Capitolo 9

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Mi svegliai dolorante, alzai la testa e mi guardai intorno, non capii subito la situazione.
La stanza in cui ero non mi era familiare, era in penombra e l'unica luce veniva dalla porta semi aperta.
Avevo un gran mal di testa, dov'ero??
Ero ancora vestita con gli abiti della sera prima, buon segno.
Appena mi alzai il mal di testa sembrò peggiorare, rimasi seduta qualche secondo poi mi alzai un po' barcollante, intanto cercavo di ricordare ma invano.
Uscii dalla stanza e mi trovai un corridoio davanti, in fondo sentivo dei rumori, e mi avvicinai lentamente.
Il ragazzo era ai fornelli.
Si girò non appena entrai in cucina
<<Hei, come ti senti?>>
Lo fissai passandomi una mano tra i capelli.
<< Non bene, ma perché sono qui? Non so neanche come ti chiami!>>
Lui si mise a ridere fissandomi, dovevo avere una faccia oscena, non mi ero neanche guardata allo specchio.
<<Mi chiamo Cristian Hooke, vuoi farti una doccia?>>
Annuii.
Mi accompagnò al bagno facendomi vedere dove stavano gli asciugamani e il Phon, così mi ifilai nella doccia.
La doccia diminuii il mio mal di testa e mi aiutò a rilassarmi, era ambigua questa situazione e mi sentivo tremendamente a disagio, forse avrei dovuto rifiutare l'offerta della doccia, ringraziarlo e andarmene subito a casa.
Indossai di nuovo i miei vestiti, mi asciugai i capelli e tornai in cucina.
<<Grazie per ieri sera, immagino di non essere stata proprio nelle condizioni migliori>>
Dissi.
Che disagio, avevo esagerato, mi conoscevo, sapevo che non dovevo bere, non avevo mai retto troppo alcol!
<<Non preoccuparti, vedo ubriachi tutte le sere, anche io non ero proprio sobrio e ho pensato che fosse meglio portarti qui visto che casa mia è praticamente attaccata, spero non ti sia dispiaciuto>>
Sembrava mi avesse letto nel pensiero.
Probabilmente vedendo che non rispondevo continuò
<<Tranquilla, non è successo niente, ho dormito in salotto per paura di ricevere un ceffone una volta sveglia>>
Mi misi a ridere, era davvero un bravo ragazzo.
<<Grazie davvero, dovrei farti una statua, giuro che solitamente non sono così 'irresponsabile'  non mi giudicare male.
<<Mai pensato, può capitare>>
Tra due ore avevo un cliente,dovevo andare a casa.
<<Grazie.. ehm di tutto Cristian, devo lavorare tra qualche ora, prendo un taxi>>
<<Se ti serve qualcosa..hai il mio numero>>
<<Mi hai aiutato già due volte, dovresti farti pagare>>
Strizzò l'occhio
<<Hai ragione, ci dovrei pensare, ti mando la parcella a casa a fine settimana>>
Ridemmo insieme, abbozzai un saluto con la mano, come una bambina di due anni, mi sentii tremendamente in imbarazzo per il gesto idiota.
Scesi e presi un taxi.
Mi preparai in fretta, il posto era lontano e dovevo muovermi, dovevo incontrarmi con un certo Enric.
Non ero in condizioni, ero ancora in pieno dopo-sbornia.
Arrivata allo spiazzo spensi il motore e andai da lui, era un posto appartato vicino a una grande fabbrica abbandonata o in disuso.
Entrai nella sua auto, ci salutammo e parlammo per qualche minuto del più e del meno.
<<Spostati indietro>>
Mi tolse il pellicciotto e mi tiró su la gonna,rimasi solo con le calze e i reggicalze,il tanga e i tacchi.
Lui si tolse immediatamente i pantaloni scoprendo la sua erezione.
Mi abbassai,mi prese la testa britalmente e mi portò alla bocca il suo membro,glielo succhiai fino a fargli male,mordendo quando me lo chiedeva. Poi mi fece girare appoggiandomi alla sua auto,mi allargó le cosce,passò il dito sulla mia intimità,avevo ancora il tanga,lo scostó con la mano ed entrò in me.
Gemetti, spingeva forte,strinsi a pugno le mani e cercai di non gemere troppo flrte,ero accitata. Lui mi disse che che ero una troia e prese a schiaffeggiarmi il sedere.
Non ci mise molto a venire,mi girò di nuovo facendomi abbassare e mi riempí la bocca di sperma.
Mi diede i soldi facendomi promettere di rifarlo prima o poi.
Lo salutai,presi la macchina e me ne andai a casa.

Da Lorenzo a Aurora
Voglio scoparti di nuovo,quando ci vediamo?

Non risposi, bloccai il telefono, per un attimo quel messaggio mi lasciò interdetta, infastidita e schifata, ma bloccando il telefono bloccai anche i miei pensieri che, fortunatamente, si spostarono ad altro, lasciandomi in una completa, piacevole e dolce indifferenza.

La storia di un'escortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora