Le storie di Michael erano terribili. Avevo la pelle d'oca mentre parlava. Era serio, aveva lo sguardo sul pavimento, ma non sembrava pentito delle sue azioni. Io ero veramente scioccato.
Michael aveva messo del veleno per topi nell'omelette di sua cugina. Era ad una cena di famiglia e c'era anche Claire. La odiava, lei era presuntuosa e si credeva chissà chi, ma in verità non era nessuno. Era diventata vegetariana per moda e al posto delle lasagne aveva preso un omelette. Era corsa in bagno per vomitare. L'avevano trovata per terra, gli occhi che guardavano Michael con disprezzo e paura, il vomito che continuava ad uscire dalla bocca.
Mi aveva raccontato che sua mamma era una vera troia. Aveva tradito suo marito almeno una decina di volte, tornava a casa di notte ubriaca e l'unica cosa che aveva fatto di buono era, parole di Michael, metterlo al mondo. Stava guardando un film e si era addormentata. Michael le aveva legato mani, bocca e piedi con il nastro isolante. Le aveva tagliato la gola con un coltello da cucina. Un colpo secco, che però aveva fatto svegliare suo padre. Lui non doveva sapere, doveva continuare a dormire. Avrebbe scoperto anche di sua cugina, avrebbe mandato Michael al manicomio. Lo pugnalò con una forchetta. Sangue ovunque. I poliziotti lo avevano trovato addosso suo padre con ancora la forchetta in mano. Ecco perché a mensa gli mettevano le manette.
Dopo aver fatto alcuni addominali e aver saltato la corda, io e Michael tornammo nello spogliatoio. Eravamo soli. Mi asciugavo la fronte con un asciugamano che poi misi intorno alle spalle. Il fatto che Michael provò ad uccidermi un paio di volte, mi fece accapponare la pelle. Si scusò molte volte quel giorno, non voleva, erano i suoi attacchi di bipolarismo a controllarlo. Aveva ucciso i suoi parenti durante alcuni di questi episodi bipolari. Fortunatamente da quando l'avevano sbattuto dentro prendeva dei farmaci per controllare la sua malattia mentale.
"Perché non sei in un carcere di massima sicurezza? O peggio, un manicomio?!" domandai scioccato.
"Forse hanno visto che faccio il bravo."
"Disse quello che cercò di strangolarmi." tossii per non farmi sentire.
"Luke, ti ho già detto che mi dispiace! Mi dispiace. Devi capire quali sono i miei punti deboli per farmi incazzare. Tu li hai già colpiti tutti." fece una piccola risatina per sdrammatizzare. "E poi sono passati cinque anni dall'ultimo brutto episodio, sono cresciuto!"
"Cinque anni qua dentro?"
"I primi due anni li ho passati in una casa famiglia di livello quattordici. Non so neanche quando mi faranno uscire, se mi faranno uscire."
"In tutto questo tempo, a chi hai raccontato l'intera storia?" sorrisi leggermente in modo malizioso.
"Al giudice." perché Michael doveva sempre ridere da solo alle sue battute? "No, beh, a nessuno, finora."
"Sono speciale!" esclamai.
Michael si alzò in piedi. Sulle sue guance crebbe un tenero rosa. "Certo che no! Sei solo un frocetto del cazzo, alto e biondo."
"Io ti piaccio!" cantilenai in modo infantile. il mio sorriso crebbe come le sue mani iniziavano a tremare.
"Non me ne frega niente di te, Luke."
"Quindi se ti baciasi, non proveresti niente?" lo stuzzicai.
"Assolutamente niente."
Mi avvicinai lentamente. Sembravo io quello grande, adesso. Quanto altre volte mi poteva ricapitare? "Sicuro?"
"Sicuro."
"Neanche se facessi..." ormai le mie labbra sfioravano le sue. Riuscivo benissimo a sentire il suo caldo e pesante respiro su di me. "Così?"
"Smettila di provocarmi."
Quello che non aspettai era che Michael facesse combaciare le nostre labbra, trascinandoci nella doccia. Ma soprattuto, non mi aspettai la mano di Michael dentro i miei pantaloni.
"Tra mezz'ora tornano gli altri." gemetti tra le sue labbra. Lingue che giocavano tra di loro e ansimi in un bacio decisamente non romantico.
"Mi bastano cinque minuti." la sua mano iniziò a muoversi sulla mia evidente erezione. "Mi piace come il tuo corpo reagisce così sotto il mio tocco."
"Mickey..."
"Ancora." sussurrò al mio orecchio, lasciando poi baci e morsi sotto esso.
"Mickey!" gemetti più forte.
"Okay, okay. Non vorrai che le guardie ci scoprano." mi zittì con le sue labbra.
Lo spinsi contro il muro e mi inginocchiai davanti a lui. Volevo ricambiare il favore. Mi gustavo ogni attimo di lussuria mentre li calavo i pantaloni.
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Prison. || Muke Clemmings
Fanfiction❝lui voleva uccidere me e io volevo uccidere lui.❞ luke nella cella 23, numero 587956 michael nella cella 24, numero 980534