CAPITOLO 1

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Margaret pov.

La luce filtrava dalla finestra quella mattina, l'aria fredda mi colpiva sul viso, l'unica parte non coperta dal piumone che mi proteggeva da il freddo di novembre.
Svogliatamente uscí dal letto e andai in bagno, le mattonelle erano gelide sotto i miei piedi ma di certo quella non era la mia preoccupazione.

Quel giorno, avevo deciso, era il mio giorno.
Il giorno che avrebbe dato fine alla mia vecchia vita piena di preoccupazioni e imbarazzo per affacciarsi nella mia nuova e migliore, speravo, vita.

Sono figlia unica, mia madre morí due anni fa, quando avevo 14 anni, mio padre da quel momento si dette all'alcol.
Da quel momento mi fu difficile considerarlo padre.
Sono cresciuta a Londra, ma quel giorno, il mio sedicesimo compleanno l'avrei abbandonata.

Maia é sempre stata e sempre lo sarà, l'unica persona con cui ho un rapporto stabile da quando sono nata, siamo come sorelle e infatti tra poco lei si trasferirà a New York per questioni di lavoro dei genitori e io la seguirò.
Fortunatamente a Charlie, mio padre, é rimasto un po' di buon senso e ha firmato i fogli per darmi in affidamento ai genitori di Maia.
Quindi si, quello sarebbe stato il giorno piu importante della mia vita.

Mi preparai e presi le ultima valigie che non avevano gia i genitori di Maia ed uscì di casa, mettendo la lettera pre preparata per mio padre sul suo comodino lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia mentre ancora dormiva.

Chiusi la porta con lentezza, visto che era l'ultima volta che lo avrei fatto, e senza guardarmi indietro andai dalla mia amica, che mi aspettava a braccia aperte. I suoi capelli biondi sempre perfettamente lisci anche alle 5 del mattino e i suoi occhi scuri velati da emozioni contrastanti: emozione, stanchezza e nostalgia.

Maia:Tanti auguri dolcezza!
Mi venne incontro abbracciandomi e baciandomi sulla guancia.
Maia:Come farei senza di te

Gia, senza di lei avrei fatto male. Siamo nate 3 giorni di distanza e le nostre mamme sono diventate amiche, portando, inevitabilmente, a farci legare anche a noi.
Non abbiamo mai avuto bisogno di amici in piu, o ragazzi. Io ero li per lei, e lei per me. Ci siamo sempre bastate.
Ms. Gulter: Ragazze andiamo o perderemo il volo!

Mi allontanai da Maia ed entrammo in macchina.

Ms.&Mr. Gulter: Tanti auguri Maggie! Pronta per New York?
Io: Grazie mille e si, non vedo l'ora!
Poche ore dopo eravamo in viaggio.
Avevo il posto accanto al finestrino, Maia era accanto a me e dietro di noi i suoi genitori.

I paesaggi passavano sotto di noi, la mia vita passava sotto di noi, e per un attimo mi sono chiesta cosa sarebbe successo se mia madre non fosse morta, forse sarei stata piu felice, ma mi sarei dovuta allontanare da Maia.

Maia:QUASI DIMENTICAVO!
Io:Shhhhhh!
Maia:scusa
Disse sussurando
Maia:Tieni, é il tuo regalo.
Io: Ti avevo detto che non li volevo
Maia:Apri e zitta

Disse porgendomi una scatolina incartata con una carta lilla.
Aprì il pacchetto e dentro c'era un braccialetto d'argento, con tre ciondolini: un infinito, una M e un piccolo aereoplano.
Abbracciai la mia amica, con le lacrime agli occhi.

Maia:ne ho uno uguale -disse mostrando il polso
Io:Grazie é bellissimo
Maia:É la nostra promessa, faró di tutto per mantenerla.

Esattamente 10 anni fa, io e Maia promettemmo di non lasciarci mai, di essere per sempre una cosa sola, e che saremmo scappate appena avuto i nostri 18 anni, in giro per il mondo vivendo praticamente su un aereo.

