CAPITOLO 21

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Sveglia.
I fotogrammi dei momenti vissuti mi inondarono la mente, mentre il ritmo costante del cuore accellerò notevolmente.
Decine di domande si affollarono sulla punta della mia lingua, che si tese pronta a pronunciarle; per tutta risposta serrai un poco le labbra, cercando di impedire l'emissione di suoni.
Una fastidiosa sensazione di déjà-vu fece capolino tra i sensi, strappandomi una battuta sarcastica.

"Che fortuna, eh? Due rapimenti in un giorno. Devo avere un talento nascosto".

Alcuni mormorii di cui non mi ero ancora accorta giunsero alle mie orecchie senza che riuscissi bene a distinguere le parole l'una dall'altra. Sembrava quasi una melodia, non corrispondeva a nessuna lingua che conoscessi.
Aggrottai le sopracciglia, cercando di afferrare il senso di quei suoni; e, poco per volta, frasi sconnesse iniziarono ad acquisire un senso.

Il bosco è pericoloso.

L'apparenza inganna, sai?

Ha superato il confine... il padrone non gliela farà passare liscia!

Ma guardala, seriamente è lei? Non ci credo.

Il senso di confusione iniziale lasciò il posto ad una frustazione incredibile.
Per quale oscuro motivo non ero in grado di capire che cosa mi stesse succedendo? Naturalmente nessuno mi avrebbe risposto, e questa constatazione mi fece alterare non poco.
Per scaricare la tensione, iniziai a programmare una scaletta delle cose da dire non appena avessi ritrovato la voce (e anche qualcuno a cui chiedere...).
Per prima cosa, capire dove ero andata a sbattere, e chi mi avesse portato nel posto in cui mi trovavo... perché era palese che qualcuno mi ci avesse portato.
Subito dopo, cercare la borsa con i libri.
E infine andare a cercare Salem, ovunque l'istinto mi avrebbe portato.

Elodie..

Avvertii una voce familiare risuonare dolcemente nella mia mente; una voce che non credevo di poter sentire così presto.
Un vortice di emozioni prese il controllo dei miei pensieri, a cominciare dalla preoccupazione.

Salem? Stai bene? Sei ferito? 

Ehi, ehi, calma. È tutto a posto, davvero. 

Mi stava davvero dicendo di stare calma?
Dopo essersi fatto ridurre peggio di un uovo sbattuto?

Come fa ad essere tutto a posto?! gli gridai mentalmente, con un tono vagamente isterico.

Scusa se ti ho fatto preoccupare... disse lui con tono dispiaciuto.

Addolcii il tono, sentendomi un po' in colpa per essere stata così dura. Anche se, bisogna riconoscerlo, se lo era meritato.

L'importante è che tu stia bene. Dove sei?

Tra poco sarò da te, non preoccuparti.

Poi si ritirò dalla mia mente.

È ora di vedere dove sono, mi dissi.

Trassi un profondo respiro, e aprii gli occhi.

WoodworthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora