dodici

7K 572 147
                                    


"Luke, ha una visita da un certo Ashton."

Mi ero completamente dimenticato di Ashton. Non eravamo di certo migliori amici, litigavamo spesso, ma con lui avevo sempre una spalla a cui appoggiarmi. Feci qualche saltello per la felicità.

"Arrivo subito!" esclamai al poliziotto.

La sala per le visite era molto accogliente. C'era un grande divano vecchio, con qualche coperta probabilmente fatta a mano, tavoli con giochi di società e sedie (molte sedie). Ashton era seduto sul divano. Appeso al taschino della camicia aveva una targhetta che diceva che era un visitatore. I suoi capelli sembravano più lunghi dall'ultima volta che lo vidi, anche se era passato solo un mese. Quella volta aveva addosso i suoi occhiali. Non mi aveva ancora.

Mi sistemai i capelli che, anche senza prodotti, rimanevano alti. Feci un grande sorriso e gli andai contro, abbracciandolo forte e cogliendolo di sorpresa. Dopo l'abbraccio gli tirai un piccolo pugno sulla spalla.

"Ahia! Questo per cosa era?" domandò facendo il finto offeso.

"Tu e Calum mi avete abbandonato!"

"Hey, abbiamo rischiato grosso anche noi. Certo, come vedi io me la sono cavata." si vantò gonfiando il petto.

"Ovvio! Tu sei un riccone, te lo puoi permettere. No, tuo padre se lo può permettere! Hai pensato anche a Calum, oltre che al tuo enorme ego?"

Non mi andava a genio il suo comportamento, mi ero subito scaldato. Mi dispiaceva avergli risposto così male. Infondo, lui si era ricordato di farmi visita.

"Non sono qui per litigare, Luke." mi mise una mano sul petto per allontanarmi. Non mi ero neanche accorto di essermi avvicinato.

"Scusa, hai ragione."

"Ascoltami, Luke, è importante." mi si avvicinò all'orecchio così che nessuno ci potesse sentire, "Qualche giorno fa sono venuto qui per Calum e lui mi ha detto che il tuo vicino è Michael Clifford, sbaglio?"

"Non sbagli, cosa c'è che non va?"

"Sono stato nella camera dei reperti-"

Lo interruppi subito. "Cosa? Come hai fatto?"

"Ho le mie conoscenze. Ah, ti ho preso questi." senza farsi vedere, mi passò una scatolina rossa. La riconobbi come la scatola dei miei petardi e velocemente me la infilai dentro i pantaloni. Gli feci un piccolo sorriso per ringraziarlo.

"Guarda cosa ho trovato sotto la voce Clifford."

Erano vari pezzi di giornale, stropicciati, uno era persino bruciato da un lato.

Michael Clifford, colpevole dell'omicidio di Claire Clifford.

Michael Clifford, colpevole dell'omicidio di Karen Clifford.

Michael Clifford, colpevole dell'omicidio di Daryl Clifford.

"Come? Ash, basta prendermi in giro."

Ero scioccato. Rimanevo con la bocca aperta alla ricerca di qualcos'altro da dire. Di sicuro era uno dei suoi scherzi, avrà fatto questi articoli a casa per burlarsi di me.

"Leggi! Qui c'è tutto. Michael Clifford ha ammesso le sue colpe dopo il terzo omicidio." indicò un pezzo di giornale, "A quanto pare il tuo vicino è un pazzo assassino che mette del veleno nel cibo della propria cugina!"

"Chi mette cosa nel cibo di chi?" una terza voce si intromise, interrompendomi dal rispondere ad Ashton. Era Michael.

"Michael... Possiamo parlarne domani mattina? In palestra, d'accordo?" gli domandai.

"Certo, adesso devo andare, volevo solo prendere dei fogli dallo scaffale."

Quando Michael se ne andò, Ashton mi guardò preoccupato. Si mrse il labbro e mi disse che era meglio per lui che se ne andasse. Mi lasciò gli articoli e dopo un veloce abbraccio, mi abbandonò con l'ansia nello stomaco a farmi compagnia.

Prison. || Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora