Capitolo 13.

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ROBERTA POV'S
Non ci credo.
Era quello giusto.
Ryan era quello giusto.
Perché lo ha fatto? Perché non me lo ha detto prima? PERCHÉ? Io sono condannata a restare sola. Per sempre. Secondo me,nella mia vita passata ho litigato con Cupido e questa deve essere una specie di vendetta.
Perché mi ha presa in giro per tutto questo tempo?
PERCHÉ?
Me lo chiedo.
Domani mi faccio cambiare di posto.
Di una cosa avrei bisogno:la lametta. Sto piangendo come se non ci fosse un domani.
Non ho mangiato.
Mi odio.
Non sono stata soddisfacente neanche in questo.
NON ABBASTANZA.
Questo sono:un 5 e mezzo. Non abbastanza sufficiente per poter essere sufficiente.
E tutti i sogni che avevo sognato insieme a lui,per un nostro futuro.
Studio con Mattia e Francesca.
Studio troppo silenziosamente.
"Ro'? Che succede?"
"Niente."
Sono fredda. Maledettamente fredda.
"Dai,conosco quel niente."
"Ryan mi ha lasciata."
I miei occhi si bagnano.
"Non mi ama più."
Ora piango furiosamente.
"È stata tutta una presa per il culo."
Francesca mi abbraccia.
"Ne troverai di migliori."
"No. Era quello giusto. Porca puttana. Chissà di quale troia si sarà innamorato adesso."
Mattia parla dopo troppo silenzio.
"Può essere che ha solo voluto una pausa."
"Tutto si sistemerà,vedrai."
"Lo spero."
Mi odio.
RYAN POV'S
Anche stavolta c'è riuscito.
Mi ero innamorato ed è riuscito a distruggere tutto di me.
OGNI COSA.
È tutto come un castello di sabbia che crolla,muore,dopo essere colpito da un'onda. E il bimbo che lo aveva costruito ora piange,deluso. Ora ci sono solo macerie,fatte di sabbia bagnata.
Ecco come sto per ora. Come quel bambino.
Roberta,perdonami. Vorrei spiegarle tutto ma rischierebbe grosso. Francamente,poco mi importerebbe se Giuseppe facesse del male a me. Ma,ora come ora,ne sta facendo sia a me che a lei.
2 mesi meravigliosi mandati a puttane.
Mi odio.
"Amami come non hai mai fatto."
Era la nostra promessa.
Alla fine ho capito che i per sempre finiscono sempre.
Ho perso troppe persone nella mia vita.
Prima papà.
Poi mio fratello,che ho perso prima ancora che nascesse.
Mia madre che non vedo da quasi 7 anni.
Sono distrutto.
Non voglio parlare neanche con Marco.
Per sfogarmi,vado a karate.
Forse tutto sarà migliore così. Ma il mio unico,solo e costante pensiero è Roberta.
ROBERTA POV'S
Quando la mattina dopo esco da casa,non lo guardo neppure. I nostri sguardi si incrociano e io mi volto subito. Sono triste. Spero lo capisca.
Ci ignoriamo. Sto solo con Mattia e Francesca,gli unici da sempre e per sempre.
Appena entro in classe,lo vedo seduto nel nostro banco.
Mi siedo accanto a lui ma non lo guardo neppure.
Nonostante ciò,vorrei che mi baciasse, mi abbracciasse.
Ma non accade.
Voglio stare seduta con lui.
Nonostante tutto.
Oggi è Venerdì e usciamo alle 12:15. Io,Mattia e Francesca abbiamo in programma una festicciola per domani,che sarà Sabato e ci sarà il ballo. Noi non andremo.
Non riuscirei a non perdonarlo,se tornasse. Forse è l'unica cosa che voglio.
LUI è l'unica cosa che voglio.
RYAN POV'S
Oggi non vado a casa. Resto a Palermo con mia zia. È lei che ha deciso di stare con me quando andremo a trovare mamma.
Sono titubante,ho paura. Tutto ci voleva ma non lasciare Roberta. Lei mi dava la forza per andare avanti.
Domani avrei dovuto portarla al ballo della scuola.
Oggi era lì,seduta accanto a me con la sua felpona nera. Ma non mi guardava. Era triste. Vorrei dirle che anch'io sono triste,che senza lei io non vivo. Ma c'è in ballo la sua vita. Mi dispiace farla soffrire,ma devo farlo.
Ho chiesto a Mattia e Francesca di tenermi aggiornato su come sta,cosa fa.
Mi dicono che è triste, non mangia, piange 24 ore al giorno.
Mi mancano i suoi baci.
Mi mancano i suoi abbracci.
Mi manca prenderla in braccio.
Mi manca quando si metteva in punta di piedi per baciarmi e alla fine io la dovevo prendere in braccio.
Ora eccomi qui,di fronte all'ospedale dove sta mia madre.
Io e zia Marisa entriamo.
Zia e mamma erano in buonissimi rapporti e,in questi quasi 7 anni,l'ha vista alcune volte.
Ora mamma vuole vedere me.
È un'orribile giornata di Dicembre,ma per fortuna ci sono i riscaldamenti. Fa parecchio freddo.
Il clima sembra voler riflettere la mia figura interiore:fuori piove e c'è molto vento. Così come sono io. Ho una tempesta dentro e nessuno se ne accorge.
Mi si avvicinano due psichiatri. Uno è basso e pelato,di stazza robusta e con una sottile barbetta. L'altro alto e magro,con gli occhiali poggiati sul naso e molto giovane. Sono entrambi vestiti in modo molto elegante.
Parla quello più giovane.
"Allora. Tu devi essere Ryan,no?"
"S-si,sono io."
"Bene,puoi entrare."
"E mia zia?"
Lo psichiatra basso interviene.
"Tua zia entrerà in un secondo momento. Vedrai tua madre da solo."
Merda. Solo questa ci mancava.
Chiudo per un attimo gli occhi e alzo le spalle. Sospiro fortemente e spingo la porta in avanti.
Lo psichiatra giovane mi accompagna.
La stanza è in penombra e una bambina è sdraiata sul letto.
È molto minuta.
Non ha i capelli.
Ha gli occhi spenti.
Mi sento morire.
"È mia madre?"
"Sì."
Mamma.
Perché sei ridotta così?
"Signora,suo figlio."
Mamma si sveglia e si siede sul letto,poggiandosi nello schienale.
"Ryan.."
"M-mamma."
Erano quasi 7 anni che non la vedevo.
Non è più la donna di un tempo.
Ora è senza capelli.
Ora ha gli occhi spenti.
Ora è molto magra.
Ora..sta morendo.
Ho le lacrime agli occhi.
"Ryan,amore mio. Sono quasi 7 anni che non ti vedo. Sei così bello. Sei uguale a papà."
Questa frase mi uccide.
Ora piango ancora di più.
I miei occhi si riempiono di lacrime che sgorgano come cascate,fiumi in piena che formano un'alluvione.
"No,non piangere,amore. Ti meriti di sorridere."
"M-mamma. Perché non hai i capelli?"
"Purtroppo non tutto si può avere nella vita. Ho un cancro ai polmoni e temo di morire presto. Per questo ti ho chiamato. Per realizzare il mio ultimo desiderio:vedere mio figlio vivo."
Non ce la faccio più.
Dio non esiste.
Niente esiste.
Ora sto davvero male.
Voglio morire.
ROBERTA POV'S
Il rapporto tra me e Mattia si sta risanando. Come una ferita disinfettata che si cicatrizza.
Nonostante tutto,mi manca Ryan.
Amami come non hai mai fatto,gli promisi.
E così fu.

Amami come non hai mai fattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora