CAPITOLO 6

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MARGARET POV.
Appena arrivarono gli altri non parlammo più, mi costrinsi a seguire la lezione e far finta che Dylan non fosse accanto a me, poi, quando finalmente capii che mi era impossibile, misi giu la penna mi presi il mento fra le mani e mi girai verso di lui.

I suoi occhi scuri erano concentrati sul banco ma vidi che mi guardava con la coda dell'occhio.

Imbarazzata presi un foglio dalla borsa, presi la matita e iniziai a disegnare. Ero sempre stata bravina, ma lo facevo solo quando mi annoiavo, mi é sempre piaciuto disegnare le mani quindi decisi di disegnare quelle.

Come se non fosse ovvio, usai le sue mani come modello, disegnai prima una mano piu piccola e poi una piu grande che afferava la prima.
Ero talmente impegnata col disegno che senza volerlo feci un gran bel disegno.

Dylan:A quindi ora sai anche disegnare?

Sussurró sopra la mia spalla guardando prima il disegno poi me.

Io:Mh...diciamo che...
Professore:O' Brien, Blew stiamo facendo lezione silenzio!

Feci una piccola smorfia e mi zittii, Dylan prese un foglio e inizió a scrivere, e fu così che augurai la morte per la prima volta ad un professore.

Dylan mi passó il foglio e sorrisi come una cretina.

Dylan:Diciamo che...
Io:Diciamo che disegno ogni tanto, ma non sono brava, non so come ho fatto a fare questo...
Dylan:Stronzate, ha un significato?

Si Dylan, quelle sono le nostre mani perché come una cogliona mi sono presa una cotta per te e quindi si c'é un significato.

Io:No, almeno penso di no...

Guardaii la sua espressione perplessa e vidi un barlume di delusione? Che sparì appena accartocció il foglio buttandolo sotto il suo banco.

Sbuffai e senza volerlo mi misi a studiare Dylan.
I bracci lunghi e muscolosi erano abbronzati, posati con indifferenza sul banco.

Le mani chiuse a pugno, facendo tendere i muscoli.
Indossava una maglietta nera, che si aderiva completamente al corpo muscoloso e alle spalle larghe che in quel momento erano incurvate.
Osservai le sue labbra, carnose, e per un attimo immaginai come sarebbe poterle baciare.
I suoi occhi scuri erano fissi sui suoi pugni, incantati.

Come io.
Incantata da quel ragazzo.

Professore:Margaret.

Tornai alla realtà e mi misi nuovamente girata verso la cattedra.
Io:Si?

Professore:Potrebbe andare a prendermi i miei libri che ho lasciato in sala insegnanti?
Si puó far accompagnare da Dylan se vuole.
Mi girai verso Dylan che annuì guardandomi.
Ci alzammo ed uscimmó di classe in silenzio.

Lo seguì svoltare più volte per i corridoi poi arrivammo ad una rampa di scale che lui scese due gradini alla volta.
Faticavo a tenere il suo passo, le mie gambe non erano vicinamente lunghe e veloci come le sue.

Io:Dylan...aspetta...

Feci per girare l'angolo dove lo avevo visto andare ma lui era sparito.
Mi affaccia sul corridoio ma era deserto, la luce faticava ad entrare dalle finestre oscurate e il silenzio rendeva il posto molto inquietante.

Io:Dylan?

Feci qualche passo in avanti poi sentii una porta chiudersi infondo al corridoio.

Io:Dylan...sei tu?

Mi avvicinai alla fine del corridoio e il rumore si fece risentire.
Mi paralizzai terrorizzata, dove era finito Dylan?

Io:Dylan?

Dissi alzando la voce, inizia a correre per tutto il piano inferiore chiamandolo.

Dylan:Margaret!

Lo sentii chiamarmi in lontananza poi sentii i suoi passi

Dylan:Cazzo dove sei finita?

La voce coperta dal terrore e la preoccupazione, inizia a correre incontro alla voce finche girando l'angolo mi ci andai a scontrarmi contro.

Urlai per lo spavento e caddi sopra di lui che, sbilanciato dal mio peso cadde a terra portandomi con lui.

Cademmo uno sopra l'altro, il mio corpo sopra il suo, potevo sentire il suo cuore battere veloce da quanto eravamo vicini, i nostri nasi si sfioravano e i nostri sguardi erano intrecciati.

Rimanemmo li per qualche secondo, che a me parvero ore poi mi alzai aiutata da lui.

Dylan:Mi dispiace un sacco...ti sei fatta male?
Io:No tranquillo...é colpa mia
Dissi abbasando lo sguardo e sentendomi la faccia diventare rossa per l'imbarazzo.
Dylan:Dov'eri finita? Mi sono girato per controllare se mi stessi seguendo e eri sparita, mi hai fatto mor...

Sussultó accorgendosi di cosa stava per dire e facendo diventare le guancie leggermente rosse.

Dylan:Ho preso i libri...

Disse prendendo da terra alcuni libri che erano caduti.

Io:forse meglio se torniamo in classe...
Annuì e ci incamminammo lentamente in classe.

Mi aprì la porta per farmi entrare e lo ringraziai con un piccolo sorriso, che ricambió prima di posare i libri sulla cattedra e di mettersi a sedere accanto a me, come se nulla fosse successo.

Changes ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora