CAPITOLO 1

876 46 5
                                    

《ELODIEEEE! SBRIGATI A LAVARE QUELLE STOVIGLIE!》
Lo strillo della zia Meg mi fece fare un salto dallo spavento.
Stavo sfregando con forza un piatto incrostato di pesce, e con aria mesta osservavo la pila di pentole e stoviglie che dovevo ancora lavare. Ci avrei messo come minimo tutta la sera, e sarei andata di nuovo a letto tardi e a stomaco vuoto.
Come ogni sera, del resto.
Da quando un incendio si è portato via la mia casa e famiglia, ho dovuto trasferirmi dall'unica parente ancora viva rimasta, la burrascosa zia Meg, che non perdeva un'occasione per maltrattarmi.
Dopotutto, aveva finalmente trovato qualcuno a cui far fare i lavori domestici, dal fare i letti a spaccare la legna da ardere.
Mi girai e la vidi mentre mi osservava con i suoi occhietti porcini. Era quel tipo di donna di cui aver timore: grande e grossa, sembra un armadio da cui spuntava una testa troppo piccola rispetto al corpo. Una crocchia tiratissima di capelli grigi le sollevava la pelle della fronte in modo innaturale; le sopracciglia cespugliose coprivano quasi del tutto i piccoli occhi neri, simili a due pagliuzze luccicanti, e il naso adunco contribuiva a donarle un'aria cattiva.
《Mi ci vorrà tutta la sera per lavare i piatti, zia..non è che potrei.. finire domani?》chiesi timidamente.
《Pensi che io sia al tuo servizio per caso? Se non lavi i piatti subito lo sporco si incrosta, e io dovrei mettermi a sfregare come se dovessi scrostare un muro solo per la tua negligenza?》tuonò lei, lanciandosi in una ramanzina con i fiocchi.《Visto che vivi in casa mia, mangi il mio cibo e dormi sul mio pavimento, dovresti almeno essere grata per ciò che ti viene donato senza che tu faccia niente per meritartelo! E io, dopo una vita di duro lavoro, mi meriterei anche un po' di riposo. E invece no, perché devo anche farmi carico di una piccola ingrata. Quindi, piccolo parassita, vedi di non fiatare se ti dico di fare qualcosa o ti sbatto in strada! Sono stata chiara?!》
《Chiarissima, zia》mormorai, mentre mi facevo piccola piccola tra le pile di stoviglie sporche. Be', perlomeno ci avevo provato.
Finito di lavare la montagna di piatti, mi preparai per andare a letto. Secondo me, la zia Meg faceva apposta a sporcare così tanti piatti, per il gusto di farmeli lavare tutti, e mentre lei si rimpinzava con tutto quel che c'era in tavola, io facevo la fame e lavavo, pulivo e spolveravo.
Con la coda dell'occhio notai un movimento che mi distolse dalle mie riflessioni.
Mi voltai verso la finestra, e feci in tempo a scorgere un viso bianco attraversato da strane linee nere, che partivano dagli occhi scuri e senza iridi, sorridermi beffardo.

WoodworthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora