Apocalisse

21 Luglio 2527

Passarono queste fatidiche 12 ore.
Nessuno mangiò, nessuno dormì. Eravamo tutti troppo nervosi, agitati, spaventati. Uscimmo dal rifugio.
Non potrei mai dimenticare quello che vidi, è stata una di quelle cose che rimangono in mente nonostante cerchi di cacciarle via.
Dai centri abitati circostanti si ergevano delle colonne di polvere e fumo, l'aria era diventata densa e carica di particelle, gli alberi intorno erano per la maggior parte caduti, e il suolo era pieno di buche. Non era semplice respirare, all'inizio dovevamo portare un panno sulla bocca per non inalare tutti quei detriti che si erano sollevati, e la visuale era abbastanza limitata. Con grande attenzione io e Mans ci dirigemmo verso il luogo dove avevamo lasciato l'automobile. Lungo il tragitto vedemmo varie auto ribaltate, distrutte o spaccate ed eravamo molto preoccupati visto che le nostre abitazioni erano troppo distanti per arrivarci a piedi. Per fortuna la macchina, essendo stata parcheggiata in una zona riparata da un grande masso, non aveva gravi danni apparte un'evidente ammaccatura sul lato destro.
Così insieme ai componenti dell'esercito elaborammo un piano: avremmo passato la notte al rifugio e la mattina successiva chi aveva ancora la macchina funzionante avrebbe provato a raggiungere le città vicine, anche per trovare cibo e acqua, chi invece non aveva l'auto sarebbe rimasto al rifugio (chiamato Zona X); una volta partiti avevamo un giorno di tempo per tornare con le provviste.
La maggior parte delle strade erano interrotte o troppo danneggiate per poterle usare, così facemmo un giro molto lungo per tornare nella mia abitazione: era a piano terra quindi era ancora piuttosto integra, mentre gli appartamenti più alti, a causa del crollo degli edifici, erano completamente distrutti.
Appena aperta la porta (quel che ne restava) mi si parò davanti uno scenario scoraggiante.
Chiudo.