quindici

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Avevo seriamente paura delle intenzioni di Michael. Lui era così grande rispetto a me.

Ero nella mia stanza che mi mangiavo le pellicine delle labbra per il nervoso. Il mio piercing chiedeva pietà, talmente lo torturavo. Facevo avanti ed indietro per la cella. Mi spaventò il rumore della serratura che si apriva, così mi girai di scatto. Era Michael, che come suo solito era entrato con le chiavi. Mi sorrise e mi diede un piccolo bacio sulle labbra. Cosa?

"Adesso mi picchi?" domandai, la voce uscii più sottile di quanto avessi immaginato.

"Come? Solo, come potrei picchiare un così bel frocetto." si mise a sghignazzare. Non lo so, poteva dirmelo lui, dato che c'aveva provato un paio di volte prima di allora.

Si sdraiò sul mio letto e mi disse di seguirlo. Mi feci piccolo piccolo e appoggiai la testa sul suo petto poco muscoloso. Mi piaceva da matti il suo odore. Tenevo stretto in pugno la sua canottiera, mentre lui mi accarezzava la schiena. Avevo gli occhi chiusi, lui probabilmente stava fissando il soffitto.

"Allora." cominciò, "Le guardie verranno a svegliarci alle sette per la colazione, quindi io dovrò tornare nella ventiquattro almeno mezz'ora prima per riaddormentarmi nel mio letto."

"Vuoi dormire con me?" chiesi innocuamente.

"Chi l'ha detto che questa notte si dorme?" sorrise malizioso.

Sbuffai per l'immaturo che era. "Michael?" mi alzai leggermente per guardarlo negli occhi.

"Sì?"

"Cosa siamo?"

Aspettai un po' troppo per una risposta. "Amici."

Lasciai la sua canotta, che mi si era infilata tra le dita, talmente l'avevo stretta forte. Perché i suoi occhi erano bagnati? Accarezzavo il suo addome con un dito, "Ma gli amici non dormono nello stesso letto... E gli amici non trattano come mi tratti tu."

Michael ribaltò la situazione all'improvviso, bloccandomi sotto di lui. Mi fece un ampio sorriso. "I tuoi amici non ti amano come lo faccio io." e mi baciò. Un bacio che portava alla consapevolezza che la nottata non si sarebbe fermata lì. Un bacio nuovo, per me. Era quasi animalesco il modo in cui Michael mi accarezzava il petto sotto la canottiera.

Le mie mani erano tra i suoi capelli che tiravano leggermente, le sue scesero sui miei fianchi rumorosamente, per poi essere zittito da lui, "Stai zitto, Luke."

Michael era letteralmente seduto sopra di me che si spogliava velocemente. In poco tempo, eravamo entrambi nudi. Smise di toccarmi per chinarsi e prendere dalla tasca dei suoi pantaloni, che erano finiti per terra, una bustina. "Droga?!" esclamai.

"Tu non immagini quanta coca giri in questo riformatorio." rise lui. "Stai fermo."

"Cosa vuoi fare?" domandai quando vidi mettersi un po' di cocaina sul dito. Lo avvicinò al mio naso. Appena capii le sue intenzioni, lo fermai. "Non ho mai sniffato, se dopo ci sto male?"

Roteò gli occhi con fare scocciato. "Femminuccia!" e avvicinò nuovamente il dito. Rifiutai, non volevo finire in quello stanzino di nuovo.

"Respira piano." mi ordinò. Si sniffò la cocaina sul dito. Si mise in mezzo alle mie gambe, aprì di nuovo la bustina e ne rovesciò un po' sulla mia pancia. Con le dita spostava la cocaina così da formarne una striscia. Si avvicinò col viso al mio addome, si tappò una narice con il pollice e con l'altra sniffò tutta la coca in un colpo solo. Alzò velocemente la testa subito dopo e sorrise ebete. "Oh, wow, Luke." disse guardando in basso. La mia erezione. Tornò nella posizione di prima per darmi dei baci su tutta la lunghezza. Salì con le labbra, baciandomi la pancia, il petto, ed infine il collo. Ne baciò ogni parte, poi si fermò ed iniziò a succhiare.

Le mie mani affondavano nella sua schiena mentre sentivo la sua presenza sbattere contro la mia.

"Devi solo rimanere in silenzio." mi disse all'orecchio, quando sentii il suo dito indice, che prima aveva usato per offrirmi la droga, entrarmi dentro. Volevo urlare dal piacere, ma le labbra di Michael non me lo permisero. Si incastravano perfettamente con le mie. Mugugnai quando il dito iniziò a muoversi. Presto quel dito fu rimpiazzato.

E mentre le spinte diventavano più veloci, io incidevo la sua pelle con profondi graffi. Lo tenevo stretto, lui teneva stretto me. Abbracciandomi, dicendomi che andava tutto bene. Le sue braccia stringevano il mio esile corpo, come se non volesse che me ne andassi. Io di certo non l'avrei fatto: stavo bene insieme a lui.

Ed il suo corpo brillava, i suoi occhi erano chiusi. Il respiro caldo mi fece provare emozioni nuovo, scosse su tutta la spina dorsale.

"Oh Luk-Lukey, sei bellissi-mo." riuscì a dire tra i vari gemiti. Lo ascoltai. Ascoltai come la sua voce usciva dalle labbra in modo soave, dolce.

Sentii della pressione intorno alla mia erezione, così aprii gli occhi per vedere Michael sorridermi e pompare su tutta la mia lunghezza. Troppo piacere in quel momento, mi sentivo pronto per venire. Il mio stomaco si contorceva ed i miei fianchi si muovevano sempre più rapidi, cercando più contatto.

Il mio liquido si rivestì sull'addome del ragazzo dai capelli viola. Michael mi imitò, togliendosi da me un attimo prima di venire.

Eravamo stanchi, esausti, sudati, su quel letto che a malapena sosteneva una persona.

"Sei il mio posto preferito." gli dissi sussurrando, incominciando ad attorcigliare delle ciocche dei suoi capelli color pastello. Michael sghignazzò divertito, prendendo il lenzuolo e coprendo entrambi.

"Buonanotte, Lukey."

E mi piaceva. Mi piaceva la speranza che brillava nei suoi meravigliosi occhi verdi. Mi piaceva Michael, in generale.

Eppure, quando ci siamo conosciuti, lui voleva uccidere me ed io volevo uccidere lui.






Prison. || Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora