-Emma, buongiorno.- George era così gentile, credevo che dopo quella bruttissima esperienza con me non volesse neanche più guardarmi e invece eccolo lì che mi faceva sempre ridere.
-George, buongiorno anche a te.- sorrisi, piano, poco, strano da parte mia e lui se ne rese conto.
-Emma stai bene?-
-George, non mi conosci neanche, si che sto bene!- mentì e risi.
-Mi offri una sigaretta? Oggi non sono riuscito a comprarle.- sbuffai, e gliene porsi una.
-Vieni qui, ho trovato un posto fantastico dove pensare e dove nessuno ci passa mai.- Lo presi per mano e con mia grande (s)fortuna mi trovai Calum davanti, subito tutta la voglia di portare George in quel posto, di condividerlo con lui, se ne andò a puttane, e gli dissi che non avevamo tempo, poiché le lezioni sarebbero iniziate in poco tempo.
-D'accordo Em, so che ami ancora Calum, ma se l'hai lasciato un motivo c'è; e io ti conosco Emma, ti conosco diamine! Non faccio altro che osservarti tutti i giorni, sei cambiata Em, in un anno sei cambiata un botto, prima in positivo, adesso in negativo; stai tornando quella di prima, e no Emma, non sono invisibili le tue cicatrici, ci sono, io lo so che ci sono. Vorrei solo essere la motivazione per farle andare via, tutte. Quelle al cuore principalmente.-
-George, io..-
-Non dire niente Emma, meglio che tu stia zitta e non che mi ridi in faccia.- sputò, acido e andò via.
-No fermo George!-
-Che vuoi?-
-Non posso prenderti in giro George, non posso dirti che m'interessi se ho in testa Calum, se ho Calum nel cuore, non posso. Non posso farti stare male, perché anch'io conosco le tue cicatrici, quelle al fegato principalmente. Io conosco le persone, io so di cosa hanno bisogno le persone, e tu hai bisogno di qualcuno che ti curi, che ti dia amore, ed io ora non posso dartelo, e forse mai potrò farlo George, lo capisci? Non posso farti del male.-
-Sta zitta Emma! Io lo so che ami quel coglione, lo so. Ma sai cosa? Lui non ti merita. Lui non merita una ragazza che si distrugge braccia e polsi perché non gli basta e vuole sesso da qualcun'altra. Lui non ti merita, perché non ti sa aspettare, perché non ti sa amare come dovrebbe.- urlò con l'ultima frase, ed io mi spezzai a quelle parole vere.
-George, io ho ancora lui in testa..- mi sedetti, a gambe incrociate con le mani sugli occhi e piansi, ancora.
-Emma, tesoro, scusami, non dovevo urlare. Vieni qui tesoro.- mi strinse in un abbraccio e mi sentì un po' più al sicuro, mi sentì protetta. E mi lasciai cullare da quelle braccia possenti ma delicate sotto gli occhi scuri dell'unica persona che non doveva essere lì.
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Remember | cth.
FanfictionM. Hemmings, 16. Calum Hood, 18. Due adolescenti con problemi che sembrano più grandi di loro, con la testa che scoppia di pensieri. Solo insieme, riusciranno ad uscire da tutto.