Chiamatemi Emma, perché il mio vero nome non lo conoscerete.
All'etá di 9 anni sono scappata di casa e sono corsa in ospedale, il posto più vicino per chiedere aiuto. Sono stata affidata ai servizi sociali e all'età di 10 anni vidi per la prima volta un ragazzino poco più grande di me con due occhi blu così belli che corsi ad abbracciarlo dopo che mi sorrise. Lo rividi altre due volte nella stessa settimana e fu lui ad abbracciare me quelle volte. La quarta volta invece, mi sorrise e mi disse: 'Ti va di venire a casa con me e con la mia mamma?'. Sorrisi così tanto a quella domanda che non mi fece neanche rispondere e mi prese per mano portandomi da una signora, la sua mamma.
-Mamma mamma! Ha detto di sì!- Sorrise alla madre e la madre sorrise a me.
-Ciao bella, come ti chiami?- Mi chiese la signora.
-Si chiama
-Non lo dica!- urlai quando il mio dottore preferito stava per rivelare il mio nome. -Non ad alta voce, nell'orecchio.- E così fece. -Voglio essere chiamata Em. Mi piace di più.- Abbassai lo sguardo e vidi il ragazzino sorridermi.
-Beh Em, io sono Luke, il tuo nuovo fratello!- Sorridemmo entrambi e ci abbracciamo. -Sono contento che tu voglia venire a casa.- Mi disse prima di prendermi per mano e portarmi fuori di lì.
-Ma la tua mamma non ci urla se ci allontaniamo?-
-È anche la tua mamma Em. E mi ha detto lei di aspettarla qui.- sorrisi a quelle parole, ero contenta.
-Tu il mio nome lo puoi sapere invece. Mi chiamo- mi avvicinai al suo orecchio e glielo dissi poi gli dissi di non dirlo.
-Ti chiamerò Em, la mia piccola Em, okay?-
-Okay Luke.- Gli sorrisi.
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Remember | cth.
FanfictionM. Hemmings, 16. Calum Hood, 18. Due adolescenti con problemi che sembrano più grandi di loro, con la testa che scoppia di pensieri. Solo insieme, riusciranno ad uscire da tutto.