Io:Una promessa é una promessa
Maia:Ti voglio cosi tanto bene Maggie
Io:anche io te ne voglio, cosi tanto
E restammo li abbracciate con la certezza che, in qualche modo, quella promessa non si sarebbe mai spezzata.

...
Io:MAIA SIAMO ARRIVATEEEEEE
Maia:...cosa c'é io voglio dormire...
Con voce asonnata si affacció dal finestrino mentre una New York in pieno pomeriggio si avvicinava sempre di piu
Maia:OH CRISTO SIAMO ARRIVATE

Iniziai a ridere e lei mi venne dietro
Quando scendemmo il caldo mi prese alla sprovvista facendomi desiderare di aver messo qualcosa di piu leggero.

Ms. Gulter: Bene ora andiamo a casa, ci mangiamo qualcosa e dopo che avrete messo tutto apposto potete uscire

Entrammo emozionate nella macchina che il padre di Maia aveva affittato e gia riempito con le nostre cose
Dopo circa mezz'ora arrivammo in una strada piuttosto tranquilla vicino al centro di New York, 2 piani, abbastanza grande, con un bellissimo giardino dove c'era per mia grande sorpresa una bellissima piscina in pietra.

Io:oddio
Maia:ODDIOOOO

Ci scaraventammo fuori dalla macchina ed emtrammo impazienti in casa.
Era piu grande di quanto avessi immaginato.
Appena entrati ci trovammo questo bellissimo salone in pietra con divani rossi pieni di cuscini, tappeti che sembravano valere una fortuna e un televisore enorme con casse e play statcion.

Maia:mio dio
Coremmo a vedere il resto del primo piano dove trovammo una stupenda cucina in granito, due bagni giganteschi e una sala da pranzo con un bellissimo ed enorme tavolo di legno scuro.
Finalmente trovammo le scale per il piano superiore.
Salimmo correndo e trovammo un corridoio circolare, che girava intorno a le scale con 5 porte.
Aprimmo la prima: palestra piena di attrezzi.
S

econda:bagno
Terza: camera dei genitori di Maia
Quarta: la biblioteca, mi ripromisi che sarei andata a guardare meglio appena possibile
Infine, aprimmo l'ultima porta.
Maia:O porco cazzo
Dietro alla porta trovammo una camera dire gigante é un offesa.
Le pareti bianche e la camera era come se fosse uno specchio. Sulla parete difronte alla porta c'erano i nostri due letti uno sul viola e uno sull'azzurro con due comodini divisi dalla porta che conduce alla terazza,ognuno dei due letti aveva appeso sopra una M con luci del colore delle coperte , nelle pareti laterali c'erano due scrivanie bianche enormi con un'altra porta accanto ad ognuna di esse.
Tutta la stanza era piena di piccole luci di Natale che la illuminano.
Incredule ci guardammo prima di buttarci sopra uno dei letti.

Io:VOGLIO QUELLO VIOLA
Maia:VOGLIO QUELLO AZZURRO
Urlammo all'ulisono, mettendoci a ridere.
Maia:Cosa ci sarà dietro a quelle porte?
Disse indicando le due porte vicino ad ognuna delle due scrivanie.
Corremmo a vedere, aprii la porta e accesi l'interuttore.
Un'enorme stanza dove tre delle pareti erano armadi e la quarta un enorme scrivania con un specchio con sopra scritto Margaret di viola. Deve essere un sogno.
Uscii a bocca aperta dalla stanza e lo stesso fece Maia.
Come se ci leggessimo nel pensiero uscimmo in terrazza, e che terrazza.
Grande quasi quanto la camera con un tavolino di legno scuro e quattro sedie delle stesso materiale.
Un piccolo ombrellone per creare un po' d'ombra con sotto dei cuscini per sedersi e poi, beh poi la vista.
Tutta New York li, e che meraviglia

Maia: Beh...a noi tre New York
Io:Oh, puoi dirlo forte

Changes ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora