Il cielo appariva come un quadro di un pittore che aveva ricoperto la tela di sfumature calde e rassicuranti.
Il rosso faceva da padrone all'intera volta celeste, mentre al di sopra danzavano frustate di colori secondari e terziari. Ma senza alcuna logica, dando così l'impressione di un'opera incompleta.
Nonostante la loro sequenza disordinata, quei colori donavano a Gea Hush un senso di pace interiore mai saggiato prima. Li trovava perfetti, come se ogni gradazione fosse stata meticolosamente elaborata perché non stonasse.
Mentre percorreva la strada, al margine di un giardino rigoglioso, sentì gli angoli delle labbra incresparsi in un sorriso estasiato.
Non riusciva nemmeno lei stessa a comprendere da dove provenisse quella gioia che percepiva divamparle nel corpo. Sapeva solo che le metteva in fibrillazione ogni molecola.
Alcuni raggi caldi le sfiorarono la pelle col tocco delicato di una carezza. Per un attimo chiuse le palpebre ed inspirò a pieni polmoni per abbandonarsi a quella piacevolezza.
Si sentiva parte della natura, in perfetta simbiosi. Come se l'avesse potuta governare, come se l'avesse potuta ascoltare col corpo.
Un alito di vento le smosse dolcemente i lunghi capelli, s'insinuò tra le fessure del suo giubbotto di pelle.
Una forte emozione le si espanse nel cuore. Strisciò lenta sulla sua pancia, trasmettendole la sensazione di avere le farfalle nello stomaco. E poi, come una nube di vapore, risalì fino agli occhi, per un attimo le appannò la vista come se ciò servisse a ripulirli di un velo ostruente.
Di colpo arrestò il passo, s'irrigidì come una statua.
Aveva avuto una visione o i suoi occhi erano appena riusciti a mettere a fuoco una minuscola gemma sul ramo di un pesco che si trovava a circa un chilometro di distanza?
No, non era possibile. Si era sicuramente sbagliata.
Sbatté rapidamente le palpebre, confusa.
Subito dopo riprese a camminare tenendo la testa bassa, evitando di guardare nella direzione di quell'albero. Magari aveva solo bisogno di riposare; di certo la sua idea di andare a studiare in biblioteca dopo sei sfiancanti ore di scuola non era stata tra le più brillanti. Tornare a casa e mangiare un boccone l'avrebbe certamente aiutata a rilassarsi. Poi si sarebbe distesa sul divano ed avrebbe guardato qualche film d'azione fin quando il peso della stanchezza non l'avrebbe costretta a rifugiarsi sotto le coperte.
La sua serata era già programmata.
Con la discesa del sole dietro l'orizzonte, le sue spalle vennero percorse da un fremito.
Gea si decise a sollevare la testa mentre lo sfondo caldo veniva sostituito dal colore freddo della notte. Le stelle si affrettavano a ricoprire il cielo coi loro mille sfavillii, ricordandole delle lucciole rimaste incollate al soffitto celeste.
Inspirò a fondo l'aria fresca ed emise un lungo sospiro che le svuotò i polmoni.
La sensazione di serenità che aveva provato era svanita insieme alla visione della gemma. Adesso le sembrava quasi di avvertire il peso degli occhi di qualcuno addosso.
Per debellare ogni dubbio, lanciò una rapida occhiata alle spalle. La strada era vuota. Non un'anima.
Scosse la testa, dandosi della sciocca per quell'assurdo pensiero, e svoltò in un'altra via, più stretta e buia. La percorse stringendosi nel giubbotto di pelle, poi accelerò il passo per curvare in una nuova strada simile alla precedente.
Gli alberi sporgenti dai piccoli giardini recintati di alcune abitazioni smossero l'aria con deboli fruscii. Le sue orecchie trasformarono quei suoni in ululati grotteschi.
Dei brividi gelidi le scesero lungo la spina dorsale, le mani presero a sudarle.
Non aveva mai avuto così tanta paura di camminare da sola al buio. Per quanto conoscesse bene ognuna di quelle vie, in quel momento le apparivano estranee.
C'era qualcosa, quella pressante sensazione di essere osservata, che le rendeva alieno tutto ciò che un tempo era familiare. E lei si sentiva quasi inghiottire da quelle strade cupe, da quegli alberi che gridavano.
La luce di un lampione si affievolì improvvisamente, per poi rianimarsi con la medesima velocità non appena il suo sguardo impaurito si posò su di esso.
Un nuovo brivido le percosse la schiena. Perché non era possibile che fosse stata lei. Era solo una coincidenza, solo una sciocca ed assurda coincidenza.
Ripiombò con gli occhi sulla strada e deviò ancora, prima di trovarsi di fronte a casa sua. Estrasse le chiavi in tutta fretta, maledicendo quella che le serviva e che non riusciva a trovare. Aprì la porta centrale dello stretto condominio e salì rapidamente le scale.
Quell'angosciante presentimento era ancora lì, pesante sulle spalle; eppure nessuno l'aveva seguita, ne era sicura. Altrimenti avrebbe sentito i passi del suo inseguitore, o lo avrebbe visto nel momento in cui si era girata verso il lampione.
Entrò dentro casa con una furia che non pensava di possedere. Sigillò la porta con più mandate, accese la luce e lanciò le chiavi sul tavolino a muro dell'ingresso.
Tutta quella storia era assurda. Era il primo anno che viveva da sola, ma non aveva mai temuto la solitudine. Invece, adesso, la consapevolezza di dover passare la notte per conto proprio la terrorizzava. Il buio era diventato un nemico, e lei aveva la folle paura che potesse risucchiarla tra i suoi tentacoli invisibili.
Si tolse il giubbotto, colpita da un'asfissiante ondata di calore, e lo gettò sul divano con noncuranza.
Aveva bisogno di acqua. Sì, un disperato bisogno di bere.
Corse in cucina e si riempì due volte il bicchiere, poi passò una mano fra i lunghi capelli ondulati e notò che la sua fronte era cosparsa di gocce di sudore.
Da quando faceva così caldo? Era primavera, ma il clima non era già rovente come d'estate.
La ragazza sbuffò rumorosamente, la mente invasa di dubbi, e si avviò alla camera, intenzionata a rilassarsi e a dimenticare tutte quelle stranezze.
Aprì la porta e dopo una breve corsa si lanciò sul letto facendo cigolare le molle. Espirò pesantemente, chiuse gli occhi e poco dopo si ritrovò a volteggiare in un altro mondo: quello dei sogni.
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I poteri del tetraedro
ChickLitGea è una ragazza come tante... o almeno così ha sempre creduto. La sua vita viene stravolta in una notte da un ragazzo dai taglienti occhi cobalto, estremamente pericoloso quanto affascinante. Ogni giorno sarà messa davanti a dure prove, e avrà so...