«Ciao» Renata si rivolge a Mark che sta entrando a scuola. Da quando c'è stato il colloquio chiarificatore, Renata ha lasciato perdere le sue passeggiate al piano delle quinte. Quando era arrivata a casa, quel giorno, si era improvvisamente resa conto di quanto era stata infantile nello sperare di raggiungere Mark facendo quegli stupidi appostamenti. Quello che aveva detto lui bruciava ancora dentro il suo stomaco. Renata continuava da giorni a ripetersi tutti i passaggi di quel dialogo e più ci pensava più si sentiva una perfetta imbecille.
«Devo cambiare tattica» aveva pensato.
Dopo una lunga riflessione aveva deciso di adottare una tecnica morbida: lo avrebbe salutato tutte le mattine fuori dal portone facendo finta di niente.
Aveva anche preso un'altra decisione: che non avrebbe più detto niente di Mark ad Alessia.
Questo era un altro dei pensieri ossessivi che le avvelenavano le giornate. Non le era piaciuto proprio per niente il modo in cui la sua migliore amica aveva condotto le cose con lui.
Aveva voluto fare la furba, mostrarsi superiore e così facendo aveva gettato un mucchio di fango su di lei: perché mai aveva detto tutte quelle cattiverie? Per fortuna Renata era corsa ai ripari e aveva ribattuto colpo su colpo per tutte le menzogne che Mark aveva corso il rischio di bersi.
«Perché ha fatto così? Perché ha sentito il bisogno di mettermi in ridicolo?» la risposta era incerta ma più Renata ci pensava e più emergeva una verità sgradevolissima che la faceva andare su tutte le furie.
Se Alessia voleva ridicolizzare Renata davanti a Mark, era perché voleva farsi avanti LEI.
Quando le veniva in mente questo avrebbe voluto strozzare Alessia con le sue mani.
Poi però pensava che Alessia era la sua migliore amica.
Non poteva farle questo, dopo tutto quello che avevano passato insieme, tutto quello che lei le aveva confidato.
E poi Alessia continuava a spergiurare che a lei di Mark non importava assolutamente niente. Sarà stato vero?
Con tutti questi pensieri in testa cercava di farsi bastare quel minuscolo contatto mattutino: lei si appostava fuori della scuola facendo finta di niente, quando lui passava lei lo salutava, lui la salutava e tutto finiva lì.
«Ciao» risponde Mark e tira dritto nell'atrio. Poi si ferma un momento, incerto.
Renata trattiene il fiato.
Mark si volta verso di lei. Sembra indeciso.
«Devi dirmi qualcosa?» cinguetta Renata.
Lui scuote il capo, come per scacciare via un pensiero.
«Niente. Mi era venuta una curiosità.» dice un po' tra i denti.
«Quale curiosità?» trepida Renata che si apre in un sorriso radioso.
Mark è a disagio. Si guarda intorno e fa segno a Renata di andare verso un angolo dietro la sporgenza della facciata della scuola un po' appartato. Renata è tutta agitata: ha atteso questo momento da tempo e adesso ha una paura folle. Di che cosa non si sa: è agitata e basta.
«Ma la tua amica, voglio dire quella che era venuta con te... com'è?» fa lui, indifferente.
Renata si sente morire.
«In che senso?» chiede acidissima.
Mark nota il cambiamento di tono. Decide di correre ai ripari. Forse non avrebbe dovuto fare quella domanda a lei.
«Non so, quando abbiamo parlato insieme mi è sembrata un po' stronza» gli costa dire quelle parole ma per il suo bene...
Renata respira: «No, non è stronza. È solo un po' scema. Non capisce le cose. Vive un po' nel suo mondo» dice con noncuranza.
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Pensami un istante
ChickLitNon basta essere belli, popolari e desiderati per saper amare. Questo è quello che Mark imparerà a sue spese quando farà un incontro che gli sconvolge la vita...