Non riesco a crederci.
Papà è vivo.
Ho migliaia di domande da fargli. Sembro quasi un bambino al quale viene comprato un gelato e lo guarda con occhi sgranati,senza riuscire a credere a quel che possiede.
Il problema è che più cresci,più ti rendi conto di non volere il semplice gelato o il piccolo giocattolo. Ti rendi conto di non desiderare gli oggetti,ma le persone.
Compirò diciassette anni tra qualche mese e sono cresciuto, dall'età di cinque anni a questa parte, senza genitori.
Mamma era in clinica, tutti credevano che papà fosse morto.
Ora prendo il vero coraggio di parlargli.
"Papà. Perché hai finto di essere morto?"
Lui sospira e poi parla. Il tono della sua voce è grave.
"Purtroppo, caro Ryan, certe persone odiano il fatto di vederti felice con le persone che ami. Non sei l'unico a essere stupito. Tutti qui lo sono stati. Tua madre, i tuoi zii, Marco. Tutti. Il fatto è che quando sono svenuto, quel giorno, mi avevano sdordito con un colpo di mazza in testa. Be',io sapevo tutto. Sapevo che lo avrebbero fatto. E anche i medici lo sapevano. Lo sapevano tutti, tranne le uniche persone che avrebbero dovuto saperlo. Voi. Sono stato costretto a scappare negli Stati Uniti,il mio paese natìo. Tutto questo perché volevano distruggermi. Perché io avevo fatto alle persone che mi costrinsero ad abbandonarvi,un torto. Purtroppo fare l'avvocato specializzato in cause penali non è il miglior lavoro. Non riuscii a non mandare uno di loro in galera. Purtroppo non puoi sapere chi sono queste persone, ma ormai non ha importanza. Se tu vorrai ancora accogliermi come tuo padre, io sarò ben lieto di ricoprire questo ruolo che, in tutti questi anni, mi è stato bruscamente negato."
Non riesco a parlare. Piango.
Mi avvicino a papà e lo abbraccio.
"Sarai sempre mio padre. Ti ho aspettato per tutto questo tempo e ora non posso perderti di nuovo."
Papà ricambia l'abbraccio.
Poi iniziamo a parlare della mia vita e di cosa abbia fatto io in tutto il tempo che lui non c'è stato.
Gli racconto di Giuseppe e di quello che mi ha fatto passare.
Gli racconto di Roberta.
Ride.
"Perché ridi,papà?"
"Perché sono contento che tu stia con una ragazza che ti ami per quello che sei e soprattutto nonostante la tua triste storia."
"Hai ragione. Devo studiare con lei oggi. Viene qui."
"Allora la conoscerò."
Non appena papà termina questa frase, suona il campanello.
"Chi è?"
"Roberta."
Papà ride.
È qui.
È vivo.
È mio padre.
ROBERTA POV'S
Non appena metto piede in casa di Ryan, lui mi abbraccia fortissimo.
"Amore mio. Non sai cosa mi è successo."
"Amore..che succede?"
"È vivo."
"Chi?"
"Mio padre."
"Cosa?"
"Sì."
La cosa mi stupisce però sono contenta per Ryan. Finalmente lo vedo felice. Mi metto in punta di piedi e gli scombino i capelli.
Lui ama quando lo faccio.
E io amo lui.
"Vieni."
Mi prende per mano e mi porta in cucina.
Vedo, seduto a tavola, un uomo che, se non fosse per la barba e i capelli brizzolati, è uguale a Ryan.
"Piacere,io sono Roberta."
Mi guarda compiaciuto.
"Micheal Di Maggio."
Dopo un attimo di silenzio,si alza.
"Vi lascio studiare, ragazzi. Non vorrei disturbare. Buono studio!"
Ci sorride e va via.
Prendiamo posto e vedo Ryan perso nei suoi pensieri.
"Conosco quella faccia."
"Oh,sì. Oddio, sono troppo contento. È vivo. Capisci?"
"Ma si può sapere cosa gli è successo?"
Mi racconta quello che gli è successo e sono davvero stupita.
"Wow.."
"Già."
Studiamo Greco,l'indomani abbiamo versione.
La cosa assolutamente bellissima? Domani è Sabato e questo vuol dire che Roberto ha organizzato una festa in collina. Ha una villa tipo enorme e ha organizzato una specie di ballo. E io e Ryan andremo insieme.
Finiamo con qualche minuto di anticipo e, visto ciò, io e Ryan parliamo.
Quegli occhi verdi.
Quei capelli color rame.
Quelle lentiggini che appena si vedono.
Quel suo sorriso,con i denti perfetti e bianchissimi.
Poi la sua intelligenza, la sua simpatia, il suo carattere nascosto.
Lui è perfetto così com'è.
"Sei pronta per la festa di domani?"
"Se si tratta di stare con te, sono sempre pronta."
Ride e mi accarezza la guancia, delicatamente.
Conosco già quel che dovrà succedere dopo.
Mi sfiora delicatamente il collo e poi mi bacia.
"Voglio dormire con te."
"Non me lo faranno fare, conosci i miei."
"Lo so."
Silenzio.
I suoi occhi guardano i miei.
I miei occhi guardano i suoi.
Occhi marroni contro occhi verdi.
"Sei bellissima."
È raro che me lo dica e io arrossisco.
Mi accarezza di nuovo il viso.
"Promettimi che non ti farai mai più del male."
"Mai più. Promesso."
In quell'abbraccio, nel suo abbraccio, mi sento come se fossi a casa.
"Ti amo."
"Anche io."
Ci salutiamo abbracciandoci e baciandoci, come se non ci fossimo mai realmente lasciati.
Lo amo.
RYAN POV'S
La amo.
ROBERTA POV'S
Passo il resto della sera a parlare con Francesca, Giulia e Beatrice, oltre che con Mattia.
"Fratellaaa!!! Pronta per il ballo di domani?"
"Assolutamente sì, sorello!"
"Poi posso ballare con te? Oppure Ryan è geloso?"
"Mhh, non saprei. Prova a chiederglielo."
Sto bene con Mattia ma è Ryan il ragazzo perfetto per me.
Prima pensavo di non amare nessun altro ragazzo oltre a Mattia, ma con Ryan ho capito che il vero amore può nascere come un fiore: da un semplice e quasi insulso seme, e diventare grande come un girasole e bello come una rosa.
Mattia è il mio migliore amico in pratica da sempre e, per un certo periodo, credevo ci fossimo persi per sempre. Ma ad ogni 'per sempre' c'è un altro 'per sempre' che cerca di prevalere. È quasi una lotta di 'per sempre':devi solo trovare quello giusto. Ciò significa che tante persone ti diranno 'per sempre',ma solo pochi 'per sempre' saranno veramente 'per sempre'.
Forse sto ricominciando a crederci.
Forse sto ricominciando a credere nell'amore e nel 'per sempre'.
Alla fine, mi addormento perché non c'è altro da fare, se non dormire, sperando che questa vita non sia solo un sogno dal quale ti desti la mattina ed era talmente bello che vorresti fosse la vita stessa.
RYAN POV'S
Non ho dormito tutta la notte.
Papà è tornato.
Roberta mi ama.
Francesca, Mattia, Roberto, Giulia e Beatrice mi vogliono bene.
Oltre alla versione, oggi c'è anche la festa. Le tipiche caratteristiche di queste feste sono due:gente ubriaca e gente che fa sesso. Poi c'è anche la gente ubriaca che fa sesso.
Non sono quel tipo di ragazzo che vuole fare sesso subito, non appena di fidanza con una ragazza. Dopo quell'esperienza traumatica all'età di tredici anni, non ho più voluto sapere nulla dell'argomento.
Io preferisco l'amore al sesso.
Io preferisco amare allo scopare.
Io preferisco i baci sul collo ai succhiotti.
Io preferisco gli abbracci ai ditalini.
Insomma, sono tutto il contrario di un tipico sedicenne di oggi.
Ma poco mi importa.
La gente sa solo giudicare, non sa un cazzo di te. Ti giudica senza sapere il perché delle tue scelte, dei tuoi atteggiamenti. Non capisce e non sa il perché dei perché, dei cosa, dei dove e dei quando. Nessuno scava mai in profondità per vedere come sei fatto dentro. Come il mare. Tutti lo vedono calmo. Ma chi ti dice che sia realmente calmo? Sei per caso sceso nei fondali e hai visto la corrente paurosa che c'è al suo interno?
Penso a questo tutta la notte.
Non voglio che lei si rovini.
Voglio che lei sia felice.
E lei ha scelto di essere felice con me.
Con me, che sono un disastro.
Con me.
Per questo la amo. Perché mi ha amato e mi amerà.
Perché io le dissi 'Amami come non hai mai fatto' e così fu.
ROBERTA POV'S
Sono le 6:45 e sono sotto casa di Ryan. Stavolta io sono stata più puntuale di lui.
Vedo i suoi capelli disordinati e i suoi occhi stanchi.
"Amore? Che è successo?"
"Nulla, sono solo rimasto sveglio tutta la notte."
"Scemo, lo sai che hai bisogno di dormire."
"Se penso a te, posso stare sveglio anche per mesi senza chiudere anche un occhio."
Ci dirigiamo verso la fermata, che dista 10 minuti a piedi.
E chi troviamo alla fermata?
Mattia che, pur essendo poco meno delle 7 del mattino, urla.
Le prime due ore abbiamo versione.
Io e Ryan, come da regola, ci aiutiamo a vicenda e finiamo sempre insieme. Io lo dico che noi due facciamo sempre tutto insieme. Tuttavia, abbiamo un trucchetto strategico. Prima consegna uno, poi altro. Lo decidiamo sempre giocando a tris. Stavolta vinco io e consegno per prima.
Dopo mezz'oretta, consegna lui.
Per non farsi accorgere del nostro trucchetto, finge di scrivere qualcosa e guarda e riguarda il compito.
E ridiamo sempre sotto i baffi.
La giornata finisce presto. Va be',abbiamo un'ora di educazione fisica e due ore siamo divisi. Io ho ancora il polso destro fasciato, ma il medico mi ha detto che posso scrivere ma non posso assolutamente fare attività fisica.
È Sabato.
C'è la festa.
La festa è alle 19.
Voglio essere bella.
RYAN POV'S
Non so cosa mettermi per la festa. Chiedo un consiglio a Marco, che è anche il mio stilista personale.
"Allora, metti un completo elegante. Quello della mia cresima."
"Quello nero?"
"Bravo. Con una bella camicia bianca e una cravatta nera. Giaccia chiusa."
"Ma sembrerò troppo elegante."
"Hai ragione. Allora metti il completo come ti ho detto però metti il papillon rosso e la giacca aperta. Come scarpe, quelle nere eleganti."
"Non male come abbinamento."
"Puoi sempre contare sui consigli di moda di Marco Di Maggio, lo stilista per eccellenza."
Rido e gli do una pacca sulla spalla.
"Divertiti!"
"Quello sicuro."
"Non farai cosine con lei, no?"
"Assolutamente."
"Non ti do torto. A parte perché ha appena quattordici anni e tu ne hai quasi diciassette. Anche per la tua "esperienza" a tredici anni."
"Dio, non ricordarmelo!"
"Già, scusa."
"Nulla. Dai, vado."
Chiudo la porta e vado a fare una doccia calda con shampoo. Esco in accappatoio bianco e corro a vestirmi. Sto proprio bene. Sono un elegantone. Mi sistemo i capelli con il gel e, sì, ora sono pronto.
Sono le 18:30.
Non vedo l'ora di vedere Roberta.
ROBERTA POV'S
Ho deciso che devo essere bella. Grazie a me e Francesca, anche Giulia e Beatrice prenderanno parte alla festa.
Faccio un bagno caldo con shampoo e sono ancora indecisissima sull'abito da indossare. Mentre sono indecisa e guardo i miei vestiti, entra mia madre con un sacchetto. Sono in accappatoio, struccata e sono le 18:15.
"Cos'è?"
"Aprilo, è per te."
Apro il pacco e vedo un meraviglioso abito nero, lungo con i brillantini bianchi e argento sparsi un po' dappertutto.
"Oddio mamma, è stupendo!"
"Spero lo apprezzi."
"Certo, grazie!"
La abbraccio e corro a prepararmi per bene.
Mi sistemo i capelli con la schiuma e il phon. Subito dopo, passo alla fase trucco.
Applico del fondotinta e della cipria. Odio truccarmi pesante però stasera voglio abbondare un po' di più. Applico il mascara e l'eye-liner neri. Il fard rosa tenue sulle guance. Un ombretto nero sfumato che appena si vede sopra gli occhi. Rossetto rosso sulle labbra. Poi indosso il vestito. Mi sta d'incanto. Salgo al piano superiore e indosso le scarpe. Nere con i tacchi alti. Ovviamente ho fatto pratica per riuscire a camminarci senza cascare per terra.
Suona il campanello.
Guardo l'orologio:le 18:45.
Prendo la pochette nera con i brillantini e scendo le scale. Lui è alla porta.
RYAN POV'S
La vedo come non l'ho mai vista.
Bellissima.
Stupenda.
