CAPITOLO 14

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La sua mano mi accarezzó un fianco, stringendolo piano mentre le mie, piu piccole e costantemente fredde, stringevano la sua maglietta, tanto forte che per un attimo pensai di avergliela rotta.

La sua lingua giocava con la mia, Mentre i nostri respiri si facevano sempre piu pesanti.

Piano.
Dovresti essere incazzata Dio.

"Dylan..." sussurrai allontanandolo un po'.
Mi guardó perplesso, poi mi sorrise lasciandomi un veloce bacio sulla fronte e si distese accanto a me.
Mi attiró a se facendomi appoggiare la testa sul suo petto.

"Ho parlato con mio padre" dissi, sussurrai in realtà, dopo troppo silenzio.
Lo sentì irrigidirsi e si mise a sedere per guardarmi meglio.
"Maggie..."
"L'ho chiamato io, in realtà" lo interruppi "non ne potevo piu di vivere senza un genitore, e per quanto male mi abbia fatto non posso chiederne altri. Quindi ci ho parlato e lui mi ha assicurato di essere il padre che era una volta"

Mi guardó, a lungo, sospirando piu volte tenendo gli occhi fissi su di me.
"Se sei felice sono felice anche io, non é una mia scelta. Ma se ti fa qualcosa, tuo padre o meno, non ci metto molto a spaccargli la faccia, l'ultima volta mi sono trattenuto.."

Annuii, incerta se prendermela sul fatto che non é d'accordo con me o felice del fatto che mi vuole proteggere...facendo del male a mio padre...anche quello potrebbe essere un problema.

Guardai la città, e Londra tornó nuovamente a galla.

Dovrei dirglielo? Mh.

"Mi manca Londra" sussurrai.

Dylan pov:

I suoi occhi tornarono sulla città, come quando ero arrivato.
Lo sguardo assente, ma i suoi occhi brillavano, brillavano sempre.
Le luci di New York non erano niente in confronto con i suoi occhi.
I capelli scuri volavono leggeri nel vento e lei si stringeva nel suo giubotto, a guardarla sembrava cosi piccola, indifesa. La cosa mi piaceva molto, non so perche.

Pazzo. Sono diventato fottutamente pazzo.

"Mi manca Londra" disse sussurrando, la voce piccola e quasi spaventata.
Mi si giró lo stomaco.

Non poteva andarsene.
No, non poteva.

Rimasi in silenzio, continuando a gurdarla mentre si girava verso me.

"Te-te ne vuoi andare?" Dissi cercando di rimanere impassibile, senza riuscirci.

Le cose stavano andando gia troppo veloci.
Quello che provavo per lei dopo solo un mese, il fatto che eravamo gia fidanzati quando io non lo ero mai stato, la litigata e lei che se ne vuole andare.

Bravo campione, sei riuscito a rovinare tutto anche qui, vuoi l'applauso?

"Non voglio andarmene Dylan" rispose sorridendo "mi manca, ho detto solo questo"

Sentii il macigno depositatosi nel petto volare via.
Ma comunque le cose si erano affrettate lo stesso.

Distolsi lo sguardo da lei, che sospiró. La vidi prendere il cellulare con la coda dell'occhio per poi metterlo in borsa.

"Sono le tre del mattino, é tardissimo. É meglio se torno a casa" disse alzandosi.
La imitai di scatto, quasi d'istinto, come se le mie azioni fossero comandate dalle sue.

Mai mi era successo, con lei, si aprì un mondo totalmente nuovo.

"Mh, si. Vuoi che ti passi a prendere per andare a scuola?" Chiesi incerto.

Lei rise, scuotendo la testa.

Che ho detto ora.
Madonna che coglione.
E che bella risata.
Non ride come le altre.
La sua risata é piu leggera...aspetta che cazzo...leggera?

Changes ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora