Capitolo 15.

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ROBERTA POV'S
Piango. Per ora non faccio altro che questo. Piango in silenzio,da sola,nel mio letto,sotto il piumone,dove nessuno può vedermi o sentirmi.
La notte è senza dubbio il momento più bello della giornata.
Nessuno ti giudica,puoi essere te stesso e lasciare scappare qualche lacrima.
Ma questa sera è diversa. Sono sola a casa,i miei genitori sono a casa di amici a giocare a carte e mio fratello ad una festa. Io voglio stare a casa,sola.
L'assenza di Ryan mi distrugge in tanti pezzi che crollano ogni secondo di più.
Sono dimagrita molto da quando mi ha lasciata. Rischio di essere seriamente sottopeso. Non mangio da almeno cinque giorni e,per la prima volta,avverto un leggero appetito. Prendo dunque un biscotto al cioccolato,di quelli di cui quest'estate andavo matta. Prima ne mangiavo a tonnellate,ora lo guardo,quasi schifata,indecisa sul da farmi.
Nel momento in cui mordo appena il biscotto,sono costretta a correre in bagno a vomitare.
Vomito.
Piango.
Mi odio.
Urlo.
Piango più furiosamente.
Non sono più io. No. Non sono più Roberta.
Cerco la cassetta degli attrezzi di mio padre e trovo un cacciavite a stella. Spero sia idoneo al mio temperino. Non sono più io.
Prendo il temperino di ferro e scendo le scale. L'orologio segna le 21 e io sono davanti alla mia più grande nemica:la lametta. Consapevole dei rischi a cui vado incontro,smonto il temperino e afferro la lametta.
Le lacrime inzuppano il pigiama e in bocca ho ancora residui del vomito.
Afferro il cellulare e attivo il lettore musicale. Seleziono la canzone 'Give me love' di Ed Sheeran. Giusto per dare un po' di atmosfera.
Afferro la lametta e la poso nel mio polso sinistro. Premo fortissimo. Il sangue sgorga a fontana e inizio a tagliare con odio infinito. La lama argentata che un tempo serviva per le matite colorate,adesso taglia la mia pelle bianca e morbida.
In seguito,con il polso ancora sanguinante,prendo una bottiglia di birra e bevo. La bevo tutta e in poco tempo.
Dopo mezz'ora è tutto al proprio posto e io vado a letto,ma anche qui il risultato non è dei migliori.
Sogno di stare in un giardino verde e pieno di fiori insieme a un ragazzo con gli occhi color del manto erboso. È primavera. Ma,quando arriva l'inverno,il ragazzo è sanguinante a terra,con gli occhi color del ghiaccio e non parla,non dice nulla se non una frase.
"Non ti amo più."
Mi sveglio di soprassalto ma non riesco più a prendere sonno.
La mattina non vorrei andare a scuola,sono stanca,affaticata,ferita. Come se qualcuno mi avesse piantato un coltello in pieno petto.
Ho le borse sotto gli occhi.
Occhi spenti.
Sorriso falso.
Indosso la mia maschera triste,quella del mio sorriso falso perché non voglio se ne accorgano. Il mio dolore è il MIO dolore e nessuno deve interferire nella mia vita.
Mi trucco e,senza farmi vedere,applico della cipria nel polso, martoriato dai tagli.
Alla fermata,vedo Ryan che scherza con Mattia e Roberto.
Ride,ma appena mi scorge cambia espressione.
Oggi sarà l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale e sono passate quasi due settimane da quando mi ha lasciata così,con uno stupido "non ti amo più".
Vorrei abbracciarlo,ma non posso.
Lui non abbraccerebbe mai la ragazza che non ama più.
RYAN POV'S
Roberta è triste.
Le ho letto gli occhi.
È seduta nel marciapiede,con gli auricolari nelle orecchie. Ogni tanto mi guarda. Cazzo. Se mi avvicino a lei,è fottuta.
Mattia capisce i miei pensieri e si rivolge a Roberto.
"Fra' ci lasceresti soli un attimo?"
"Certo."
Poi si rivolge a me.
''Sei coglione se non ci vai."
"Tu allora non capisci. Il mondo mi è nemico. Tutto qui mi è nemico. Quello lì la ammazzerebbe insieme ai miei familiari,te e Francesca. Sta per portarmi al suicidio. Tante volte mi ci stava portando. Ma io non voglio mollare. Lei non lo sa. Cosa avrei dovuto dirle?"
"Sono passate quasi due settimane."
Poi Mattia pensa per qualche secondo.
"Con me non parla più. Dovresti farla parlare con Marco,tuo cugino. Così,oltre a parlare con un amico,sarà anche più vicina a te."
"Sei un genio."
L'autobus arriva e lei si siede da sola,in un posto vicino al finestrino. Ricordo quel posto. Ci scambiammo uno dei nostri tanti baci lì. Ha gli auricolari.
"Credo si sia fatta qualcosa."
"Qui ci vuole Francesca."
"Hai ragione."
"Con lei parla."
"Ormai nessuno sa dei suoi problemi. So io chi ci vorrebbe."
Sono stupito.
"Chi?"
"Giulia e Beatrice,vanno in terza media e con loro parla. Quando stava male tempo fa,sapevamo le cose grazie a loro due."
"Davvero?"
"Eh,sì."
La giornata si svolge normalmente e all'uscita c'è uno strano incontro.
Mi vedo davanti Giuseppe.
"Ryan,calmo."
Sento la voce di Roberta.
Mi guarda e sogghigna.
La sua espressione mi dice che sto facendo il bravo e non storcerà un capello a Roberta e a nessuno a cui tengo.
Ma io non posso continuare così.
Devo parlarle.
ROBERTA POV'S
"Robi? Ti vedo strana. Successo qualcosa?"
"No."
"Sicura?"
"Non ha importanza. IO non ho importanza."
Non voglio parlare con nessuno. Ho detto quelle cose a Francesca senza realmente volerlo.
Che dire? Voglio morire. Che qualcuno mi uccida. Adesso. Prima che possa farlo io.
Sono da sola,dietro le gradinate,nel punto dove trovai Ryan che si tagliava,la prima volta che parlai con lui.
Inizio a prendere a pugni il muro. Le mani mi sanguinano. Nascondo la testa tra le mie gambe.
"Non ce la faccio più."
Fortuna che mi sono portata la matita, cosicché io possa truccarmi nuovamente.
Vedo Ryan davanti a me.
Un tuffo al cuore.
Mi stringe i fianchi.
A che cazzo di gioco sta giocando?
Comunque,voglio che resti così.
PER SEMPRE.
RYAN POV'S
Che sto facendo?
Non posso farlo.
Le do un bacio in fronte,poi sospiro.
"Sono certo che un giorno capirai."
Mi giro le spalle e me ne vado.
Sento le sue urla,le sue lacrime.
Mi sento un fallito.
Un maledetto fallito.
Solo una persona può aiutarmi:Marco.
"Oi Marco."
"Cugino bello! Che problemi ci sono?"
"Devi essere amico di Roberta. Farle capire che la amo ancora."
"Non le hai ancora detto nulla di quel pezzo di merda?"
"Non ho il coraggio. Oggi volevo parlarle ma..ma..le ho detto solo 'sono certo che un giorno capirai'. Ma che cazzo di essere umano sono?"
"Ti capisco. So quanto sia difficile. Poi Roberta è forte,gentile. A me sembra un po' stronza ma non lo è. Ci avrò parlato a malapena due o tre volte ma ho capito di che pasta è fatta. Ti aiuterò."
"Grazie."
ROBERTA POV'S
Non riesco a concentrarmi su nulla.
Quelle parole di Ryan,quel sogno.
Citofonano a casa mia.
Io sono nella mia stanza,con gli auricolari piantati nelle orecchie.
Quel bacio in fronte.
"Sono certo che un giorno capirai."
Che voleva dire?
Mia madre dice che ci sono visite per me.
Spero sia lui,ma non è così.
Le tre persone che mia accolgono con un sorriso sono tre persone che non mi sarei mai aspettata.
Marco,il cugino di Ryan,Giulia e Beatrice.
"Ciao Robi."
Rispondo con un freddissimo 'ciao'.
"Andiamo a fare un giro?"
"Veramente non ne avrei voglia."
"Su,non farti pregare."
Chissà cosa vogliono.
Comunque vada,è sparito.
Lui e le sue promesse.
Forse avrei dovuto capire che il nostro 'Amami come non hai mai fatto.' era tutta una finzione.
A saperlo,sarei stata più stronza.

Amami come non hai mai fattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora