Promesse spezzate

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Dopo un'ora e mezza di treno finalmente arriviamo nel paesino che abbiamo scelto.
Fuori dalla stazione l'aria è fresca, quasi pungente, ma il sole è così caldo da non rendere necessario un giubbotto per coprirsi.
Un forte profumo di erba appena tagliata cresce mentre ci dirigiamo verso un grande parco, nel centro della cittadina, aperto a tutti: non è cambiato nulla dall'ultima volta che sono stata qui.

Infatti questo è un parco in cui io e Tom veniamo per qualche giorno durante ogni estate da quando ci conosciamo: suo nonno aveva una casetta qui vicino e ogni anno, ad agosto, lui mi ospitava lì qualche giorno. Erano dei giorni meravigliosi che passavamo chiacchierando e passeggiando per le strade della cittadina.
Suo nonno era davvero una persona meravigliosa e molto dolce, anche se ho avuto la possibilità di conoscerlo solo per pochi anni.
L' anno scorso purtroppo è mancato: è stato doloroso per entrambi, soprattutto per Tom che gli era molto legato.
Ma io e lui ci siamo fatti una promessa. Ogni anno, nello stesso periodo, saremmo venuti insieme in questo posto, per ricordare i bei tempi e fare una visita alla tomba di suo nonno.
Fino a stamattina almeno ero convinta di questo, ma adesso, con la presenza di Blake, non ho idea di cosa possa succedere.
***
Verso l'ora di pranzo ognuno tira fuori ciò che ha portato da mangiare: panini, bibite e Andrew ha persino portato le nostre caramelle preferite.

Okay, devo almeno far vedere a Tom che ci sto provando.

Quindi, per cercare di legare il più possibile con Blake, le avvicino lentamente una caramella rossa al lampone :"Hey Blake, vuoi una caramella? È davvero buonissima, devi provarla!" esclamo, cercando di essere il più gentile possibile.
"Ma come ti viene in mente, sei impazzita? Non le mangio quelle schifezze, fanno solo ingrassare: mangiatele pure voi!" mi risponde lei con tono altezzoso.
Sapete cosa?
Vaffanculo la gentilezza.
Vaffanculo Blake.
Come davanti alla stazione, la voglia di tirarle un pugno in piena faccia e di risponderle a tono mi stuzzica la mente, ma vengo trattenuta dallo sguardo implorante di Claire che mi chiede di mantenere il controllo, per il bene di tutti.
Cerco di calmarmi e sussurro:"Va bene!" a Blake con tutta la serenità che ho.
Da questo momento cercherò di starle il più lontano possibile, per evitare ulteriori disguidi.
***
Dopo pranzo decidiamo di starcene un po' sdraiati sul telone per riposarci e prendere del sole.
L'erba è ancora leggermene bagnata di rugiada e gli alberi sopra di noi filtrano una debole luce che ci colpisce senza essere troppo calda.

Ma ovviamente la calma regna per poco.

"Fanny io andrei a trovare mio nonno adesso."
"Ah perfetto! Allora aspetta che mi alzo e vengo con te!" mormoro, cercando contemporaneamente di alzarmi in piedi.
"In realtà non è necessario Fanny - dice una voce dietro Tom - vado io con lui! Non c'è problema, vero amore?"
Blake guarda Tom, mentre lui guarda da me. I miei occhi iniziano a bruciare e il volto avvampa.

Certo che c'è un fottuto problema! Tu sei venuta qui senza dire niente a nessuno e adesso detti pure le regole?!

"M-ma Tom, sono sempre venuta io con te a trovare tuo nonno! Mi hai promesso che saremmo sempre andati insieme!" esclamo guardandolo fisso negli occhi, sentendo però le mie lacrime bloccate trasformarsi in un grosso peso sulla gola.
"Amore? Che vuoi fare?" continua Blake accarezzando la spalla di Tom e cercando di ammaliarlo con i suoi occhi neri e lucentissimi.

Oh, quanto vorrei prendere la tua testa e trasformarla in un...
No Fanny, non abbassarti ai suoi livelli. Mantieniti calma e matura.

"È vero Fanny però... lei non è mai venuta con me e ci tiene davvero tanto! Non potresti lasciare perdere per questa volta?"
Anche lui si stupisce delle sue parole e con un gesto della mano si massaggia delicatamente il mento.

"Fai quello che vuoi." esclamo infine fredda e distaccata.
Non mi interessa più quello che vuole Tom: mi ha deluso.
Sarei dovuta andare io con lui a trovare suo nonno, io lo avrei dovuto abbracciare, io gli avrei dovuto sorridere e tenere la mano al ritorno in treno.
Basta, ne ho abbastanza.

"Fanny non fare la bambina!" esclama Tom, con uno sguardo vuoto.
Io non gli rispondo, mi limito a guardarlo con degli pieni di odio e di delusione, dopodiché mi giro e inizio a camminare.
Mi volto leggermente verso Claire con lo sguardo basso: "Vado a fare un giro. Torno tra poco, non ti preoccupare."
"Hm-hm" mi dice lei, mentre mi sfiora la spalla con le sue dita pallide e affusolate.
Prendo la stradina verso la fontana e mentre mi allontano sento Andrew avvicinarsi a Tom e sussurrargli in un orecchio: "Sai quanto ci tiene a questa cosa. Potevi davvero evitarlo."

Già, poteva proprio evitarlo.

Lo sapevo, Blake riesce sempre a tirare fuori il peggio di lui, in qualsiasi occasione, anche a distanza di mesi.
Mi dirigo verso la fontana del parco: è  inserita in un'ampia piscina rotonda, circondata da un camminamento che la percorre da un lato all'altro, racchiuso a sua volta entro una breve scalinata. L'acqua esce da due sculture a forma di angelo poste ai lati della piscina. Ricordo ancora quando un'estate io e Tom eravamo venuti a camminare intorno alla fontana e tutti e due siamo caduti dentro correndo e lanciandoci l'acqua.
Eravamo così felici, così uniti.
Mentre ripenso a quegli attimi un sorriso malinconico compare sul mio volto: sembrano davvero passati secoli da quei giorni.
Mentre guardo l'acqua che fuoriesce dalla fontana, la mia mente si perde a cercare i ricordi più nascosti e felici di me e Tom.

Quando tutto è iniziato a cambiare in maniera così netta?

Uragano occhi bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora