Passò più di un'ora e George non era ancora lì, credevo che volesse venire, ma a quanto pareva avrei passato la serata da sola. Decisi di chiamarlo.
-George, dove sei?-
-Emma, so che avrei dovuto avvisarti ma mia madre non si è sentita bene e ora sono all'ospedale con lei, dovrei arrivare tra mezz'ora, lei ha avuto un'attaco d'ansia ma ora sta bene. Ci vediamo tra poco, scusami Emma, devo andare.-
-Oh okay George, mi dispiace tanto per tua madre, a dopo allora.-
E staccò la chiamata.
Mentiva, mi aveva mentito. Beh, non fa nulla. Era un semplice amico, perché mai avrebbe dovuto stare con me su una panchina a non parlare e ad osservare il cielo cosparso di stelle fumando delle inutili sigarette che uccidono sempre di più?***
Sentì delle mani calde posarsi sui miei occhi. Riconobbi il tocco, e il profumo, e non fui felice della persona che si trovava dietro di me.
-Calum, cosa vuoi?-
-Oh, andiamo, come hai fatto?- rise.
-Beh, il tuo profumo lo conosco.- dissi, con un tono di rimpianto che non sembrò toccarlo minimamente.
-Che ci fai qui?-
-E tu?-
-Andiamo, rispondi.-
-Dentro c'è troppa gente. E tu?-
-Non ti vedevo dentro così ho deciso di cercarti.-
-Oh carino da parte tua, sto bene Calum, sto molto meglio qui che lì dentro, e poi ci puzza.-
-Va bene Em, io ora rientro, Kat dopo si infuria.-
-Miao.- imitai un gatto, Kat-cat-gatto, no? Okay, forse no ma vabbè.Passai un'altra ora da sola, non mi aspettavo che George sarebbe arrivato, dopo avermi mentito, che faccia a presentarsi qui; e invece.
-Emma!-
-George.-
-Che hai?-
-Nulla.-
-Emma, che hai?-
-Fottiti bugiardo.-
-Oh, andiamo. Un'innocente bugia perché volevo farti una sorpresa.-
-Eh?-
-Vieni con me.- e mi prese la mano, comprendimi gli occhi con l'altra, mi lasciai portare ovunque volesse andare. -So che le feste non ti piacciono, beh in realtà me l'ha detto tuo fratello dieci minuti prima che iniziasse la festa, quindi per questo ho impiegato due ore per comprare queste cose e per preparare tutto, ma credo che questa festa ti piacerà di più.- mi tolse la mano da sopra gli occhi e me li fece aprire.
-Oddio George!- lo abbracciai fortissimo.
Aveva preparato qualcosa di meraviglioso. C'erano candele su tutta la spiaggia, beh più che altro erano sul muretto che circondava l'entrata alla spiaggia. Cinque telo male facevano da 'coperte', un falò vicino a della legna che serviva per non far spegnere il fuoco, tante scatole di pizza, altrettante casse di birra, una busta regalo, e un pacchetto regalo. -Ma cosa hai combinato?- mi brillavano gli occhi, stavo quasi per piangere. Era magnifico tutto ciò che aveva fatto per me.
-Andiamo, i regali ti aspettano.- mi trascinò su un telo mare e mi fece sedere. -Pizza e birra sono la prima cosa.- e mi passò un cartone di pizza e una bottiglia di birra. Iniziammo a mangiare e a ridere raccontandoci un po' di ciò che non sapevamo l'una dell'altro.
-George non so come ringraziarti per questo, davvero.- sorrisi, mi aveva reso felice ed era fantastico.
-Non devi Emma.-
-Su andiamo, Emma mi chiamano i vecchi, sono Em!- ridemmo.
-No, tu sei barbona.-
-E tu una merdina.-
-Tieni.- Mi porse la busta regalo, pesava alquanto.
All'interno trovai libri che avrei voluto comprare da sempre e i cd che mi mancavano delle mie band preferite.
Mi uscirono delle lacrime e lui prese ad asciugarmele, ma ero felice, emozionata.
-Grazie George, davvero.-
-Shhh.- rise e mi baciò la guancia.***
Dopo aver finito la pizza e tutte le birre che c'erano su quella spiaggia, ci stendemmo a guardare il cielo.
-George-
-Mh.-
-Grazie.- lo osservavo diventare imbarazzato.
-Di nulla barbona.- rise, e la sua risata fu contagiosa. Mi avvicinai a lui e poggiai la testa sulla sua spalla.
-Non sopporto più nessuno, sono triste la maggior parte del tempo, ma con te non smetto un solo secondo di sorridere. Mi rendi felice George.-
-È quello che voglio fare Em.-
Mi strinsi a lui e la sua mano iniziò ad accarezzarmi i capelli, mi rilassai a quel tocco. -George, grazie.- e gli lasciai un bacio a fior di labbra.
-Emma, c'è un'altra cosa.- alzai un sopracciglio e lui mi fece sedere, poi si alzò e mi porse un pacchetto piccolo ricoperto di carta regalo. -Prima che tu lo apra, sappi che non devi dirmi nulla Emma, sceglierai tu quando rispondere.-
Aprì il pacchetto con ansia, ma all'interno trovai due collane, ognuna con un ciondolo, la prima con una E, la seconda con una G. -Oh, George.-
-Shhh, mi risponderai quando vorrai. Mi metterai la collanina oppure no, ed io capirò.- chiuse gli occhi, credo che fosse difficile per lui tenere a bada i propri sentimenti.
»forse è arrivato il momento di mandare Cal da qualche altra parte del tuo corpo, magari dove tieni rinchiusi i ricordi, e lasciar spazio a qualcun altro che possa renderti felice giorno per giorno.«
Mi alzai lentamente, in modo che George non potesse sentirmi, indossai la collanina con la G, e in seguito, sempre con molta calma, infilai la collanina con la E al collo di George.
Quest'ultimo aprì gli occhi al tocco freddo della collana sul suo corpo e sorrise, poi mi guardo ed io lo strinsi a me.
-proviamoci- gli sussurrai all'orecchio.
Mi baciò le labbra, molto dolcemente e poi mi cullò tra le sue braccia finché non dovemmo tornare a casa mia.
Tornammo a casa verso le 4:30 del mattino, la musica era scomparsa, ma le persone all'interno erano ancora troppe. George mi prese la mano e io lo lasciai fare.
Luke ci venne incontro sorridente e ammiccò e George. -Allora ci sei riuscito.- e resero entrambi.
-Ma sti bastardi, vi eravate messi d'accordo!-
-Certo Em- e risero di nuovo.
-Ah, voi ragazzi.- Risi anch'io però, con George accanto tutto andava bene.***
-Noi andiamo via, ciao Luke.- salutò Calum, poi si bloccò vedendo me sulle gambe di George che ridevamo, e nel mentre mi accarezzava i capelli.
-Ciao anche a voi piccioncini.- disse freddo.
-Oh, ciao Calum, e ciao anche a te scimmietta.- Risi alle loro facce ed uscirono di casa.La notte era già passata, quindi quella mattina la passai a dormire sul petto di George, che dormiva come un ghiro ancor prima di toccare il cuscino con la testa.
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Remember | cth.
FanfictionM. Hemmings, 16. Calum Hood, 18. Due adolescenti con problemi che sembrano più grandi di loro, con la testa che scoppia di pensieri. Solo insieme, riusciranno ad uscire da tutto.