CAPITOLO 17

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Finimmo per guardare un film a casa mia, non parlammo di quel posto ne della festa e di Luke. Non é che non avessi il coraggio di affrontare l'argomento...ma forse volevamo rimandarlo, o almeno lui.
Ma avevo troppe domande e a qualcuna pretendevo risposte...o almeno desideravo averne.

"Dylan?" Chiesi alzando lo sguardo verso di lui, eravamo sul mio letto, io guardavo il film e lui guardavo me e stranamente la cosa mi faceva impazzire.

"Si?"
"Sai...mi stavo chiedendo se ora potevi dirmi chi era l'altro giorno al telefono..."
Il suo sguardo perse le emozioni che conteneva diventando freddo, lo puntò sulla tv rimanendo in silenzio.

"Dylan?"
"Margaret per favore non insistere" disse con una voce che barcollava tra lo stanco e arrabbiato.
"Ma chi può essere mai stato di cosi importante da non poterlo dire a me?"

"Non é che ora visto che ci siamo raccontati i segreti delle nostre vite, di merda, aggiungerei, significa che devi sapere tutto di me." Disse senza guardarmi e ogni parola scavava e allargava un buco nel mio stomaco.

Mi allontanai, come se restandogli vicina potesse dire qualcos'altro di male.
"Non sei te che devi giudicare la mia vita" dissi stringendo i pugni e guardando altrove.

"E allora se é tanto bella pensa a quella!" Si alzó senza guardarmi.
"Ma ti vedi? Hai reagito cosi per una domanda su una chiamata!"
"Non importa nulla! Non ti devi fare gli affari miei, se non la smetti.." iniziò a dire.
"Cosa? Finirò come Luke?"

Lui serrò la mascella, guandandomi, l'avevo colpito.
Bene.

Si alzò, senza dire altro uscì da camera mia sbattendo talmente tanto forte la porta che per un attimo pensai che l'avesse scardinata.
Il rumore fu fortissimo, ma era meglio.
Meglio di quel silenzio assordante.

Sentii i passi pesanti giù per le scale e la porta principale chiudersi.
Poi il rumore dell'accensione.
Più di una volta.

Ho esagerato.
No.
Si.
Ok si.

Corsi giù per le scale e uscii di casa, la macchina non partiva e lui iniziò a battere le mani sul volante.
Lentamente mi avvicinai al finestrino e aprii la portiera.

"Vattene Margaret.." disse lui con una voce quasi impercettibile.
"Fai schifo a dire le bugie" lo imitai "senti ho sbagliato, ho esagerato, so che non mi faresti mai del male, ero solo preoccupata, ti prego perdonami"
Mi guardò e dopo qualche secondo mi fece segno di salirgli sopra.
Mi sistemai sulle sue gambe e mi strinsi contro di lui affondando la testa nel suo collo.
Mi abbraccio tanto forte da togliermi il respiro, poi mi alzò il viso e lasciò un rapido bacio sulla fronte, sullo zigomo, sulla guancia e sul collo. Poi arrivò alla bocca e li indugiò più volte. Rimanemmo lì per un sacco di tempo, rimandando tutto.

....

Nei giorni seguenti mi venne a prendere per andare a scuola insieme ad Harry, passavamo quasi tutto il tempo insieme.
Spesso io e Dylan andavamo a pranzo e a cena fuori e tutto andava nel verso giusto.
Quel fine settimana iniziarono le vacanze di Natale così decidemmo di andare in discoteca con Harry e Maia.
Il pomeriggio prima io e Maia andammo a comprare qualcosa da metterci e finii per comprare un vestito nero corto fino a metà coscia, con un'allucinante scollo sulla a schiena, Maia ne prese uno simile bordeaux.
Finii di prepararmi e alle otto mentre Maia, al solito era in alto mare.

"MARGARET DOVE HAI MESSO LE MIE SCARPE!" iniziò a gridare "ODDIO MI DEVO LISCIARE I CAPELLI! HAI FINITO DI METTERTI IL ROSSETTO ROSSO!"
"Maia calmati, i ragazzi arriveranno fra 10 minu..."
Il campanello.
E tre.
Due.
Uno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 26, 2016 ⏰

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