CAPITOLO 2

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Mi strofinai gli occhi, e quando li riaprii il volto inquietante se n'era andato. Continuavo a ripetermi che era stata un'allucinazione dovuta alla stanchezza, ma chissà perché non riuscivo a convincermi del tutto.
-Forse stai diventando pazza- mi suggerì una perfida vocina facendo capolino da un angolo della mia mente.
-Zitta tu- le risposi io, e anche se non lo avrei mai ammesso davanti a quella vocina pestifera quel pensiero mi terrorizzava.
Abitavo vicino a un manicomio, e zia Meg mi mandava tre volte a settimana ad aiutare le infermiere a nutrire e sedare i pazienti. Proprio il giorno prima una paziente (Amy Caulter, segnata con il cartellino molto grave) aveva avuto una crisi, e prima che le infermiere le somministrassero una massiccia dose di laudano la donna mi aveva afferato per un polso, e guardandomi con occhi vuoti mi chiese se le vedessi anch'io. Quando le feci segno di no, lei si mise a urlare, supplicandomi di proteggerla.
《Eccola! Non la vedi? Mi sta venendo vicino...no! Non lasciarla avvicinare! La prenderà! La porterà via con sé e non me la ridarà più indietro!》
Si agitava come un'anguilla fuori dall'acqua, e le infermiere, messe in allerta dal trambusto che stava provocando, cercavano di tenerla ferma. Improvvisamente si calmò, e fissandomi con uno sguardo improvvisamente lucido, mi sussurrò all'orecchio una frase molto inquietante.
《Ah...bambina mia, ti sta guardando. Le piaci.... e verrà a prenderti, stanne certa.》
Se voleva spaventarmi, ci era riuscita alla grande. In più il mio polso stava sanguinando, graffiato dalle le sue lunghe unghie appuntite, e anche dopo diversi minuti mi sembrava di sentirlo nella sua morsa.
《Elodie, tutto bene?》 A distogliermi dal flusso di pensieri era stata Miss Susie, un'infermiera paffuta con guance rosa e lucidi capelli castani. Con il suo solito modo gentile aveva cominciato a fasciarmi il polso, e prima che potessi rendermene conto aveva già finito.
《Devi essere molto scossa, cara. Ti preparo un po' di brodo e poi vai a casa, va bene? Uno di questi giorni, quando ti senti meglio, vieni a darmi una mano. Miss Tracot sicuramente non te ne farà una colpa se decidi di non venire questa domenica, cara.》 Miss Tracot era la capo infermiera, una donna alta e magra, con folti capelli grigi e penetranti occhi castani. Era severa ma giusta, e per questo molto rispettata.
Così, me ne tornai a casa, dove mi aspettava una cesta di abiti da rammendare.
Il giorno dopo, mentre rattoppavo una calza a righe rosse, rimuginavo sulle parole di quella donna. Sapevo che non dovevo preoccuparmene più di tanto, ma le sue parole mi avevano colpito. Chi verrà a prendermi? E perché? E chi era la lei che spaventava tanto la Caulter?
-Smettila di porti domande inutili. Quella donna è pazza, e non c'è nient'altro da aggiungere.- mi dissi, posando ago e filo e preparandomi per andare (finalmente) a dormire.

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