CAPITOLO 11

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Presi il telefono e entrai nella chat di Dylan.

Io:Grazie per i fiori, sono stupendi!

Aspettai la risposta, pentendomi per quanto ero stata banale.

Dylan:Sono felice ti siano piaciuti, che ne dici se domani mattina ti porto io a scuola?

Sorrisi davanti allo schermo, non sapendo che rispondere per non sembrare patetica.

Io:Oh, si certo mi piacerebbe...

Dylan:Perfetto, passo alle 7:50

Io:Ok, buonanotte Signor O' Brien

Dylan:Buonanotte Signorina

Continuando a ridere mi misi a letto e in poco mi addormentai.
Fiori e pioggia dominarono i miei sogni.

...
Mi svegliai, ricordandomi che sarebbe passato Dylan e la cosa che piu mi preoccupava era come si sarebbe comportato con me davanti ad altre persone.

Quella domanda mi tormentó tutto il tempo, durante la doccia e quello che venne dopo.

Corsi in camera per vestirmi e trovai Maia che si era appena alzata.

Io:Buongiorno, oggi mi porta Dylan a scuola, a te va bene?

Continuó la sua camminata assonnata fino al bagno alzando il pollice in segno di concordo.

Leggins neri, stivali marrone chiaro e maglione bourdoux.
Mi truccai, matita nera e mascara, presi la borsa e poi all'ultimo presi una sciarpa grigia pesante.

Scesi in cucina correndo prendendo un cornetto e salutando Kate e Thomas con un bacio appena in tempo per sentire il clacson di Dylan.

Le gambe si fecero pesanti per l'agitazione, ma in un nulla mi ritrovai fuori dalla porta.
Lui scese e aprì la portiera del posto del passeggero.

Dylan:Signorina, si é svegliata bene?
Disse sorridendo, sorridendo...stavo per svenire.
Aveva un sorriso diverso, piu luminoso, piu sincero.
Mi avvicinai a lui sorridendo e guardando in basso, non sapendo come comportarmi, lo sentii avvicinarsi e le sue labbra si posarono delicatamente sulla mia guancia, e sentendomi sussultare sorrise contro essa.

Mi fece entrare in macchina poi corse al posto del guidatore.
Il suo profumo era ovunque ed ero totalmente ammagliata da questo odore, tanto semplice, ma il solo fatto che apparteneva a lui mi faceva andare nei pazzi.

Dylan accese la radio e inizió a cantare.
Risi per quanto stonato fosse e lui mi guardó ricambiando il sorriso.
Dylan:Ora non prendermi in giro per il mio maestoso modo di cantare.

Io:Infatti non ho detto nulla maestro.
Rise di nuovo poi posó la sua mano sopra la mia, facendomi girare lo stomaco per la millesima volta da quando lo conosco.
Lo amo.
Era una sensaziose assurda, mi rendeva difficile fare qualsiasi cosa, lo vedevo ovunque, era parte fondamentale dei miei pensieri.
Guardando le nostre mani intrecciati la realtà mi colpì in pieno.

Dylan:Siamo arrivati...
Sentendo il suo tono titubante la domanda riemerse facendosi spazio nel mio stomaco fino a formarsi un nodo.

Io:Mm...si...andiamo
Dissi scendendo di macchina seguita da lui.
Le ragazze li intorno mi fulminarono con lo sguardo, ma quando lui si appoggió all'auto guardandole, il loro sguardo mostrava pienamente la vittoria.

Guardai a terra delusa e ferita.

Ma nel momento in cui stavo per girarmi per mandarlo a cagare, mi afferró per il polso, attirandomi davanti a lui.
Mi mise le mani sui fianchi e io sul suo petto alzando lo sguardo sul suo viso.
Si abbassó e le sue labbra sfiorarono le mie e mandando scosse di elettricità lungo tutto il mio corpo.
Le gambe si fecero molli cosi mi aggrappai alla sua maglietta facendolo sorridere.

Dylan:Maggie?
Alzai lo sghardo su di lui, che era diventata leggermente rosso, gli occhi luminosi.
Dylan:Ci stanno guardando tutti..
Disse sorridendo.

Mi girai e tutti, tutti quanti ci stavano guardando.
Come se avessero visto un fantasma.

Mi allontanai leggermente ma la presa di Dylan si fece piu forte e non mi lamentai.

Io:Perche ci stanno guardando cosi?
Sussurrai rossa in viso.

Dylan:Te l'ho detto, non sono mai stato questo tipo di ragazzo, e non mi vedevano con una ragazza da circa un anno. Te hai cambiato tutto, hai cambiato me.

Sorrisi, contro il suo petto mentre la campenella portava fine al nostro piccolo show.

Dylan:Andiamo?
Annuii al settimo cielo, ed entrammo mano per la mano.

...
Dylan mi riaccompagnó a casa, visto che avevo da fare i compiti.

Quindi il resto della giornata fu lenta e tranquilla.

Dopo cena, Maia andò da Harry non prima della mia lavata di capo sul fatto che era troppo presto per fare cose.
Mi assicuró che non sarebbe successo nulla e se ne andó.
Il mio telefonó squillo avvertendomi dell'arrivo di un messaggio.

Dylan:Affacciati

Sorrisi e corsi in terrazza.
La luce del sole cadente lo illuminava formando un gioco di luce e ombre che lo rendeva ancora piu bello.

Io:Che ci fai qui?
Dylan:Sono felice di vederti anche io.
Io:Vuoi che venga ad apri....
Dylan:No mi arrampico

Mi sentii male.
Io:No no no ti farai male oddio Dylan...
Cercai ti tranquillizzarmi mentre lui si arrampicava senza difficoltà saltando sulla terrazza guardandomi soddisfatto per la sua impresa.

Io:Molto carino da scimmia si...
Dissi ridendo.

Si grattó la testa sorridendo in imbarazzo e quasi timidamente?
Io:Devo a qualcosa la tua visita?
Gli sorrisi mentre si avvicinava.

Dylan:Um...no avevo solo voglia di vederti...se vuoi me ne vado.

Feci di no con la testa.
Dylan:E chi non vorrebbe stare in mia compagnia
Disse sorridendo come un bambino.

Io:Ah modesto vedo
Dylan:Sempre, sono un gentil'uomo
Ridemmo senza staccare gli occhi l'uno dall'altro.

Dylan:Senti in verità ti volevo parlare, o meglio chiedere o avere la conferma...insomma hai capito su una cosa.
Il nodo mi tornó allo stomaco vedendo quanto nervoso, agitato e in imbarazzo fosse.

Dylan:Io...io non sono abituato, cioe é la prima volta insomma...oddio é sempre cosi difficile?-disse guardandosi intorno quasi in cerca di aiuto, facendo crescere il mio nervosismo e pessimismo-io non so come funzionino queste cose quindi non so cosa dovrei esattamente dire, ma non lo so...da quando ti ho conosciuta o meglio da quando mi cadesti addosso mi sei entrata nella testa e non mi hai mai lasciato in pace, Margaret qua, Margaret la...mi sembrava di essere impazzito.

Mi guardó un attimo per capire la mia reazione, e la dovevo capire anche io.

Dylan:E quando ci siamo baciati alla radura, o tutte le volte che lo facciamo in effetti ma va be...io non mi ero mai sentito in quel modo e...solo stare con te io non capisco e poi basta e io volevo, volevo...cosa volevi Dylan dai cazzo mai una cosa come si deve... -si bloccó prendendosi la testa tra le mani e camminando nervosamente avanti e indietro mentre le informazioni della sua confessione mi frullavano per la testa- Vuoi essere la mia ragazza?

Disse tutto d'un fiato guardandomi dritta negli occhi lasciandomi senza respiro.

Dylan:Se non vuoi lo capisco, so che deve essere complicato stare con uno che a 18 anni non ha mai avuto una relazione quindi va bene tranquilla...

Lo interuppi.
Fece tutto il mio corpo.
Quasi d'istinto.
Lo baciai, posandogli le mani sul collo e mettendomi in punta di piedi per arrivare o almeno avvicinarmi alla sua bocca.
Lo sentii sussultare, poi sorridere contro le mie labbra.

La sua lingua scivolava sulla mia, con tanta dolcelzza e calma mentre quel fuoco ormai familiare divampava dentro di me.

Persi l'equilibrio e le sue mani furono subito sui miei fianchi per sorreggermi, ma non ci allontanammo.
Le nostre labbra rimanevano unite, quasi avessero atteso quel momento per troppo tempo dopo il loro ultimo reclamo.
E in quel momento pensai che nulla avrebbe potuto andare storto.

Eravamo insieme.
Importava solo quello.

Changes ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora