28 Luglio 2527

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E così arrivò quel giorno. La Terra venne invasa. Successe il 1 Febbraio del 2526: vedemmo scendere dal cielo un'enorme quantità di luci, azzurre mi pare di ricordare, e bellissime. Fu uno spettacolo accattivante, era di una bellezza sconvolgente ma al tempo stesso non sapevamo che cosa fossero e non promettevano niente di buono. Avevamo timore, ma il maestro Okubaba manteneva la solita calma, mentre le luci arrivavano al suolo. In quel momento poteva succedere di tutto, la Terra si poteva disintegrare, si poteva generare un'esplosione devastante; invece non successe niente e le luci, una volta arrivate al suolo, sparirono così come erano arrivate.
La luce più vicina a noi era a una decina di kilometri così il giorno dopo decidemmo di andare a verificare la sua natura. Passai la notte insonne, avevo timore che l'asteroide non fosse stato altro che un evento preliminare a qualcosa di ben peggiore e la mattina seguente capii che avevo ragione.
Ci incamminammo molto presto il giorno dopo, e arrivammo sul posto nel primo pomeriggio. C'era una bufera in atto e la temperatura era anche più bassa del solito. Notammo un cratere, ormai parzialmente ricoperto dalla neve, e scavammo per trovare il meteorite che l'aveva provocato. Bhe, non era stato affatto un meteorite, sembrava più che altro un'oggetto di metallo, ricordava un ottagono, ed era molto grande, ci potevamo stare tranquillamente tutti e tre dentro. Era una navicella spaziale. Io e Mans non sapevamo cosa pensare, era una situazione totalmente fuori dal nostro controllo e fuori da qualsiasi umana concezione; il maestro Okubaba, tanto per cambiare, mantenne la sua espressione impassibile.
Ad un tratto sentimmo un rumore proveniente dall'esterno del cratere, era un uomo bianco abbastanza robusto che ci fece segno di avvicinarci. Una volta risaliti dal cratere ci accorgemmo che non era affatto un uomo normale: era altissimo, almeno due metri e trenta, ed era robusto, sembrava un vero gigante, più del maestro; il viso era leggermente diverso da noi, i lineamenti sembravano più marcati e duri, e gli occhi erano completamente neri. All'improvviso parlò, ma le sue parole erano strane, sembrava un'altra lingua. Allora il maestro Okubaba ci disse: "Lui viene da un altro mondo, ed io ora tradurrò le sue parole."
Chiudo.

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