Lei è bellissima anche quando sta in tuta e scarpe da tennis ma ora, con quel vestito, quel trucco è semplicemente la creatura più spettacolare che esista sulla faccia della Terra.
Arriviamo alla festa con qualche minuto di anticipo e già troviamo la nostra combriccola di amici.
La serata scorre bene, tra cocktail e balli scatenati. Entrambi vogliamo essere giusti e regolari con il bere. Verso le 23 mettono un ballo lento e io e lei siamo in pista. Sembriamo gli unici. Tutti ci conoscono come 'gli innamorati sventurati del Distretto 12' e il nomignolo ci piace.
Siamo gli unici. Lei all'inizio è timida ma poi la conduco nella pista e le dico:"Signorina, mi concede questo ballo?"
Lei arrossisce e annuisce.
Balliamo con abilità e, lo ammetto, io non ho mai ballato. Mi sono solo esercitato in questi giorni.
Il ballo è accolto e fa commuovere tutti.
Verso mezzanotte, io e gli altri nostri amici usciamo nel giardino. Sono quasi ubriachi ma riescono ancora a reggersi in piedi.
Beatrice e Roberta vanno a parlare tra di loro. Non so cosa abbiano da dirsi.
ROBERTA POV'S
Beatrice mi ha detto di seguirla.
Arriviamo sotto un albero e ci fermiamo.
"Che succede?"
"Shhhh, parla piano."
"Che c'è?"
Stavolta sussurro.
"Parlagli, digli che lo ami. Guarda. Stelle. Collina. Potete sedervi nel prato, giocare e poi parlate di voi. Fallo. Lo dico per te perché so quanto lo ami e quanto tu abbia sofferto per lui quando non c'era."
"Hai ragione. Grazie, Bea."
Torniamo dagli altri e scherziamo ancora un po'.
Sono l'1 di notte. Beatrice mi fa segnale che è ora.
"Ryan, devo dirti una cosa."
Lui si irrigidisce e viene verso di me.
Siamo in cima alla collina, da soli.
Ci sediamo l'uno accanto all'altra e iniziamo a scherzare. Lui mi fa il solletico e io rido, rido come una pazza.
"Sei mia."
"Sono tua solo se tu sei mio."
"Io tuo. Tu mia."
"Ryan. Voglio raccontarti una storia."
"Dimmi."
"C'erano una volta due ragazzi. Frequentavano la stessa scuola e si conobbero lì, in quei banchi tanto odiati. Lui era ripetente, lei una che studiava parecchio. Lui tendeva a nascondere tutto quello che provava, così come lei. Il ragazzo era odiato dagli amici della ragazza, ma lei voleva capire cosa ci fosse dietro quel gigante dai capelli color del rame e gli occhi verdi. Scoprii che il ragazzo non aveva genitori, la madre in clinica e il padre morto. Il ragazzo soffriva perché un suo nemico gli rovinò la vita, gliela rubò per tanto tempo. Lui si aprii a lei e divennero ottimi amici. Legati non solo dai problemi contro se stessi, ma anche dai problemi di salute. I due ragazzi stavano insieme, adesso. Si amavano come Orfeo amava Euridice. Il loro amore era vero. Ma, un giorno, il ragazzo fu costretto a lasciare la sua ragazza. Entrambi soffrivano l'uno all'insaputa dell'altra. Non parlavano. Sembravano perfetti estranei e la questione faceva male alla ragazza che si fece del male. Tanto male. Non molto tempo dopo, pur a discapito delle loro vite, i due innamorati tornarono insieme e rimasero in ospedale per tempo. Il ragazzo scoprì che il padre, che tutti credevano morto, era in realtà vivo. Ora eccoli qui, i due innamorati sventurati a parlare sotto le stelle con il panorama delle luci del loro paese sotto gli occhi pieni, giovani e vivi di speranze.
Ti amo,Ryan.
Te lo giuro sotto queste stelle e sopra questa collina.
Per sempre insieme, Ryan Di Maggio?"
Lui piange e mi bacia per poi dire solo cinque parole.
"Per sempre insieme, Roberta Agus."Nota dell'autrice
Ecco qui, finita la mia prima storia su Wattpad. È nato tutto per caso, quasi per gioco e ora si sta trasformando in uno dei miei sogni più belli. Le visualizzazioni crescevano e crscevano e ho iniziato a credere in tutto ciò.
Che dire? Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuta e hanno creduto in me fin dall'inizio e...alla prossima storia!