indescrivibile. Non avevo mai sentito Emma cantare. Mi sembra di toccare il cielo con un dito. Quasi mi commuovo. É una canzone mai sentita prima, immagino l'abbia scritta lei. Cerco di concentrarmi sulle sue parole.

"Ma mi sento già in un'altra vita,
So bene cosa intendi.
La differenza é netta
tra il tuo vivere e i miei sensi"

Sarà una mia impressione, ma ho come la sensazione, che questa canzone parli di noi...

"In mezzo a quelle cose che ogni giorno
Nella vita mi deludono,
C'é spazio sufficiente anche per quelle
Che sapevi dare tu.
Per fare tanto grande la tua strada,
Mi son fatta il cuore piccolo.
Ma, persino il tuo sorriso e la sua scia
Rifammelo e vai via!"

Okay! Adesso ne sono certo! Parla di noi. La canzone, da sussurrata, diventa più forte, facendo quasi tremare le pareti. É allucinante come la musica possa emozionare in tal modo! Ha una voce da mozzare il fiato. Quando alza lo sguardo dal pianoforte, finalmente vedo il suo viso! Ha gli occhi lucidi, e la guancia é rigata da una lacrima. Avvolto nell'ombra, comincio ad applaudire, avanzando verso di lei. Al rumore delle mie mani, e dei miei passi, sussulta. Arrivata a circa due metri da lei, smetto di battere le mani, e nell'aria si forma quell'odioso silezio. Dopo qualche secondo, é lei a romperlo.

-"Cosa ci fai qui?"-

É visibilmente imbarazzata...

-"Ti ascoltavo... Perché non mi hai detto che cantavi?"- utilizzo un tono di voce calmo. La guardo negli occhi, sono ancora lucidi, ma sono attraversati da piccole scintille visibili anche con quel buio! Piccole scintille che mi regalano un briciolo di speranza.

-"Io non... Io non canto. Quello che hai visto, non era niente..."-

-"Emma, scherzi vero? Cioé... Sei qualcosa di allucinante! Sei bravissima!"-

Mi trovo con un sorrisetto da ebete stampato sul viso...

-"Mattia, credo che dovresti andare..."-

-"Emma io..."-

-"Mattia vai!"- mi interrompe lei

Abbasso lo sguardo e faccio per andarmene. Esco dalla stanza, chiudendola alle mie spalle. E pensare che, dietro di me, dietro quella porta, c'é tutta la mia vita.

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