capitolo8

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Mi stampò un bacio sulla guancia.
-sei simpatica sai ? -
Il mio rossore era visibile a kilometri di distanza e le farfalle nello stomaco assomigliavano più a calabroni.
-g-grazie- dissi solo ,e lui se ne andò con un sorriso stampato su quelle magnifiche labbra carnose.

.....

La mattina seguente mi svegliai di buon umore , misi un paio di leggins neri e una felpa marroncino le converse nere, un filo di mascara e lasciai i capelli sciolti che mi ricadevano sulle spalle.
Passai tutto il tragitto in autobus ascoltando gli Avenged Sevenfold finché non arrivai in piazza e due braccia mi strinsero fortissimo.
-Lu-lu-lucri devi im-p-parare a dosare la forza-dissi mezza soffocata.
Lei scoppiò a ridere e mi diede un bacio sulla guancia,subito seguita da Alessandro.
Diventai rossa peperone,non mi ero nemmeno accorta che c' era anche lui è gli sorrisi come un ebete.
I suoi occhi color ghiaccio erano bellissimi come i capelli neri che gli ricadevano perfettamente disordinati sulla fronte.
I miei pesieri su Alessandro vennero interrotti da una voce dietro di me.
-scusate il ritardo-mi girai e vidi Andrea che fumava e guardava il cellulare non degnandoci nemmeno di uno sguardo.
-beh non è colpa tua -dissi solo sorridendo.
-e tu che ne sai?-rispose lui non prestando attenzione.
-beh in realtà non è colpa di nessuno se hai un ritardo mentale-gli feci l occhiolino e mi girai verso Alessandro e Lucrezia che ridevano senza contegno, facendo in modo che tutte le persone si girassero a guardarci,e guardassero con gli occhi a cuoricino i gemelli.
Lui alzo lo sguardo e mi guardò male.
-beh meglio essere un ritardato mentale che essere come te !-rispose arrabbiato
-ma se hai il cervello grande quanto le mollette che ho in testa!-mi guardo un po.
-tu non hai mollette in testa-rispose pensieroso.
-bravo ci sei arrivato- dissi facendogli un inchino e accendendo una sigaretta.
A quel punto le risate di Lucrezia e Ale non si controllarne più e tutte le persone di piazza erano stranamente interessati alla nostra conversazione.
Continuai a fumare guardando il cellulare quando sentii la voce di Andrea.
-è così stronza con tutti ?- chiese rivolto ad Lucrezia.
-no solo con chi gli sta sul cazzo-rispose lei ridendo.
Mi avviai verso il pullman buttando la sigaretta a terra e con la coda dell'occhio vidi i miei "amici" che mi raggiungevano. Salimmo sul pullman e arrivammo a scuola prima che io potessi finire di ascoltare Dear God degli Avenged Sevenfold.
Lucrezia sul sedile vicino al mio mi aveva raccontato tutto il tragitto, il prossimo ragazzo che si voleva portare a letto, anche se non avrebbe rifiutato ad un altra ripassata con Andrea.
Si,l avevano fatto .
Non che me ne importasse molto , ma ero gelosa del fatto che lei aveva mille ragazzi che gli cadevano ai piedi come pere cotte,mentre io....ero solo io.
Tolsi le cuffiette non appena Alessandro mi si avvicinò.
-Ei-disse
Non feci in tempo a rispondere che una troia gli cadde "accidentalmente" addosso.
Strusciò le sue palline da golf sul suo petto e come se non bastasse si chinò mettendo in bella mostra il suo didietro per raccogliere un libro che gli era caduto dalle mani.
Continuai a camminare spedita, senza diegnare di un secondo sguardo la scenetta che si era creata difronte a me.
Arrivai subito in classe e senza dire niente a nessuno mi misi seduta senza ascoltare la prof che leggeva un avviso su una gita.
La lezione passò lenta e noiosa come ogni giorno e la ricreazione risveglio la mia voglia di nicotina.
Ne avevo assolutamente bisogno per rilassarmi.
Avevo iniziato a fumare da quando avevo 12 anni,perché i miei si erano separati e una sigaretta mi aiutava a diminuire la tristezza.
Ora ormai era il mio vizio peggiore ,è proprio per questo corsi fuori dalla scuola e mi accesi una Malboro.
Vidi Alessandro, Andrea,Sofia e Lucrezia avvicinarsi e mettersi seduti sul muretto accanto a m,e tuti gli occhi delle ragazze fermarsi sui gemelli.
-vedo che avete già fatto breccia in molti cuori - notai,riferendomi a loro.
-so anche che tu sei fra questi-rispose Andrea provocandomi.
-no..Non potrei mai innamorarmi di una persona a cui le uniche cose gli passano per la testa sono dei pettini.-sorrisi e sentii la risata trattenuta da Alessandro.
Vidi Andrea interdetto, incerto sul cosa dire.
Ne approfittai.
-cosa ti sei offeso per quello che ti ho detto? Sapessi quello che penso !-gli sussurrai ad un orecchio, ma abbastanza forte perché tutti potessero sentirmi.
Le risate iniziarono ad essere più rumorose.
-e cosa pensi?- disse lui arrabbiato,mentre ciocherellava con i percing.
- beh che... delle voci mi hanno detto che Bolt a quanto pare non è l' uomo più veloce del mondo.-sorrisi, questa era grossa.
Ormai le risate non si tratteneva più e con la coda dell' occhio riuscii a scorgere un Alessandro piegato, con le mani sulla pancia che non smetteva di ridere.
- se vuoi ti faccio constatare..-disse con un sorriso malizioso Andrea avvicinandosi a me.
Ormai eravamo a qualche centimetro di distanza e lui mi sovrastava, anche se io non ero poi tanto bassa.
-evito -dissi solo troppo imbarazzata dalla vicinanza.
Lui se ne accorse e quindi la azzerò con un ultimo passo, si chinò verso il mio orecchio e sussurrò - vedremo-.
E con passo sicuro si allontanò.

Spazio autrice

Ragazze spero tanto che questa storia vi piaccia,mi ci sto impegnado molto e spero che ne valga la pena.
Un bacione •vivi•

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