quattordici

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"Cosa?! Cos'è che hai fatto con Michael?!" gridò Calum. Saltai dall'altra parte del tavolo per coprirgli la bocca. Mi guardai intorno per vedere che nessuno ci avesse sentito, poi continuai a martellarlo di occhiatacce.

"Ma stai zitto, non urlare!" mi raccomandai e tornai al mio posto.

"Cazzo! Cazzo, cazzo." si sventolò una mano vicino al volto per farsi aria, "Questo è grandioso! Sono troppo felice!" scivolò lentamente dalla sedia per rendere il tutto più drammatico.

"Sì, okay, ma non dirlo a nessuno." lo calmai.

"Lo sapevo fin dall'inizio. In questi giorni ho pensato anche ai vostri nomi mescolati insieme."

"Cosa c'è in quella minestrina? Calum, ti droghi?"

"Muke. Michael e Luke! Muke!"

"Muke? Smettila di dire puttanate."

"State insieme? Da quanto? Vi piacete, sicuro." ridacchiò per l'ultima volta, ma il suo sorriso ebete rimase. Amavo il sorriso di Calum. Riusciva a trasmettere positività con quelle fossette.

"Non stiamo insieme! Lo odio, come può piacermi una persona così fastidiosa?"

"Non ne ho idea, dimmelo tu." mi prese in giro dandomi un colpetto sul braccio, "Adesso raccontami ogni particolare. Ce l'ha lun-" Un pugno che s'infranse sul tavolo in mezzo a noi interruppe Calum nel mezzo della frase. Era Michael.

"Ora vai a dire i nostri cazzi in giro?" mi disse severo Michael, guardandomi dritto negli occhi.

"Mickey, io-"

"Non chiamarmi Mickey, è patetico." Si sedette di fianco a me. Calum faceva il terzo incomodo.

"Eppure ieri ti eccitava se ti chiamavo così." risi.

Michael spalancò gli occhi. Non si vedevano più le palpebre, talmente le aveva aperte e talmente aveva aggrottato le sopracciglia. Sembrava volesse mangiarmi.

"Sei tu che ti sei fatto scopare come una puttana! Hai raccontato al tuo amichetto come ti piegavi bene?" non gridò solo per non farsi sentire dalle guardie. Stava per scoppiare. Calum ci guardava male, preoccupato.

"No, Mickey." mi burlai di lui.

"Fossi in te non riderei più." Michael mi si avvicinò all'orecchio e mi leccò gentilmente il lobo. "Stai al gioco." sussurrò. Ma che gioco? Si allontanò facendomi l'occhiolino e tornò alla sua espressione arrabbiata. "Calvin deve dimenticare ogni cosa che gli hai detto, o dovrò picchiare anche lui!"

"Calum..." lo corresse.

"Fa lo stesso. Luke, io, te, questa notte, un sacco di botte." si alzò trionfante, rubandomi prima una fetta di pane. Mi fece un altro occhiolino prima di sparire.

L'avevo fatta grossa.

Prison. || Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora