CAPITOLO 2

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Poche ore dopo la nostra stanza era piena della nostre cose, vestiti e oggetti vari.
In poco tempo la nostra camera é diventata piena di tutte le nostre foto , trasformamdola in una macchina del tempo bellissima.

Io:Beh...ora che abbiamo finito...
Maia:Facciamo un giro.
Io:Mi farai mai finire una frase?

Ridendo andai a cambiarmi: jeans, maglione bianco e adidas. Mi truccai e presi la borsa, la sentii vibrare cosi
controllai il cellulare, 5 chiamate perse da Charlie. Con sconforto le ignorai ed escuii con Maia in garage.

Maia:Ah quasi dimenticavo!
Disse bloccandomi da entrare in garage.
Maia:Visto che i miei non sapevano che regalarci e ci siamo appena patentate...
Io:No...

Mi fece entrare e due jeep una nera ed una grigia erano parcheggiate li in nostra attesa.

Io:Oddio mio, non posso accettarla, sarà costata una fortuna!
Dissi avvicinandomi a quella nera.
Maia:Non mi sembra che i soldi siano un problema, ora andiamo.
Disse salendo su quella grigia facendomi segno di entrare.

Accese la radio e partimmo, per essere Novembre non faceva cosi freddo, la città passava veloce sotto la musica della radio, restammo in silenzio tutto il viaggio a goderci la nostra nuova città.

Io:Parcheggia li!
Dissi indicandole un posto libero vicino a un vicolo pieno di negozi.

Uscimmo di macchina e iniziammo a girovagare per qualche negozio, poi entrammo in uno starbucks dove prendemmo il mio solito caffé nero e il suo solito cappuccino.
Vi sedemmo in una panchina in un piccolo parco li vicino.

Maia:Come primo giorno, niente male
Io:puoi scommetterci
Maia:E poi domani...
Io:Scuola
Ci guardammo e fingemmo di svenire insieme, finendo per picchiare la testa l'una con l'altra.

Iniziammo a ridere e continuammo il nostro tour per i negozi.

All'ora di cena tornammo a casa distrutte e io andai subito da Thomas e Kate (i genitori di Maia) e li abbracciai.

Io:Avete fatto tanto, troppo per me anche solo avendomi portato qui e avermi sempre trattato come una figlia. Non posso assolutamente accettare l'auto.
Kate:Oh tesoro, non é di certo un problema, faremmo di tutto per te, é il tuo regalo noi lo facciamo con piacere ora pero andiamo a mangiare, avrete fame
Disse andando in cucina mentre noi ci dirigemmo in sala da pranzo.

Finito di mangiare tornammo in camera e distrutte ci buttammo sul letto.
Io:Maia?
Maia:Si?
Io:Come pensi andrà domani?
Maia:Alla grande
Io:Come fai a saperlo?
Maia:Saremo insieme, non andrà nulla storto
Da li a poco ci addormentammo

...
La sveglia suonó e mi sporsi per spegnerla:le 7 di mattina.

Io:Maia
Nulla
Io:Maiaa
Ancora niente
Scesi dal letto e le saltai sopra
Io:MAIAAAA
Maia:CHE C'É?
Io:Buongiorno
Maia:Vaffanculo Maggie

Andai in bagno e mi feci una doccia veloce, mi pettinai e asciugai i capelli e andai a vestirmi:leggins neri, maglia rossa e adidas.
Matita, mascara e misi i libri nella borsa mentre Maia entrava svoglitamente nell'armadio.
Appena fui pronta ricontrollai il telefono: 15 chiamate perse, tutte da Charlie.

Mi ripromisi di chiamarlo alla fine delle lezioni quando finalmente Maia fu pronta.

Io:Oggi guido io
Dissi entrando nella mia nuova macchina nera lucente.

Guidai fino al liceo statale, musica alta per cercare di coprire le preoccupazioni. Sono sempre andata molto meglio di tutti i miei compagni a scuola, ma i corridoi mi avevano sempre intimidito.

Spensi la macchina, un edificio enorme di mattoni rossi si presentó davanti a noi. Una marea di ragazzi e ragazze circondavano la struttura e per un attimo mi salì la nausea.

Maia:Forza e coraggio Maggie
Disse uscendo di macchina.

La seguì e rimanemmo li appoggiate aspettando la campanella.
Iniziai a studiare il posto.

Accanto alla porta c'erano ragazzi intenti a ripassare molti di loro con gli occhiali.
Sulla parte piu laterale della struttura un gruppo di ragazze e ragazzi ballavano con la musica della radio di una macchina. Infine, nei parcheggi accanto all'entrata un gruppo di ragazzi e ragazze si distigueva dagli altri.
Un paio di coppie erano intente a limonare contro ai cofani delle macchine, un paio di ragazzi mostravano i muscoli e i sorrisi finti ad un gruppo di ragazze in gonnellino da cheerleader e infine un ragazzo appoggiato ad una macchina, un po' isolato dal gruppo quasi annoiato. Capelli scuri, marroni, una ragazza alla volta provava inutilmente a aprire conversazione.
Mi resi conto di starlo fissando e stavo per distogliere lo sguardo quando pero capii che il suo sguardo fisso non era rivolto alla ragazza dietro di me che mostrava le sue tette spudoratamente, ma a me.

La campanella suonó salvandomi da quello scambio di sguardi.
Maia:Dai andiamo o faremo tardi!

La seguii verso l'entrata passando accanto a questo ragazzo e, anche se non lo guardai sentivo il suo sguardo su di me.

...
Maia:Okay devo mangiare o giuro che svengo.
Con il nostro vassoio ci sedemmo in un tavolino in mensa, mentre Maia parlava delle sue prime 4 ore in questa nuova scuola, io scrutai la mensa in cerca di lui, non so nemmeno il perche.

Per il resto della mattina non lo avevo incontrato, e le prime quattro ore sono state riempite di presentazioni imbarazzanti.
"Ciao, mi chiamo Margaret Blew, ho 16 anni e vengo da Londra"

Oltre all'imbarazzo di essere al centro dell'attenzione, la differenza tra l'accento americano di tutti e il mio inglese é davvero notevole.

Maia:Maggie ti devo confessare una cosa...
Io:Eh? Si dimmi
Maia:So che siamo sempre stati te e io e con questo non fraintendermi, non voglio sostituirti, sarai sempre la persona piu importante ma forse...pensavo...
Io:Di avvicinarci ai ragazzi?
Finì la frase per lei.
Io:E fu così, che le due amiche, entrarono nel periodo adolescienziale. Su chi hai visto?

La smascherai ridendo.
Per la prima volta le sue guancie accentuarono una sfumatura di rosso.
Maia:Alla seconda ora, un ragazzo troppo carino mi ha chiesto il numero, si chiama Harry ...eccolo! É quello con la maglia rossa.
Disse facendo un cenno con la testa per indicarmi il ragazzo.

Alto, snello ma muscoloso, capelli castano chiaro e occhi verdissimi.
Dalla maglietta si possono intravedere i suoi innumerevoli tatuaggi.

Io:Wow
Il ragazzo notó Maia e la salutó con la mano, gesto immediatamente ricambiato da Maia con una certa indifferenza.

Maia era sempre stata brava a far cadere tutti ai suoi piedi senza volerlo, io avevo sempre avuto attenzioni ma il mio carattere introverso mi ha sempre fatto una barriera, negando a tutti, eccetto a Maia di oltrepassarla.

Ma quando quel ragazzo dai capelli scuri entró in mensa e mi guardó, ebbi l'imbressione che questa protezione sarebbe durata molto poco.

Changes ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora