12° Capitolo

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Il funerale fu veloce, troppo veloce.
Quelle due solite parole di consolazione da parte del prete, seguite dalla predica alla famiglia per aver accettato certi comportamenti che lo hanno portato alla malattia dell'omosessualità. Qualche parola dei parenti più stretti e dagli amici. Le solite cose che dovrebbero aiutare a stare meglio, ma che come al solito non funzionavano.
Dopo il funerale la famiglia di Luca invitò i parenti più stretti e gli amici a casa per un rinfresco.
Ed è lì che vidi per la prima volta Angela. Parlammo a lungo di Luca e di come si fosse ucciso, di come si sentisse dopo avermi lasciato e dopo aver litigato con Angela.
Finito tutto tornai a casa e piano a piano iniziai a parlare con Angela sempre di più, finché alla fine ci innamorammo, andammo alla stessa università e poi ci sposammo. Avemmo due figli e vivemmo una lunga e felice vita insieme.
Ma in tutto questo non smisi un solo giorno di pensare a Luca."
Concludo il mio racconto e mi rendo conto di avere davanti Luca.
"Luca. Cosa.....cosa sto dicendo?"
Gli chiedo non capendo costa sta succedendo.
"Ascoltami Andrea, ti devo dire una cosa ed ho poco temo."
Mi dice preoccupato.
Annuisco e aspetto che inizi.
"Ti sei mai chiesto perché ogni notte ti appaio in sogno e ti racconto la mia vita? E ti sei mai chiesto perché continuo a farlo? O perché ho sempre il sorriso mentre lo faccio? E ti sei mai accorto che il sorriso che fai quando parli di te ed Angela è più solare del mio?"
"Cosa centra questo?"
Lo interrompo.
"Centra che non devi fermarti a pensare al passato, a ciò che è stato e ciò che non sarà mai. Ma sorridi per ciò che è e che sarà.
Provare pietà per i morti, ma provala per i vivi."
Finisce di parlare e si avvicina, mi guarda negli occhi, mi bacia e si dissolve in piccole palline di luce.


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