CAPITOLO 10

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Non sapevo dove andare.
Sapevo solo che ero stata una stupida a credere che lui tenesse a me, a credere che fossi davvero l'unica dopo tutte le ragazze che ha avuto e a confidarmi con lui.

Stupida,stupida,stupida.

Trovai una strada che portava ad un piccolo bosco dopo un quarto d'ora di macchina.

Le lacrime minacciavano di uscire ma non lo permisi.

Tradita.
Ecco come mi sentivo.
Non ero mai stata d'accordo con la gelosia di alcune ragazze ma in questo momento le capivo in parte.

Dopo una piccola stradina sterrata il percorso si fece troppo stretto, parcheggiai pregando di non prendere una multa o che la macchina non si vedesse dalla strada principale, ma al momento non mi importava nulla.

Camminai, o meglio corsi per qualche minuto poi arrivai ad uno spiazzo d'erba se cosi si puo chiamare, circondato da alberi.
Mi guardai intorno meravigliata, era deserto.

Camminai avanti e indietro, ogni secondo che passava la rabbia e il senso di tradimento si intensificavano.

Sconfitta mi sedetti a terra, tristezza e dolore.
Nient'altro.
E il cielo era d'accordo.

Inizió a piovere ma me ne poteva importare di meno?
Goccioline cadevano lente sul mio viso mischiandosi con qualche lacrima che mi feci scappare.

X:Che diavolo stai facendo Margaret?Sta piovendo andiamo!

Saltai per lo spavento e mi girai verso di lui.
I capelli e i vestiti si stavano bagnando.
Lo sguardo indecifrabile e la mani strette a pugno.

Sbuffai una risata.
Io:Io con te non vado da nessuna parte caro mio.
Dylan:Ma mi spieghi che ti prende?
Io:A me? Niente, assolutamente niente, sto benissimo non vedi.
Dissi indicandomi.

Ormai la pioggia non voleva saperne di fermarsi ed eravamo totalmente bagnati.

Dylan:Allora perche te ne sei andata cristo, Margaret piantala di fare la bambina!
Io:La bambina? Ma ti senti Dylan?
Dylan:Ah e quindi come definiresti il tuo comportamento?
Io:Giusto! Totalmente giusto cazzo!

Ci urlavamo contro, la cosa mi feriva ma nei giorni precedenti tutto era troppo bello per essere vero. Lui si avvicinava lentamente e io andavo indietro constringendomi a non cedere.

Dylan:Ah se la metti cosi, ti prego illuminami.

Io:Quindi te non pensi sia giusto? Io-io ti ho detto cose che nessuno sa di me se non Maia, ti ho mostrato la parte piu vulnerabile di me stessa io-io...mi sono sentita tradita sai? Tutto quello che mi hai detto erano solo balle giusto? E sai una cosa sono incazzata con me stessa piu che con te, per averti creduto. Dio che stupida.

Dylan:Ma di cosa stai parlando?
Gridó esausto, alzando le mani al cielo.

Io:Di te! O mi sono sognata quelle ragazze che uscivano dalla tua auto!-la rabbia si dissolse nei suoi occhi, guardai a terra, ormai la voce in un sussurro appena udibile sopra il rumore della pioggia- Io...non posso credere di essere stata cosi stupida da essermi fidata di te...
Rimasi in silenzio senza alzare mai lo sguardo, mentre ormai le lacrime e la disperazione parlavano per me.
Io:E pensare che ero convinta fossi sincero...

Be, se devo essere sincera non mi ricordo cosa successe allora.
Lo vidi avvicinarsi, velocemente.
Mi alzó il viso verso di lui, le sue mani sulle mie guancie.
Poi mi bació.
La sua bocca calda contro la mia, le labbra morbide che sapevano di menta.
Sentii le gambe cedermi e un fuoco divamparsi nel petto arrivando ovunque.

La poggia cadeva insistentemente ma era l'ultimo mio pensiero, la rabbia era evaporata lasciamdo spazio solo a le nostre labbra.

Ci tiravamo sempre piu vicini, come se fosse possibile, quasi da farci male.
Misi le mie mani sul suo collo il che lo fece sussultare, posó le mani sulla mia vita e mi avvicinó a se.

Il mio cuore batteva talmente forte che avevo paura lo sentisse, il suo respiro si era fatto affannoso mischiandosi al mio.

Si allontanó il giusto per guardarmi negl'occhi, l'iride ridotta ad un piccolo cerchio scuro.
Dylan:Io, tutto quello che ti ho detto é vero Maggie, io sono cambiato da quando sei arrivata te...sto cercando di diventare migliore...quelle ragazze le ho trovate per caso avevano una gomma bucata e le ho dato un passaggio...mi disp...

Premetti nuovamente le mie labbra sulle sue per zittirlo.
Intorno a noi niente c'era piu.
La pioggia.
Gli alberi.
Le preoccupazioni.

C'eravamo solo io e lui.

...

Rimanemmo li circa un ora la poggia era scomparsa e io tornai a casa.

Kate:Oh tesoro! Sei tutta bagnata vai a metterti qualcosa di asciutto!

Le sorrisi e corsi in bagno, mi misi un asciugamano nei capelli e mi cambiai.
Mi buttai sul letto, con un sorriso idiota stampato in faccia.

Maia ancora non era tornata cosi scesi in cucina e mi feci un panino.
Tornai in camera presi un libro e iniziai a leggere.

Qualcuno bussó alla porta.
Io:Avanti...
Spuntó Kate con un gran sorriso stampato in faccia.
In mano un piccolo mazzo di rose bianche e qualche margherita racchiuse in un tessuto arancione.

Sorrisi sentendo lo stomaco rivoltarsi.
Kate:Sono per te...
Cinguettó trotterellando fino al mio letto e dandomi i fiori.

Mi diede un bacio sulla guancia e uscì.

Guardai quei fiori e sorrisi ancora come una demente.
Notai un biglietto scritto a mano.

Signorina, spero vivamente che i fiori siano di suo gradimento, a domani. Con amore -D

Lessi quel biglietto un sacco di volte, poi lo appesi alla parete.
Presi un vaso di vetro, lo riempii di acqua e ci posai dentro i bellissimi fiori, poggiandoli sulla scrivania.

Li annusai un altra volta, e li ammirai ridendo.

Maia:Oh che bella giornata, la luna ci saluta, ho una fame da urlo...ma quelli cosa sono?

Urló emozionata, mi girai verso di lei e sorrisi imbarazzata.
Maia:Be, sposatelo che ti devo dire.
Disse ridendo.

Gli raccontai la giornata e lei mi abbracció contenta.
Maia:Sii! Uscite a quattro-disse battendo le mani- sono felicissima Maggie!

Io:Si anche io

Changes ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora