Aprii gli occhi con fatica, ritrovando il sole battere forte dalla finestra aperta. Alzai le braccia e mi stiracchiai le ossa, facendo versi strani che solo di mattina riuscivo a fare, volendo tornare a dormire. Una coperta di pile mi copriva gentilmente, ero sul divano. Mi accorsi anche di essere solo nella stanza. Restai sdraiato a fissare le ragnatele, non volendomi realmente alzare.
La porta si aprì delicatamente. Michael entrò con una busta della spesa. "Ti sei svegliato, finalmente." ridacchiò, lanciandomi la sporta.
Essa mi arrivò sullo stomaco, la aprii e trovai dentro delle scatoline rettangolari. "Tinte per capelli?"
"Scegli un colore, oggi ci tingiamo."
"Sei impazzito per caso?!" gridai, osservando i colori che variavano dal verde, al blu, al rosa.
"Io me li faccio rossi, tu? Non ci devono riconoscere."
Era chiaro che gli agenti ci avrebbero potuto riconoscere dal colore dei capelli, soprattutto Michael. Così scelsi l'unico colore normale che c'era: il nero.
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Le mie ciocche erano scure e devo dire che mi donavano parecchio. Michael aveva ancora i capelli bagnati, mentre io avevo regolato il mio ciuffo così che restasse alto.
"Non voglio vedermi allo specchio." disse, mettendosi le dita davanti agli occhi.
Roteai gli occhi e presi il fon che era appoggiato sul lavandino e lo accesi. Incominciai ad asciugare i capelli di Michael con un sorriso stampato sulla bocca. Iniziavano ad essere voluminosi ed erano di un colore che tendeva al rosso/arancione.
"Decisamente non sei più una melanzana." dissi, rievocando i ricordi.
Michael tenne gli occhi chiusi anche se lasciò cadere le braccia lungo il busto. "Tu resti un grissino... Moro." scherzò, ma la cosa mi fece sbuffare.
Quando sentii che i capelli erano completamente asciutti, spensi il fon e lo rimisi sul lavandino.
"Apri gli occhi!" esclamai.
"Oh Dio! Ma sono bellissimo!"
Roteai di nuovo gli occhi.
Tra chiacchiere e risate non ci eravamo accorti che si era fatta notte, così ci spostammo in camera da letto. Mi buttai sul lettone ben fatto a pancia in giù. Emisi un gemito dovuto alla stanchezza per poi sentire il materasso sprofondare dove anche Michael si sdraiò.
Così mi misi vicino a lui, accarezzandogli il braccio dove giaceva il suo tatuaggio. Se lo era fatto in prigione, pensando a me. To The Moon, recitava. Diceva che saremmo potuti andare persino sulla luna, che il nostro amore ci avrebbe seguito.
E c'era questo silenzio, questo vuoto in cui il più piccolo dei gesti si amplificava, la più piccola sfumatura di tono acquistava un rilievo impressionante.
"Ho trovato il mio principe azzurro." dissi, interrompendo quello stato di quiete. "Però non è azzurro, lui ha i capelli rossi."
"Sono il tuo cavaliere dalla grossa e lunga spada." rise, abbracciandomi, emanando quella sensazione di io ci sono. Aveva rovinato il momento, ma fare il romantico, per lui, era un sacrificio.
Gli diedi un colpetto sulla pancia, facendo il finto offeso, poi sbuffai leggermente sotto il suo mento. Lasciai un bacio lì, sulle labbra, sulla guancia. Mi misi letteralmente sdraiato su di lui, con le mani che coccolavano le ciocche tinte, fino ad arrivare alla mascella.
Guardavo ogni dettaglio dei suoi occhi come se fosse l'ultima volta, notando una piccola cicatrice sul ponte del naso. "Vorrei che ci congelassero, così come siamo, qui e adesso. Che stessimo congelati ma vivi, trasparenti, con il cuore che continua a battere e gli occhi che continuano a guardarsi. Farà tanto freddo, anche col cuore che ci riscalda?" Ricordo di aver letto queste parole su un libro. Sembravano essere scritte apposta per quel nostro momento. Appoggiai la testa sul suo petto e sentii il suo amore spingere per venire fuori, pronto per trovarmi e stringermi.
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Prison. || Muke Clemmings
Fanfiction❝lui voleva uccidere me e io volevo uccidere lui.❞ luke nella cella 23, numero 587956 michael nella cella 24, numero 980534