Margaret pov:
Mi prese la mano e uscì velocemente dalla casa dove si stava tenendo la festa.
Corse fra le macchine parcheggiate dove ogni tanto si scorgevano ragazzi presi da sigarette o bicchieri riempiti da liquidi colorati.
Arrivammo alla sua, proprio in fondo al piazzale nel posto piu comodo, si vedeva che Dylan era conosciuto.Uscì velocemente dal parcheggio immetendosi nella strada.
Il suo sguardo era fisso sulla strada ed era tranquillo come se quello che era successo non gli importasse piu.
Non fosse successo.
Ma i segni restarono, alla fine tutto resta, e se non resta, al posto loro rimangono cose piu dolorose.
I ricordi.
Ho sempre amato i ricordi, anche se dolorosi rimangono le uniche cose che ti riportano a quei momenti, a quelle persone.
E quel tipo di dolore é dolce, tanto dolce da poterlo sopportare."Dove stiamo andando?" Chiesi finalmente dopo un bel po'. Ci eravamo allontanati molto dal centro della città.
"Non essere impaziente, siamo quasi arrivati"
Disse sorridendo. Alzai gli occhi al cielo e guardai fuori dal finestrino.
Era tutto completamente buio, non si vedeva quasi niente, se non le figure degli alberi illuminati dalla Luna.
La strada continuava e Dylan sembrava agitarsi ogni secondo di piu."Tutto okay?" Chiesi iniziando a preoccuparmi.
Annuì in risposta sorridendo.
I fari illuminarono la fine della strada, e l'inzio di un piccolo sentiero impossibile da percorrere in macchina.
L'agitazione e la curiosità si impossessarono di me.
Si fermó e lentamente, troppo lentamente spense il motore mentre io iniziavo a scendere dall'auto.Dylan si affiancó a me guardando prima me poi il sentiero.
Mi prese la mano, stringendola forte e amai questa cosa, come se qualcosa ci avrebbe potuto dividere da un momento all'altro.
Come se potesse essere possibile.Sorrisi e iniziammo a camminare, la strada era dissestata cosi mi ritrovai a inciamoare piu volte, ma la le mani di Dylan mi impedivano di cadere, facendolo ridacchiare tutte le volte.
Dopo ormai 5 minuti di camminata al buio vidi un prato con pochi alberi e molto piu illuminato dalla Luna per questa ragione.Dylan sospiró, come se avesse trattenuto il fiato fino ad ora.
Al centro di questo prato c'era un albero piu grande degli altri, sotto ad esso c'era una struttura di metallo che solo avvicinandomi di più capii fossero due altalene, di quelle a catene con le sedute di legno.
Erano piuttosto vecchie si vedeva, ma tenute molto bene, infatti anche sotto il movimento creato dal vento, non cigolavano.
Lasciai la mano di Dylan che si era fermato davanti alle altalene per andare verso il tronco del grande albero li accanto.
La corteccia, notai, era piena di incisioni, tra piccoli disegni e "D" scritte male.
C'erano anche delle linee, molte, evidentemente usati per tenere il conto di qualcosa.Mi girai verso Dylan in cerca di spiegazioni.
Era seduto su una delle due altalene, quella piu lontana, lo sguardo basso, una mano stretta alla catena mentre l'altra stretta intorno alla sua coscia."Dylan?" Chiesi notando la tensione che c'era nell'aria.
Non rispose cosi mi avvicinai e mi misi a sedere accanto a lui, nell'altra altalena.
Continuava a guardarsi i piedi, puntati a terra per spingersi leggermente avanti e indietro."Quando avevo- si bloccó stringendo i pugni sopra i ginocchi- quando avevo 8 anni mia madre scappó...per mio padre, lei non lo amava, e lui inizialmente non reagiì, come se gli sembrasse impossibile, poi quando ormai lo accettó diventó piu distante, e spesso ero da solo...cosi trovai questo posto, stavo scappando...in realtà volevo trovare mia madre ma fa niente...l'altalena c'era gia se te lo stavi chiedendo...l'ho messa apposto e ogni volta che tornavo qua lasciavo un segno sul tronco."
"Ma avevi detto..."
"Si lo so cosa avevo detto-mi interuppe- mio padre si é rispostato dopo non molto e questa storia non la sanno in molti...in realtà non avevo mai portato nessuno qui ma te mi hai sempre detto tutto mi sembra giusto...che faccia lo stesso...credo"Lo guardai, ma lo sguardo era a terra ed era distante.
Mi alzai e andai davanti a Dylan, che ora seguiva i miei movimenti.
Lo presi per mano e lo feci alzare, lo portai sotto l'abero sedendomi appogiandomi alla corteccia e facendogli segno di sedersi.
Lui lo fece e mi accoccolai contro il suo petto, mise il braccio intorno alle mie spalle e mi strinse a se, come se avesse avuto paura che potessi sfuggirgli dalle mani.
Come se fosse possibile.
"Margaret?"Sentì gli occhi pesanti, il respiro regolare di Dylan mi cullava e il senso di protezione che mi davano le sue braccia peggiorava la situazione.
"Dylan..." sussurrai in risposta poco prima di cedere al sonno.
Ma lui disse qualcosa, che non riuscì a cogliere, qualcosa.
...Il sole mi batteva sugli occhi, il tessuto stretto della maglia mi stava uccidendo ma la gonna giaceva a terra.
Ero nel mio letto sotto le coperte, Maia non era nel suo e sul mio comodino c'era un biglietto."Ieri sera ti sei addormentata e ti ho riportata a casa...spero di non averti svegliato. Grazie...per ieri sera.~D"
Sorrisi guardando quel piccolo bigliettino scritto con calligrafia elegante.
Presi il telefono e chiamai.Rispose al terzo squillo?
"Ei" dissi.
"Buongiorno Signorina"
Sorrisi.
Ancora, da quando lo conobbi facevo solo quello.
Mi faceva sorridere."Buongiorno"
...
Space for me
Salve salvino, per prima cosa mi volevo scusare perche non aggiornavo da epoche e questo capitolo é cortissimo quindi sorry.
Cercheró di accellerare i tempi ma con la scuola è un po' difficile.
Seconda cosa...questa storia é arrivata ad 1K di visualizzazioni e volevo ringraziarvi di cuore.
Sono emozionata aaaaaaaa.
E basta credo...si.
Ciauuu❤
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Changes ||Dylan O'Brien
FanficMargaret Blew, 16 anni trasferita da Londra per abbandonare il suo passato tormentato e trasferirsi con la sua migliore amica Maia a New York. Ma ancora non sa che qui incontrerà Dylan, ragazzo misterioso e dolce, lunatico e bellissimo. Totalmente d...