Capitolo 23

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- Allora? - appare sul cellulare dopo l'avviso del messaggio.

Alessia oscura lo schermo. Si butta sul letto e sospira. Non è ancora pronta, non ha avuto alcuna idea.

"Mark si aspetta qualcosa di importante, che lo stupisca, così come ha fatto lui." pensa mentre si rode perché non le viene in mente niente. Il tempo passa e lei non si è più fatta sentire. Lui ogni tanto manda un messaggio, ma che fare?

Alessia si alza di scatto, sente una morsa quasi di disperazione: vorrebbe farsi sentire, dirgli che ogni suo pensiero adesso è per lui, che lei ci starebbe, che l'unica cosa che conta è lui ma...

«Perchè le cose devono essere così complicate?» si chiede ad alta voce mentre si asciuga rabbiosa una lacrima. Esamina la situazione. Mark è tutto per lei. L'ha portata a casa sua, cosa che non fa con nessun altro. È innamorato. Che cosa dovrebbe desiderare di più? Perché non buttarsi tra le sue braccia?

«Che cosa vede in me? Che cosa si aspetta da me?» si chiede Alessia «Lui è così superiore, così distante così perfetto... Che cosa vede in me, che cosa può vedere? È troppo bello, troppo elegante. Magari non è vero niente di quello che mi dice. Magari sono solo io che mi illudo... magari quella scema di Renata mi ha condizionato, con la sua mania... »

E così lei non sa come andare avanti. E i giorni passano. E non fa proprio niente...

Arriva un altro richiamo dal cellulare. Alessia apre i messaggi.

- Non avere paura. Aspetto il tuo giorno... - c'è scritto.

Non avere paura... fa presto a dirlo. Lui è Mark Ondelli, lei un'Alessia qualunque, alle prese con qualcosa di più grande di lei.

Si alza dal letto e va verso l'armadio. Lo apre. Dietro la porta c'è uno specchio ad altezza naturale. Alessia si guarda: possibile che Mark si sia proprio innamorato di lei? Non c'è niente di speciale, niente di degno di lui.

Poi improvvisamente Alessia viene quasi folgorata da un'idea. In realtà è una cosa che coltiva da qualche giorno ma è come se fosse un fiore che non ha voluto sbocciare fino a quel momento. Una convinzione che si è fatta lentamente strada, nascosta, in lei e che adesso ha fatto capolino come una corolla che buca la neve. La prima sensazione l'ha avuta quando è entrata in casa di Mark. Una casa bella senza dubbio. Ma normale, come tante altre.

«Forse lui cerca la normalità» si dice, rimanendo quasi ferita da questo pensiero. Sì, perché essere normali vuol dire non lasciare a bocca aperta nessuno. Vuol dire non fare voltare tutti i ragazzi quando ti incontrano. Vuol dire non essere la più popolare della scuola, quella più osservata, quella più chiacchierata.

«Vuol anche dire essere una parentesi tra una storia e l'altra non normali? Una specie di capriccio? L'ennesima eccentricità di un tipo, Mark, lui invece nient'affatto normale?» Alessia è torturata, eppure nonostante i dubbi quell'idea si conferma sempre di più fino a strapparle un sorriso. Alla fine si decide.

«Vedremo se ho ragione» pensa mentre compone il messaggio sul suo telefono.

- Ci vediamo domani in Piazza della Loggia alle tre in punto - gli scrive. Subito dopo si sente leggera e felice per l'idea che ha avuto. E quando arriva immediatamente la conferma: - Finalmente. Non vedevo l'ora. - si abbandona sul letto a guardare il soffitto.

Il suo aspetto non è cambiato. Mark indossa maglia e jeans cascanti come l'altra volta. "Roba da bancarelle che si rovina dopo due volte che li metti" osserva Alessia con affetto tra sé e sé mentre si avvicina, ma lui è lui, ogni volta sempre più bello.

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