"Vedremo" quella insulsa parola mi rimbombava nella testa.
Ero rimasta interdetta di fronte a lui e non avevo avuto la battuta pronta per rispondere come al mio solito.
Mi piaceva,cavolo se mi piaceva, ma era troppo sbruffone...
Aveva qualcosa di diverso da Alessandro ,anche se erano gemelli esteriormente,caratterialmente erano gli opposti.
Il bianco e il nero.
La luce e il buio.
Il nord e il sud.
E questa cosa mi affascinava.
Quando avevo baciato Alessandro, anche se era solamente un gioco, avevo pensato di provare quella scintilla che si vede nei film, quella senzazione speciale;invece nulla,non mi era dispiaciuto ,ma forse avrei preferito giocherellare con un pircing mentre lo baciavo.
No no no no no no no no no.
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
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No
No
No
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No
No
No
Io odiavo Andrea!
-Merda!!!!- il mignolo del piede si era frantumato contro l' armadio della mia camera.
- li inventano apposta !- urlai,iniziando a saltellare su un piede solo e con l' altro stretto tra le mie mani.
Scesi le scale tutte con il sedere perché ero convinta che sarei caduta se avessi camminato.
-papà!!!-urlai non vedendo nessuno.
Un bambino di 5 anni mi corse incontro.
-sorellina!!!!-strillò per poi imprigionarmi in un suo abbraccio la gamba.
-ei ei Toby...piano!-sorrisi.
-dove è papà?-
-in cucina-
Lo staccai dalla mia gamba, gli lasciai un bacio sui capelli biondi e mi avviai da mio padre.
-Bibi buongiorno!-disse lui con un sorriso
-buongiorno- risposi sedendomi su una sedia.
Bevvi un cappuccino,mangiai qualche biscotto e mi diressi verso l'uscita di casa con mio padre dietro di me dato che quel giorno mi avrebbe accompagnato.
Arrivai in macchina zoppicando perché il mignolo non smetteva di pulsare, secondo me era rotto, ma non sarei andata dal dottore per scoprirlo,tanto mi ero già rotta altre dita dei piedi e sapevo che non avrebbero potuto fare niente, se non lasciarmi crogiolare nel mio dolore,e darmi qualche consiglio da eruditi.
Per mettere le mie converse bianche ci avevo messo un' eternità,per non parlare dei jeans!!Per fortuna che la maglia bianca che indossavo si metteva dalla testa!
Era passata una settimana ormai da quel "vedremo",e le giornate erano proseguite senza intoppi.
Ormai i gemelli erano conosciuti in tutta la scuola, soprattutto dalle ragazze,e almeno i 3/4 di queste ci provavano con loro ogni giorno.
Io passavo inosservata come sempre, e quando stavo con loro parlavo solo con Alessandro evitando il fratello.
Mancavano pochi giorni, e ci sarebbe stata la gita a Parigi, non vedevo l'ora !!
Sarebbe stata una gita dell'intera sezione B e quindi dal primo al quinto, e dato che io facevo il 2 b sarei partita!!
A quanto ne sapevo sarebbero venuti anche i gemelli dato che facevano il 4b ma non mi ero informata molto.Entrai in classe e la prof iniziò a leggere un avviso mandato dalla preside per le informazioni della gita.
- Cari alunni la gita scolastica di una settimana a Parigi si svolgerà a partire da giovedì.
Tutte le sezioni saranno mischiate tra di loro, ma ci sarà una divisione tra maschi e femmine; tranne che in un caso che per alcuni problemi siamo stati costretti a mischiare tra di loro anche questi.
La camera 17 infatti sarà composta da Viviana Marchionne, Andrea Lupatelli,Alessandro Lupatelli e Valerio Verzini.
Mi si gelò il sangue.Gli occhi di tutti erano puntati su di me.
Le ragazze mi lanciavano occhiate di odio e gelosia, mentre i ragazzi facevano battutine stupide.
Magari non sarebbe stato tanto male,avremmo potuto legare, dovevo ammettere però che l' idea di avere tre ragazzi in camera mi spaventava parecchio.
Tutte a me!!
Le lezioni passarono velocemente e così uscii dalla classe in fretta con gli auricolari nelle orecchie.
Iniziai ad incamminarmi verso casa,visto che oggi avevo voglia di fare qualche passo, quando sentii qualcuno togliermi una cuffietta.
-ei cicciona!-urlo lo stupido per poi iniziare a correre e scomparire dietro una curva.
Ci rimasi male, nessuno mi aveva chiamato mai così, non ero certo magra, ma nemmeno così grassa da essere definita tale.
Esteriormente potevo sembrare una ragazza solare, con la battuta sempre pronta; ma dentro qualcosa si spezzata ogni volta che mi accadeva qualcosa del genere,e tutto ciò mi distruggeva.
Perché io non volevo passare per quella fragile, non volevo passare per quella che piange per ogni sciocchezza.
Io volevo essere quella forte che non si fa mettere in secondo piano da nessuno, anche se io stessa sapevo che non ero e non sarei mai stata la prima scelta, e probabilmente nemmeno la seconda,o la terza,o la quarta...
Una lacrima mi bagno la guancia,subito seguita da un'altra e un' altra ancora.
Senza volerlo scoppia a piangere, quando due braccia micircondarono da dietro.
Sussultai, ma riconobbi subito il suo odore, lo stesso della maglietta che mi aveva prestato..tabacco e profumo maschile.
Mi girai verso di lui e senza nemmeno pensare che stavo abbracciando la persona con cui litigato ogni giorno, strinsi la sua felpa grigia tra le mani e singhiozzai sul suo petto, mentre le sue mani mi avvogevano il corpo, e le sue labbra mi depositavano piccolissimi baci sui capelli biondi.
La sua felpa era sicuramente nera per colpa del mascara colato, ma lui non ci prestò attenzione.
Mi teneva stretta come se potessi scappare,come se volesse essere l' unico a poter consolarmi.
Ci staccammo dall' abbraccio dopo un tempo indefinibile,secondi, minuti,ore;non era possibile stabilirlo, perché era come l oblio.
Le narici invase del suo odore ,le sue mani che mi accarezzavano la schiena e le sue labbra sulla mia fronte.
Una bella senzazione che però ora doveva terminare, stavo provando un emozione troppo strana, un emozione che non avevo mai provato e che mi faceva paura.
Mi staccai da lui con fatica e per la prima volta lo guardai negli occhi.
I suoi occhi ..mi stavano facendo impazzire ,quel azzurro come se l oceano fosse rinchiuso in lui.
Mi guardò un pò.
-sei bellissima ok?-disse solo
Annui
-grazie-sussurrai-e scusa-
-per cosa?- chiese curioso
-se sono stronza con te...e per la maglietta.-sorrisi, il primo sorriso dopo un lungo pianto è sempre il più bello.
Abbassò lo sguardo sulla felpa e sorrise a sua volta facendo le spallucce.
Riprese le mie cuffiette che erano a terra insieme al telefono e se ne mise una su un orecchio porgendomi l'altra.
E fu uno dei momenti più belli di sempre.
Noi due per le strade deserte a cantare a squarciagola.Spazio autrice
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Queen of disaster
RomanceNon ero bella abbastanza per far girare lo sguardo di un ragazzo su di me...ma lui lo fece.